Regione Lazio, l’incapacità del centrodestra di cambiare schema

Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia procedono in ordine sparso e senza mai riuscire a trovare una strategia unitaria. Ma soprattutto le critiche a Nicola Zingaretti avvengono sempre nello stesso modo e senza mai alzare il livello. In questo modo sarà complicato trovare una vera unità sulla candidatura alla presidenza.

Non è soltanto una questione di candidato alla presidenza. Anche se non sarà facile trovare una sintesi tra strategie dei Fratelli d’Italia, della Lega e di Forza Italia. Parliamo della Regione Lazio. Il Partito di Giorgia Meloni ha un poker di soluzioni: Francesco Lollobrigida, Fabio Rampelli, Chiara Colosimo, Fabrizio Ghera. In Forza Italia i nomi più forti restano quelli di Claudio Fazzone e Maurizio Gasparri. Nella Lega c’è Claudio Durigon, ma magari Barbara Saltamartini potrebbe essere un’opzione. Poi ci sono possibili soluzioni “terze”. Come Guido Bertolaso.

L’incapacità di cambiare

Francesco Lollobrigida (Foto: Carlo Lannutti / Imagoeconomica)

Ma il problema del centrodestra, in previsione del voto del 2023, è anche un altro. E cioè l’incapacità di saper cambiare schema nel modo di fare opposizione in consiglio regionale. Il presidente Nicola Zingaretti non viene mai davvero messo in difficoltà. Le critiche sono sempre le stesse e arrivano soprattutto tramite comunicati stampa. Sulla sanità, sui rifiuti, sull’economia, su tutto.

Esponenti importanti del centrodestra le alimentano sempre allo stesso modo. Parliamo di Angelo Tripodi e Pasquale Ciacciarelli della Lega, di Giancarlo Righini, Fabrizio Ghera e Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia, di Pino Simeone per Forza Italia.

Argomenti seri per carità. E critiche legittime sul piano politico. Ma il centrodestra consiliare non riesce a salire di tono. A cambiare schema.

L’assenza di un’alternativa

Nicola Zingaretti nel 2018 ha vinto con l’anatra zoppa. Vuol dire che i cittadini del Lazio avevano scelto lui come presidente, ma avevano dato più consensi alle opposizioni. Il centrodestra in particolare. Quella che non è mai emersa è la volontà del centrodestra di mettere in campo una progettualità politica e amministrativa alternativa a quella del centrosinistra e adesso anche del Movimento Cinque Stelle.

Il patto d’aula voluto e attuato da Mauro Buschini ha permesso all’anatra zoppa di volare. Ma il centrodestra non è mai riuscito a contrattaccare davvero. Questo perché è molto diviso al proprio interno. Un tema che i segretari regionali prima o poi dovranno affrontare. Parliamo di Claudio Durigon (Lega), Paolo Trancassini (Fratelli d’Italia), Claudio Fazzone (Forza Italia).

Altrimenti si arriverà al solito punto morto. Come le comunali di Roma, con scelte compiute all’ultimo istante utile. Come quella di Enrico Michetti. Alla Regione Lazio il centrodestra non è coalizione. Ognuno va avanti per conto proprio. Senza riuscire mai a cambiare schema.

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