Caos in Regione, la nuova maggioranza già vacilla

Il Movimento 5 Stelle non garantisce io numeri alla maggioranza di Nicola Zingaretti in Regione Lazio. Che va sotto. Già prima era stata salvata sul Bilancio dall'assenza di Sergio Pirozzi. Che, preso in contropiede, non ha fatto in tempo a rientrare in aula

Grosso caos in Regione Lazio: la nuova maggioranza Centrosinistra – M5S vacilla. Al punto di costringere il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini a gettare la palla in tribuna e rinviare la seduta che oggi era chiamata ad approvare il Bilancio Consuntivo.

Pirozzi sulla linea

Sergio Pirozzi

Un primo salvataggio sulla linea quando ormai la porta era vuota l’ha realizzato il consigliere Sergio Pirozzi, l’ex sindaco di Amatrice che si era candidato governatore spaccando così il centrodestra.

Oggi al momento di votare il Bilancio, in Aula c’erano 19 Consiglieri della maggioranza guidata da Nicola Zingaretti. Non c’era la capogruppo grillina Roberta Lombardi e tra le file dei 5 Stelle c’era maretta. Una voce dice che sono pronti a votare con l’opposizione: portando a 19 i voti contrari. Parità. Se avessero votato tutti e 38, il Bilancio sarebbe stato bocciato: il Regolamento prevede che in caso di parità il documento contabile vada considerato respinto.

A salvare la situazione è stato lo Scarpone Pirozzi: al momento del voto non è in Aula. “Un’urgenza fisiologica improvvisa ed è dovuto correre fuori” , malignano dai banchi dell’opposizione. I grillini votano con il centrodestra. Risultato: 19-18 per la maggioranza ed il bilancio è passato. Il segnale politico è pesantissimo.

Galeotta non fu la pipì ma il sisma

In realtà però Sergio Pirozzi non era scappato in bagno. Aveva appena concluso il suo intervento in Aula: duro, senza sconti a Nicola Zingaretti ed alla sua maggioranza. Lo Scarpone, carte alla mano, ha attaccato il Governatore contestandogli di avere utilizzato appena il 7 per cento dei fondi a disposizione della Regione per prevenire il dissesto idrogeologico. «È una vergogna!».

Sergio Pirozzi

Parla, tuona, strepita, accusa. Poi esce. Ma deve essere roba di pochi minuti. Perché lascia sulla spalliera della sedia la sua giacca. Ed il telefonino cellulare rimane sul tavolo. Al punto che qualcuno pensa sia andato in bagno.

Arriva il momento della votazione. I colleghi iniziano a cercare Pirozzi. Non vedendolo dia nessuna parte lo chiamano al telefono. Che squilla a vuoto perché è rimasto sul tavolo. Qualcuno chiama in Segreteria e gli dicono che il Consigliere lo possono trovare nella sala della Commissione: è lì con due persone, una signora ed un signore di Amatrice al quale nel terremoto è morto sia il fratello che la cognata; il loro figlio, rimasto solo, gli è stato affidato. E lui era andato da Sergio Pirozzi per spiegargli i dettagli dei un’iniziativa che intende realizzare per ricostruire la Biblioteca in memoria del fratello e della cognata.

Quando un collaboratore, trafelato, entra nella stanzetta e avverte “A Se’ guarda che stanno a votà“, Sergio Pirozzi si alza imprecando “Ma come stanno a votà, così presto?!“. Arriva in Aula ma il voto c’è già stato: troppo tardi. Resta fuori allora per far mancare il numero legale.

La rivolta dei 5 Stelle

Perché a quel punto non si lascia sfuggire l’occasione il centrodestra. Chiede la verifica del numero legale, cioè di controllare se in Aula ci fossero abbastanza Consiglieri per poter considerare valida la seduta.

Roberta Lombardi

E lì è maturato il secondo colpo di scena: i Consiglieri grillini sono usciti. Nessuno di loro si è assunto la responsabilità politica di tenere a galla la maggioranza di Nicola Zingaretti. Che è andata sotto. Niente numero legale. Un brutto colpo sulla strada del dialogo.

Il presidente Mauro Buschini ha rinviato i lavori. Ma la questione non è finita lì. Ora parte la verifica e sarà necessario un chiarimento.

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