La Regione mette Roma con le spalle al muro: obbligata a farsi discariche e impianti

Foto © Bruno Ponzani

Un emendamento mette fine al braccio di ferro in Regione Lazio. Roma dovrà essere autosufficiente: sia per la lavorazione dei rifiuti e sia per lo smaltimento in discarica. Intanto il Consiglio dei Ministri esamina il caso Roccasecca. Rischio nuovo ampliamento

Roma dovrà smaltirsi da sola le immondizie che produce. Non dovrà più scaricare i suoi rifiuti sulle province. Per farlo dovrà dotarsi di discariche e impianti di trattamento, in modo da garantire la sua autosufficienza. Tutto scritto e messo nero su bianco nel nuovo testo di legge regionale. Niente furbate, niente scorciatoie.

Si risolve così il braccio di ferro sul perimetro all’interno del quale la Capitale deve smaltire le spazzature che produce. Il Consiglio Regionale del Lazio ha approvato un emendamento dell’assessore Massimiliano Valeriani. Sancisce in maniera chiara che Roma deve essere in grado di gestire i rifiuti di Roma.

I trappoloni

Virginia Raggi Foto © Sara Minelli / Imagoeconomica

C’erano due trappoloni nel testo di legge. Il primo: la cancellazione del perimetro di Roma Città per considerarla insieme alla sua provincia. Il secondo: il perimetro della provincia di Roma comprendeva anche Anagni e Paliano.

Perché erano due trappoloni? In questo modo si permetteva a Roma di mandare i suoi rifiuti nei Comuni della sua provincia e addirittura nelle due località ciociare, come se fossero stati trattati dentro Roma.

I due trappoloni vengono disinnescati con l’emendamento Valeriani approvato oggi. È una “exit strategy“: dal punto di vista formale vede Roma rientrare nello stesso contesto degli altri 120 comuni della ex provincia; ma nella sostanza la Capitale dovrà compiere le azioni tipiche di un ambito (un perimetro) autonomo. Dovrà costruire all’interno dei suoi confini quegli impianti che al momento non ha: discariche e stabilimenti per la lavorazione, simili a quello gestito dalla Saf a Colfelice.

Obbligo di autosufficienza

Uno dei Tmb di Roma

Lo stesso obbligo di autosufficienza impiantistica sarà valido anche per il territorio della Provincia di Roma: insieme alla Capitale costituirà l’Ato (il perimetro) Città Metropolitana di Roma Capitale. Stesso obbligo per gli altri quattro Ato individuati: uno per ogni provincia del Lazio e cioè Frosinone, Latina, Viterbo, Rieti.

L’emendamento dice che “È fatto obbligo di realizzare uno o più impianti di trattamento e una o più discariche sul territorio di Roma Capitale per rispondere all’autosufficienza di Roma Capitale. E di realizzare uno o più impianti di trattamento e una o più discariche sul territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale (esclusa Roma Capitale) per rispondere a una autosufficienza della Città Metropolitana di Roma Capitale (esclusa Roma Capitale). Il tutto sulla base delle omogeneità delle esigenze di trattamento e smaltimento“.

Una volta raggiunta l’autosufficienza sarà vietato autorizzare nuovi impianti tranne quelli che adotteranno tecnologie innovative e saranno finalizzati all’economia circolare.

Paliano torna ciociara

A scanso di dubbi, il presidente del Consiglio regionale Mauro Buschini ed il consigliere Sara Battisti hanno riportato Paliano in Provincia di Frosinone. Cioè hanno spinto a favore di un emendamento che togliesse la città dal perimetro dei Comuni della provincia di Roma.

Nel confermare l’approvazione dell’emendamento, il sindaco Domenico Alfieri ricorda che “la Destra del Governo Polverini ci aveva inserito in quello di Roma su richiesta dell’allora Sindaco Sturvi”.

Spieha Alfieri che “siamo tornati nell’ambito di Frosinone, la nostra naturale collocazione. Il territorio di Paliano non potrà più ospitare impianti di rifiuti al servizio di Roma e della sua Provincia. La Destra ci aveva messo lì per fare un impianto a servizio di Roma e nel particolare un impianto di TMB a Castellaccio. Ora questo non sarà più possibile perché Roma dovrà costruire gli impianti nel suo ambito territoriale e la provincia di Frosinone è già autosufficiente per impianti di TMB”.

Stop all’uso delle province

LO STABILIMENTO SAF DI COLFELICE

In Aula, l’assessore Valeriani ha spiegato che con la nuova legge non sarà più possibile scaricare “su comunità distanti le timidezze rispetto alla realizzazione di impianti che servono per gestire i rifiuti in un ambito prossimità“. Tradotto, significa che se non ti fai gli impianti è peggio per te perché ti tieni i rifiuti.

Con questa “mediazione” la Giunta ha mantenuto fede all’impegno preso a dicembre con la sindaca Raggi sulla costituzione di un Ato unico provinciale di Roma. Quell’impegno portò il Campidoglio ad indicare il sito di Monte Carnevale per la discarica di Roma: lo fede il 31 dicembre.

Allo stesso tempo la mediazione ha calmato le turbolenze dentro una parte della maggioranza di centrosinistra. Prioprio per evitare furbate e dire basta alla Capitale che usa le province del Lazio come pattumiere i consiglieri regionali della Lista Civica Zingaretti, Italia Viva ed i consiglieri Forte e La Penna (Pd) avevano presentato degli emendamenti. Con i quali chiedevano la costituzione dell’Ato di Roma Capitale o di uno specifico subAto capitolino: cioè due perimetri diversi e ben definiti, uno per Roma Città ed uno per la provincia.

I 5 Stelle si dividono ancora

Devid Porrello © Imagoeconomica, Stefano Carofei

Spaccatura invece nel Movimento 5 Stelle. Le consigliere pentastellate Valentina Corrado, Gaia Pernarella, Silvia Blasi e Francesca De Vito avevano presentato un subemendamento. Chiedeva di rimuovere l’obbligo per Roma di costruire le discariche e i tmb di cui necessita.

Ma quell’emendamento è stato bocciato anche con i voti in dissenso dei loro colleghi di Gruppo Devid Porrello e Valerio Novelli.

L’emendamento dell’assessore Valeriani prevede altre tre novità importanti rispetto al passato.

Cosa accade se una provincia non ce la fa a gestire i riduti dentro al suo perimetro? Attraverso l’approvazione di un subemendamento presentato da Fratelli d’Italia è stato stabilito che ogni ambito ottimale non autosufficiente dal punti di vista degli impianti potrà usufruire della solidarietà degli altri Ato per al massimo tre anni. Poi, chi porterà i rifiuti al di fuori del proprio ambito dovrà riconoscere un “vantaggio economico al territorio ricevente”. In pratica, non solo dovrà pagare per le lavorazioni fatte dall’Ato che li aiuta ma dovranno pagare anche un ristoro all’intero territorio.

Infine, entro 4 mesi dalla pubblicazione del Piano Rifiuti “il Consiglio regionale dovrà approvare una legge di definizione, attivazione e regolazione degli Ato e degli enti di governo“.

L’approvazione definitiva è prevista per lunedì.

I rischi per Roccasecca

GIUSEPPE SACCO

Nelle prossime ore il caso di Roccasecca finirà sul tavolo del Consiglio dei Ministri. I volumi disponibili nella discarica di località Cerreto sono quasi finiti. La Provincia di Frosinone aveva stoppato l’abbancamento dei rifiuti romani lavorati a Colfelice: in pratica il Consiglio aveva detto “Continuiamo a lavorarvi i rifiuti ma quello che poi va interrato ve lo riportate e vi trovare una discarica“.

Nonostante questo, tra poco non ci sarà più spazio. Il Consiglio dei Ministri deve decidere se ordinare un ulteriore ampliamento. In municipio il sindaco Giuseppe Sacco è già pronto con i suoi consulenti per impugnare ogni decisione ritenuta lesiva della città e dei suoi abitanti.