Scontro in Aula sui fondi scippati ai Comuni

Scontro in Consiglio Regionale del Lazio sulla norma con cui lo Stato ha congelato fino al 2020 i soldi con cui i Comuni avevano finanziato il rifacimento delle zone di periferia. Il Pd: ricorso alla Corte Costituzionale. Forza Italia li appoggia. La Lega dice no. Imbarazzo per Ottaviani. Che attacca solo il M5S

La Regione Lazio parte a caccia dei 28 milioni di euro che il Governo nazionale ha tolto al Comune di Frosinone per rivoluzionare l’area dello Scalo. Il gruppo Pd organizza la spedizione in favore dell’amministrazione di centrodestra del Capoluogo ciociaro.  I consiglieri di Forza Italia si schierano subito a favore dell’impresa. Ma la Lega dice no, appena 4 giorni dopo che il sindaco Ottaviani è salito sul loro palco regionale a Latina, sconquassando Forza Italia. (leggi qui Nicola Ottaviani sale sul palco della Lega: per mandare in soffitta Forza Italia).

Il Movimento 5 Stelle si allinea alla Lega e attacca il Pd dicendo che «Blatera strumentalmente: il Governo ha sbloccato le risorse per gli enti locali». Il sindaco Nicola Ottaviani, ormai rassegnato a dover chiedere l’intervento della magistratura per riavere i suoi 28 milioni di euro, attacca il M5S ma non la Lega.

 

Lo scippo

Quello sui soldi tolti alle Periferie è stato l’unico punto caldo di una seduta tiepida del Consiglio Regionale del Lazio.

Ad infiammarlo è stato un Ordine del Giorno presentato  dai consiglieri Dem Eleonora Mattia (Presidente della IX Commissione consiliare), Fabio Refrigeri, Sara Battisti e Emiliano Minnucci, al consigliere Paolo Ciani (Centro Solidale) e Alessandro Capriccioli (di +Europa Radicali).

Un Ordine del Giorno è nulla di impegnativo, una dichiarazione di principio che si nega a nessuno. Ma questa volta è una bottiglia incendiaria, lanciata dai consiglieri di Centrosinistra sui milioni di euro tolti dal governo Conte – Salvini – Di Maio ai Comuni, nonostante i contratti già firmati con il premier Gentiloni ed il visto della Corte dei Conti.

Sono i soldi per recuperare le zone di periferia. Una quota la mette lo Stato, il resto il Comune ed i privati. Nel caso di Frosinone dovevano arrivare 18 milioni (più altri dieci delle Ferrovie e della Conferenza Episcopale) per rifare lo Scalo e trasformarlo nel salotto di Frosinone (leggi qui Ottaviani al Governo: «Carta canta, il contratto è registrato e ora mi dovete 18 milioni»).

Il Governo li ha tolti sostenendo che la legge non rispettava la Costituzione. Il centrosinistra sostiene che invece i soldi sono stati tolti da lì per girarli ai Comuni del Nord. (leggi qui  Caro Ottaviani, ti hanno fregato due volte: ecco dove sono i 18 milioni che il Governo ti ha tolto)

 

La battaglia in aula

Il Pd presenta il documento. Impegna il governatore Nicola Zingaretti a sollevare il caso di fronte alla Corte Costituzionale, chiedendo il rispetto della legge già firmata da Gentiloni e vistata dalla Corte dei Conti, secondo la quale i soldi ci sono.

Forza Italia lo appoggia subito con una manovra politica a doppio taglio: il presidente della Commissione Cultura Pasquale Ciacciarelli  che chiede la parola è fa una dichiarazione di voto.

Il primo taglio della lama: contro il governo Lega-M5S che ha scaricato Forza Italia, in perfetta linea con la rotta tracciata dal leader Antonio Tajani, a difesa del Comune di Frosinone e degli altri che sono stati scippati delle risorse.

Il secondo taglio della lama: Ciacciarelli ha messo in imbarazzo Nicola Ottaviani, sindaco scippato ma sempre più convinto sostenitore della necessità di un dialogo politico con la Lega. Tra i due, poche ore prima, c’era stato un colorito scambio di battute durate il Coordinamento Provinciale. (leggi qui Scoppia Forza Italia per Ottaviani sul palco della Lega: «Cogl**ne, non capisci la politica»). Che posizione prenderà la Lega al momento di votare? E Ottaviani a quel punto?

 

Il no della Lega

Passano i minuti e la Lega annuncia il suo no. Coerente con la linea nazionale. Non c’è possibilità di dare i soldi ai Comuni prima del 2020, sostengono.

Situazione complessa per il sindaco.

Arriva l’uragano a Cinque Stelle. La consigliera Valentina Corrado è una macchina da guerra. Prende la parola: «Mentre arriva in questi minuti la circolare del Mef sullo sblocco degli investimenti nel 2018 per gli Enti Locali, grazie allo svincolo degli avanzi di amministrazione dal prelievo forzoso legato al pareggio di Bilancio, anche oggi il progressivo e inarrestabile declino del Pd occupa l’aula di via della Pisana. (…)

Il Governo è dovuto intervenire per dare attuazione proprio ad una sentenza di incostituzionalità della Corte, la n.74/2018, su una norma creata dal Pd. Norma attraverso la quale, l’allora Premier Renzi in vena di fare campagna elettorale, aveva promesso (non da un palco, ma in un provvedimento normativo!) di stanziare fondi ai comuni per progetti di rilancio delle periferie, senza avere le necessarie coperture finanziarie. Un unicum nella storia della Repubblica Italiana!»

 

Nella sua stanza, il capo segreteria Pd Nazzareno Pilozzi, deputato nella scorsa Legislatura a Montecitorio, sbatte le mani e le alza al cielo imprecando. «Ma come si fa?! L’incostituzionalità stava nel fatto che non avevamo chiesto alle Regioni se volevano i soldi. Le coperture c’erano. Al punto che le hanno spostate sui Comuni del Nord, con il provvedimento di oggi. Finanzia chi aveva gli avanzi di amministrazione in cassa, cioè quelli settentrionali».

 

Valentina Corrado in aula non può sentirlo. Ma è come se gli rispondesse quando prsegue nell’intervento e dice «Grazie all’emendamento promosso dal M5S è stato possibile sbloccare un miliardo di euro per gli investimenti di 8mila Comuni italiani, permettendo loro di poter utilizzare gli avanzi di amministrazione per investimenti in opere pubbliche, con criteri di premialitá per i più virtuosi e che nelle scorse settimane il Premier Giuseppe Conte ha preso l’impegno di garantire la finanziabilità dei progetti esecutivi e di reale valorizzazione delle periferie, difronte ad una delegazione di Anci».

 

 

Le spie di Ottaviani

L’elenco dei Comuni scippati è lungo. La Città metropolitana di Roma s’è vista sospendere investimenti, per circa 40 milioni di euro, nonostante ci fossero convenzioni firmate con lo Stato. I progetti finanziavano i Municipi XIV, XIII, XII, IX e VIII di Roma Capitale. Ma anche Frosinone, Viterbo, Rieti, Fiumicino, Pomezia, Guidonia Montecelio, Monterotondo, Tivoli, Fonte Nuova, Anguillara Sabazia.

«Oggi il Lazio, ieri la Sicilia– ha sostenuto in aula il Pd – in una mobilitazione che, spero, veda tutte le regioni d’Italia mobilitarsi per cancellare questa assurda decisione che blocca gli investimenti già avviati».

 

Nicola Ottaviani viene informato passo per passo. Lui quei 28 milioni di finanziamenti non ha intenzione di perderli. A costo di andare a parlare con chiunque negli inferi.

Appena viene aggiornato sull’intervento fatto in aula dal M5S commenta «Sicuramente i consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle avranno agganci forti con i servizi segreti: il provvedimento del governo di sblocco a cui fanno riferimento è stato nascosto talmente bene che nessuno dei 60 milioni di italiani è riuscito ancora a leggerlo. Purtroppo non solo non esiste ma rischia di essere solo una riedizione della vecchia araba fenice: se ne parla da tremila anni e ancora oggi nessuno l’ha trovata».

Ma contro la Lega, da Nicola Ottaviani, non una parola.