Sindaco – opposizione: segnali di tregua sul Regolamento

Il Consiglio Comunale affronta il tema del Regolamento. E prova a limarlo. Ma si rischia lo scontro. Il sindaco lo disinnesca. Segnali di tregua dall'opposizione. Non con tutta. De Sanctis vuole l'urgenza. Salera non deroga. E Abbruzzese 'infoca'

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

L’assenza di Evangelista, l’ira di De Sanctis, i segnali di pace tra il sindaco Salera e i consiglieri Petrarcone e Fontana. Il Consiglio comunale che si è svolto oggi pomeriggio a Cassino si è contraddistinto soprattutto per questi tre elementi.

Partiamo dall’ultimo, il più pratico. Il segretario comunale Rosanna Sanzone illustra i punti salienti del regolamento che si intendono modificare. Una delle modifiche era contenuta in un annuncio già fatto lo scorso 22 aprile da Enzo Salera. Ovvero: dall’anno prossimo non verrà convocato più un Consiglio comunale ad hoc solo per consegnare i dischetti con il Bilancio, avverrà tutto tramite Pec. E su questo, nessun dissenso.

Le interrogazioni? Facciamo dopo

Il sindaco Enzo Salera in una fase calda del Consiglio

Un altro punto del Regolamento che si intendeva modificare proponeva di spostare le interrogazioni dall’inizio alla fine del Consiglio. Cosa significa? Le interrogazioni sono lo strumento a cui fanno maggiormente ricorso le opposizioni. Chiedono delucidazioni al sindaco e alla giunta sulle questioni carattere politico e amministrativo. Il sindaco, o gli assessori competenti, sono chiamati a dare una risposta ufficiale.

L’attuale regolamento prevede che le interrogazioni debbano durare non più di un’ora e mezza, e quei novanta minuti debbono però essere quelli iniziali del Consiglio. Spesse volte capita però che i consiglieri di opposizione, dopo aver fatto le loro interrogazioni, lascino l’Aula. Da qui è nata la proposta in Commissione di posticipare le interrogazioni alla fine del Consiglio, in modo da “costringere” i consiglieri di opposizione ad essere presenti in Aula per tutta la durate dell’Assise, partecipando a tutti i lavori.

Giuseppe Golini Petrarcone, due volte sindaco, oggi consigliere di opposizione, ha preso la parola per ricordare come nasce il Regolamento che prevede che le interrogazioni siano fissate all’inizio e non alla fine. E ha spiegato: “Le interrogazioni sono uno strumento di democrazia. Nella norma generale vengono trattate nella prima udienza utile. Posporle però alla fine della seduta è un modo per sminuire l’importanza dell’istituto delle interrogazioni. Mi sembra di più l’escamotage per evitare dei “disturbi”. Io ho vissuto e subito questi “disturbi”, ma il confronto è il sale della democrazia. Tale modifica rappresenterebbe una mancanza di rispetto nei confronti dell’intero Consiglio comunale”.

Ecco perché lasciarle prima

I più ingenui penseranno: perchè si sminuiscono le interrogazioni se si discutono alla fine e non all’inizio? Allora oggi che sono all’inizio e poi si discutono mozioni, regolamenti e quant’altro sono questi ad essere mortificati?

Salvatore Fontana prova allora ad uscire dall’equivoco. E spiega a chiare lettere qual è il rischio che si corre. “E cioè che se la maggioranza – la maggioranza intesa in senso lato, non questa maggioranza – al termine dell’approvazione di mozioni, regolamenti e provvedimenti decide di lasciare l’Aula, non c’è più il numero legale per continuare la seduta”. Questo vuol dire che le interrogazioni non si potranno più discutere. E sottolinea: “In democrazia bisogna tutelare le opposizioni. La minoranza anche se lascia l’Aula dopo le interrogazioni non ha la forza di interrompere il Consiglio. Non togliamo alla democrazia una cosa importante”.

I capigruppo del Pd, di Demos e di “Salera Sindaco”, rispettivamente Gino Ranaldi, Bruno Galasso ed Edilio Terranova rilevano come oggi sia mortificante proseguire le sedute senza più l’opposizione che a metà Consiglio se ne va.

Ma ecco che sale in cattedra il sindaco. Avrebbe avuto la forza e i numeri per approvare il regolamento e mettere a tacere i dissensi. Ma, essendo stato per tre anni a battagliare dai banchi dell’opposizione contro Carlo Maria D’Alessandro, rileva che non è sua intenzione quello di mortificare il ruolo dell’opposizione. Propone quindi di ritirare il regolamento e trovare insieme una sintesi in Commissione.

Solo dopo un approfondito confronto, tornerà all’esame del Consiglio per il voto finale. Giù il cappello. Petrarcone va al microfono ad elogiare pubblicamente l’atteggiamento del sindaco. “Anche a nome di Fontana”, dice. Il consigliere di Italia Viva, dai banchi, annuisce soddisfatto.

Non c’è mister interrogazioni

Renato De Sanctis

E torniamo all’inizio: proprio nel giorno in cui si discuteva del regolamento delle interrogazioni, mancava il “principe” delle interrogazioni: il consigliere della Lega Franco Evangelista, che ne presenta mediamente tre ad ogni seduta.

Ne aveva consegnata una anche oggi, ma non si è presentato per sostenerla. Probabilmente perchè indispettito del fatto che Michelina Bevilacqua, la sua collega di partito, di interrogazione ne aveva presentata un’altra insieme a Francesca Calvani (Forza Italia) relativamente al mercato settimanale del sabato. L’ha illustrata la consigliera di Forza Italia e a rispondere è stata l’assessore al Commercio, Arianna Volante.

Le interrogazioni sono state il filo conduttore di tutta l’assise: ad un certo punto il consigliere indipendente della lista “No Acea Renato De Sanctis ne ha presentate due pretendendo che venissero discusse subito, in quanto “urgenti”. In una chiedeva delucidazioni relativamente alle due bambine tolte alla zia dagli assistenti sociali del Comune ed affidate ad una casa famiglia; in una seconda interrogava il sindaco in merito al ristori di “Acqua Campania per i 200 litri al secondo che Cassino concede all’acquedotto campano.

Il segretario comunale resta interdetta: “Scusi, chi stabilisce l’urgenza?”. Il presidente del Consiglio Barbara Di Rollo, idem: “Consigliere, lei conosce bene il regolamento. Riceverà risposta scritta entro cinque giorni e verranno discusse al primo Consiglio utile. Non c’è nessuna urgenza”. De Sanctis però insiste. Si inizia ad addentrare nel particolare dei temi trattati nelle interrogazioni. Mario Abbruzzese soffia sul fuoco: “Sindaco, risponda e basta!. In tre minuti si liquida la questione, perchè questo atteggiamento di chiusura?”.

Il segno di Fontana

Mario Abbruzzese

Salera non ci sta. Invita Abbruzzese a non inserirsi nella polemica e poi rivolgendosi all’esponente di “No Acea” dice: “Consigliere De Sanctis, io le rispondo a memoria alle interrogazioni, non è questo il problema. Il punto è un altro: che se si stabilisce il principio per cui un consigliere nel bel mezzo della seduta pretende che vengano discusse le sue interrogazioni senza che ci sia una scadenza e, quindi, una vera urgenza, usciamo fuori dal regolamento. E se io oggi le rispondo, creo un precedente che non voglio creare.

A soffiare sul fuoco delle divisioni tra De Sanctis e Salera non sono invece intervenuti Petrarcone e Fontana. Segno, premonitore, di quello che sarebbe stato poi successo poco dopo: un gesto, quello del sindaco al momento del ritiro del regolamento, con il pubblico riconoscimento per l’equilibrio dimostrato dal sindaco.

Un gesto che non segna la fine delle ostilità, ma politicamente è un segno importante che a nessuno è passato inosservato.