Resa dei conti nel Pd: “Hanno votato le delibere di Ottaviani. Non è opposizione”

Il Segretario del Pd di Frosinone rompe il silenzio. Lo fa solo dopo la riunione del Direttivo. Ed avere concordato la linea. Sul consiglio comunale che ha sancito la spaccatura verticale nel Partito. "Ecco come sono andati i fatti": Votate pratiche di Ottaviani. Non difesi i ruoli nel Pd. "Chi vuole stare in maggioranza non disturbi chi lavora per mandarla a casa”

Coltello tra i denti, lanciafiamme in mano, il Segretario del Pd di Frosinone Andrea Palladino si lancia come come un fuciliere gurka tra le linee avversarie. Ma con sofferenza e disagio: l’avversario questa volta è dentro casa. Brucia ancora la casa del Partito Democratico: incendiato dalla polemica divampata dopo lo scorso consiglio comunale. Quello al quale il Pd ha deciso di non partecipare per motivi di sicurezza, autorizzato la consigliera Alessandra Sardellitti a votare il finanziamento per il Brunelleschi (lavoro portato avanti dal presidente Dem della Provincia) e poi uscire. Invece è rimasta. E con lei pure il consigliere Norberto Venturi: smacco doppio perché è medico di lungo corso, rientrato in servizio per l’emergenza covid, come a dire ai colleghi “Voi, di sicurezza, non siete molto ferrati”. Anzi triplo: Nelle file Pd c’è Fabrizio Cristofari, responsabile del pronto Soccorso e di tutta la medicina d’emergenza a Frosinone. (leggi qui Cristofari stempera: “Nessun agguato a Pompeo. Ma il Partito non è una bocciofila”).

Andrea Palladino, Stefania Martini, Angelo Pizzutelli © Giornalisti Indipendenti

Andrea Palladino ha una concezione rigorosa del Partito Democratico. Non ha parlato fino ad oggi. Perché prima doveva riunirsi il Direttivo. Parla uno ma la vocè è di tutti. «La verità, è che prima del Consiglio comunale si è riunito il Direttivo del circolo dove erano presenti i consiglieri comunali, tranne Norberto Venturi e Fabrizio Cristofari impegnati per lavoro. Lì la linea del Partito era chiara».

Una linea chiara ed elementare: non si partecipa al Consiglio. E non per ragioni politiche. Ma perché la sala in cui è stato convocato non è stata ritenuta sicura. Chi è Palladino per dirlo? Non è un virologo: per questo si è affidato all’esperienza dell’ex responsabile della Protezione Civile, il quale ha detto pubblicamente che la stanza individuata per la seduta non ha la metratura necessaria per ospitare un Consiglio affollato.

Ciò premesso però c’è la questione del Brunelleschi. Non andare significa commettere uno sgarbo politico all’altra anima Dem: quella di Antonio Pompeo, presidente della Provincia di Frosinone ed alla quale fa riferimento anche Alessandra Sardellitti. Sono stati loro ad avviare l’iter che oggi assegna quel maxi finanziamento all’Istituto Brunelleschi. Non andare in Consiglio significa lasciare invece la paternità al centrodestra del sindaco Nicola Ottaviani. La posizione politica individuata dal Pd, ricostruisce ora Andrea Palladino è stata: «Tutti favorevoli alla pratica sulla scuola Brunelleschi, sottolineo tutti, per il bene della città. Nonostante il circolo sia venuto a conoscenza della pratica solo al momento della convocazione del Consiglio, perché né la Sardellitti, ne Venturi (membro della commissione urbanistica al Comune) hanno mai riferito nulla al Partito, altri invece, ne erano a conoscenza».

Il Consiglio Comunale delle polemiche

Ma il problema vero era la partecipazione al consiglio. Come mandare un segnale di adesione al progetto sviluppato con successo da un esponente Pd. Ma allo stesso tempo non darla vinta al sindaco e quindi non partecipare ai lavori? «Alla Sardellitti, che intendeva partecipare comunque, come mediazione ho proposto di essere presente. Ma solo il tempo della pratica in questione, ma ciò non è accaduto».

Il Segretario su questo punto non transige. Per lui e per il Direttivo di Frosinone, quella messa in scena da Sardellitti e Venturi è una faraa.

«Siamo arrivati a quella che definire farsa forse è un complimento, il Consiglio comunale del 14 maggio. Per fortuna di chi ha organizzato erano assenti 20 persone tra maggioranza ed opposizione. Hanno partecipato due iscritti al PD. Ma dopo aver seguito online la seduta il Partito è stato costretto a dire che erano presenti a titolo personale».

Perché questa sconfessione pubblica? C’è un antefatto politico: «Se un membro dell’opposizione fosse stato presente avrebbe risposto al presidente d’Aula Adriano Piacentini che aprendo la seduta, ha attaccato la Consigliera Regionale del PD Sara Battisti. Oppure avrebbero risposto al consigliere Danilo Magliocchetti che attribuiva al Comune di Frosinone il merito della TAV in Ciociaria. Oppure avrebbero ribattuto al sindaco che nel suo intervento dice che i buoni spesa sono risorse messe in campo dal Comune. E per finire, ma credo sia la parte più importante, se ci fosse stata l’opposizione non avrebbe mai votato tutte le pratiche della Giunta».

È questo il vero punto politico: Alessandra Sardellitti e Norberto Venturi, per il Pd sono stati la ruota di scorta del centrodestra che amministra Frosinone.

Andrea Palladino, con il coltello tra i denti ed il lanciafiamme in mano, lo dice senza mezzi termini: «Non si può essere del Partito solo quando fa comodo. Noi siamo opposizione e stiamo lavorando per mandare a casa una maggioranza di destra che non ha fatto nulla per la città. Chi ha altre intenzioni lo dica e ci lasci lavorare».

L’ultima fiammata. La fine dell’assalto. Non la fine della polemica.