Sono arrivati a 13? Allora possiamo fingere di votare la sfiducia (di M. Molisani)

Respinta la mozione di sfiducia al sindaco di Cassino. Tutto come da copione. Lo show quando tutti sono stati sicuri che non sarebbe caduto

Mario Molisani

L'ombra nei palazzi del potere

È finita come doveva finire. Ossia: 13 a 12 e sfiducia respinta. Perché l’unico che forse avrebbe preso il risultato contrario come una liberazione rispondeva soltanto al nome di Carlo Magno…il Panettone D’Alessandro. Il resto è stata tutta ammuina nel consiglio comunale svolto mercoledì sera in sala Di Biasio con all’ordine del giorno la mozione di sfiducia a Carlone.

Tre ore e passa di parole, a volte senza senso, parlate e alla fine anche gridate, ma con un unico sottotesto: questa sfiducia non la voleva nessuno. (leggi qui La mozione che farà un baffo a Carlo Brancaleone D’Alessandro) La ciccia sta tutta qui. L’intero Consiglio Comunale si è recitato intorno ad un protagonista assente dal palco. Ma evocato da tutti: il tredicesimo uomo, cioè colui che avrebbe fatto pendere l’ago della bilancia in un verso o nell’altro, verso l’approvazione o la bocciatura della mozione con cui mettere fine alla Consiliatura.

Soltanto quando il tredicesimo uomo si è materializzato, a favore della maggioranza, ha permesso a tutti di svolgere il proprio ruolo. Come i protagonisti di una assurda commedia. Degna di mostri sacri come Ionesco e Beckett. Quelli che fino ad un attimo prima erano prudentissimi e taciturni consiglieri, appena hanno capito che i giochi erano fatti ed il loro voto non sarebbe stato determinante, hanno iniziato ad interpretare gli eroi dell’opposizione.

Sarebbe stato stimolante osservare quello che sarebbe accaduto se gli uomini di CMD’A si fossero fermati a 12. Scene da pop corn e coca cola, come al cinema.

Tutti presenti…

Come tutti potevano immaginare il consiglio comunale era al gran completo. Per Carlo Magno il Panettone D’Alessandro c’erano il presidente d’Aula Dino il diVino Secondino, la capogruppo di Forza Italia Rossellissima Tacco 12 Chiusaroli, la critica Francesca Tulipano Nero Calvani, l’ultimo fedelissimo di Mario Abbruzzese Gianrico Bellachioma Langiano, e poi Gianluca Grattaevinci Tartaglia, la neo consigliera (che reclama la delega appena lasciata) Dana Furia Ceca Tauwinkelova, il presidente del Foro Peppe Torcicollo Di Mascio, Angioletto El Jardinero Panaccione, Carmine Braveheart Di Mambro, Antonio L’Airone Valente, Alessio Una parola è troppa e due sono poche Ranaldi e Rosario Reset Franchitto.

Presente anche tutta la sacra corona disunita del Partito Democratico, come piace al segretario del Circolo cittadino sottoMarino Fardelli: l’ex sindaco Peppino Iamm Bell Petrarcone, il suo ex ministro delle Finanze Enzo Pitbull Salera, Edilio Segugio Terranova, Sarah Ora tocca a me Grieco, Massimiliano Bulldozer Mignanelli, Francesco che muove i fili Mosillo, Barbara Neuromed Di Rollo, Alessandro Quanto so Figo D’Ambrosio e Sabrina Occhi di Gatto Grossi. 

In mezzo, un pò di qua e un pò di là, come al solito Giuseppe Stampella Sebastianelli e i leghisti Robertino Solodinome Marsella e Claudio Nonsense Monticchio. 

Cassino come Cinecittà

Dopo un inizio sornione e i soliti interventi politici, accende la seduta Peppe Stampella Sebastianelli. “Voi la mattina girate delle fiction e poi la sera venite in consiglio comunale a raccontare che qualcun’altro ha compiuto quello che invece fatto voi durante il giorno“, parte subito all’attacco. “Lei Sindaco ha imparato subito a mentire“, ha proseguito l’ex consigliere di maggioranza.

Non fa in tempo a finire questa frase che dagli scranni dell’opposizione si alza un urlo che dice: “L’allievo ha superato il maestro“. Risate fragorose dal pubblico. Il riferimento era ovviamente al rapporto tra  Mario Il Tronista Abbruzzese e CMD’A, secondo molti infatti, il primo sta plasmando a sua immagine e somiglianza il secondo. Almeno per quanto concerne la mistificazione della realtà.

Sebastianelli ci va giù ancora pesante poco dopo: “Lei non può più amministrare questa città perchè a base della sua politica c’è la menzogna. Qui la bugia è l’unica cosa vera. Vogliamo riportare i cittadini al voto“.

Stampella contro il diVino

Come al solito però Peppe si è dilungato molto. Dino il diVino Secondino, presidente d’Aula, lo richiama all’ordine e comunica che il tempo a sua disposizione è scaduto. Ma Sebastianelli non lo sente nemmeno.

I toni diventano accesi. Il diVino minaccia:”Consigliere lei deve finirla e si deve sedere. Altrimenti sono costretto a farla accompagnare fuori dall’aula dai vigili urbani. Deve permettere a tutti di esprimere la propria opinione“.

Se hai il coraggio provaci“, gli urla in faccia Stampella sfidandolo.

Se lei non si siede io sospendo il consiglio“, replica Secondino.

E fallo“, risponde secco Sebastianelli.

Dichiaro sospesa la seduta e chiedo riunione dei capi gruppo“, Il diVino si alza e lascia l’aula. Insomma il pallone è mio e gioca chi dico io.

Si decide di tornare in aula, di finire il consiglio comunale con la votazione per appello nominale sulla mozione di sfiducia nei confronti del Sindaco. 

La Lega a favore

Al momento di votare c’è un colpo di scena. La Lega ha dato seguito alla sua schizofrenia politica, votando a favore della mozione di sfiducia. Ma la notte precedente era certo il contrario: non avrebbe votato un documento proposto dal Pd. Allora perché ha cambiato il copione già scritto? (leggi quiIl tredicesimo uomo non c’è: anche la Lega si sfila)

La Lega ha iniziato a recitare a soggetto appena l’orologio biologico della maggioranza ha suonato la 13ma ora, quella della resurrezione. Anche perchè da Roma, le indicazioni era tutt’altre. Se il Carroccio dopo tanto rumore avesse votato contrario alla sfiducia, quel briciolo di credibilità che ancora gli rimane, dopo le digievoluzioni di questi ultimi mesi, sarebbe stato divorato dalle fauci della vergogna. Quindi meglio una presa di posizione soft.

Magari ci possiamo astenere“, hanno pensato, “mica possiamo votare una sfiducia targata Pd. Se lo facciamo da Roma ci fucilano“. Ed è nata così la trovata geniale. Tutti sapevano che questa sera la maggioranza di CMD’A si sarebbe fermata a 13. Quindi al di sopra di ogni pericolo. Il gioco ai traditori è servito soltanto a qualcuno per alzare la posta e ad accaparrarsi qualche briciola. Quindi sia il capogruppo Robertino Solodinome Marsella e Claudio Nonsense Monticchio sono andati tranquillissimi in Consiglio e continuare la farsa della Lega cattiva, quando tutti, al di fuori da Cassino stanno lavorando per non far cadere l’amministrazione.  

CMD’A mangerà il panettone da Sindaco del Comune di Cassino ma se i presupposti sono quelli degli ultimi tempi, sarà quello di un brand amaro: Mainagioia.