Più abitanti ma meno soldi, il mistero dei fondi per la riabilitazione

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Il caso dei fondi assegnati alle Asl per la Riabilitazione. Frosinone è la Cenerentola: Viterbo ha meno abitanti ma più del doppio dei soldi. La conseguenza: un anno di attesa per la riabilitazione in Ciociaria. Il peso della politica

La proporzione non c’è. La conseguenza è che se un anziano della provincia di Frosinone scivola e deve operarsi un ginocchio, subito dopo l’intervento deve alzarsi e correre sgomitando per conquistare un posto in Riabilitazione. Non accade la stessa cosa nelle altre province del Lazio.

Per comprenderne il motivo è sufficiente sfogliare il Dca 323 del primo agosto scorso. È il documento con il quale si assegnano alle Asl della regione i livelli massimi di spesa per quella che in termini tecnici si chiama “Riabilitazione territoriale intensiva, estensiva e di mantenimento rivolta a persone con disabilità fisica, psichica e sensoriale“.

L’attività di riabilitazione motoria

Alla Asl di Frosinone (mezzo milione di ambitanti) sono stati assegnati 7,46 milioni di euro. Per lo stesso perioso alla Asl di Viterbo sono andati 19,9 milioni di euro: ma di abitanti ne ha appena 321mila.

La conseguenza è che in pochi mesi vengono esauriti tutti i posti disponibili nelle strutture pubbliche e private della Asl di Frosinone. E ci si deve mettere in fila. A novembre 2019 se si telefona per chiedere un appuntamento l’attesa media è di un anno.

La conferma arriva dalla Asl di Latina: la popolazione è identica a quella assistita in provincia di Frosinone: ma per la riabilitazione ci sono a disposizione 10,27 milioni di euro. I tempi di attesa sono lunghi ma inferiori a quelli che bisogna aspettare a Frosinone.

Il dato diventa imbarazzante nel momento in cui ci si sposta ai Castelli: la Asl Rm6 si occupa delle aree dei Castelli, Frascati, velletri, Anzio e Marino; può contare su 16,4 milioni di euro.

La Asl Rm4 ha competenza su 28 Comuni: per lei ci sono 14,8 milioni di euro; la Asl Rm5 ha competenza sui distretti di Monterotondo, Tivoli, Palestrina ed ha a disposizione quasi 10 milioni di euro .

Frosinone è la Cenerentola del gruppo: la provincia di Rieti con i sui 155mila abitanti può contare su 5,3 milioni di euro.

L’assessore alla Sanità del Lazio Alessio D’Amato © Imagoeconomica

Chi decide quali sono i tetti per ogni provincia? Le Asl non c’entrano. La scelta è politica. Avviene tutta in Regione Lazio. Dove i cordoni della borsa sono stati sigillati da dieci anni di Risanamento dei conti Asl. Creando anche un’altra conseguenza. A rendere ancora più drammatica la situazione c’è infatti la questione delle tariffe: sono ferme al 2002. E in base alle cifre, la tariffa media per prestazione in Ciociaria è di 30 euro.

«Il solo costo del dipendente – spiega Bernardo Pirollo del Centro di Riabilitazione Neuromotoriasi aggira sui 25 euro per prestazione. La questione diventa particolarmente drammatica quando si ha a che fare con casi di bambini affetti da patologie degenerative: siamo costretti a dire che devono passare fra un anno».

Bernardo Pirollo del CRN

Il problema è politico. La ripartizione dei fondi avviene sulla base di parametri precisi. Ma è la politica che decide quali siano i parametri da tenere in considerazione. «In questi giorni inizia la discussione sul documento di Finanza Regionale e poi quella sul bilancio: difendere un territorio è anche ottenere un tetto più alto dei 7 milioni attuali. Non sono soldi che andrebbero in tasca a noi, ma sarebbero tutti posti di lavoro in più e abbattimento dei 12 mesi di attesa che ci sono oggi».