Una laurea in scienze motore, un passato da giocatore di poker professionista, Riccardo Lancia è di Frosinone ed ha iniziato a scattare a 29 anni. I suoi servizi sono pubblicati su Chic Style Magazine, Elle, Glamour, Cosmopolitan, Amica, Grazia, Style Magazine. E rivela che...
Chiamarlo solamente fotografo è ciò che più di riduttivo possa esserci, chiamarlo artista è ciò che più di sbagliato si possa fare: considera la definizione di “artista” troppo inflazionata e molta della produzione attuale non rientra nei suoi gusti. Preferisce esprimere il suo essere attraverso la fotografia e non a parole. Dai suoi self-portraits può sembrare un hipster burbero, imperscrutabile e tenebroso ma nei modi c’è tutta la gentilezza, delicatezza e sensibilità che servono per entrare in empatia con le persone che siano soggetti ritratti o spettatori. Riccardo Lancia, 38 anni, di Frosinone, con i suoi scatti sta conquistando un numero sempre crescente di appassionati e ammiratori. E forse è l’esempio che in ognuno di noi c’è un destino già scritto.
Ritratti che racchiudono attimi dell’animo umano, volti, sguardi, corpi, luce, ombre, immortalati proprio nel momento in cui sembra che stia per emergere qualcosa, qualsiasi cosa che comunichi una sensazione forte, inquietudine, stupore, sensualità, momenti intensi intrappolati per sempre tra le linee e i colori di un’istantanea. Le immagini di corpi e scenari sembrano catapultare chi le osserva all’interno di un racconto in cui proprio un secondo prima stava accadendo qualcosa e si è portati a chiedere cosa sarà potuto accadere dopo lo scatto. Una di queste è stata in mostra lo scorso anno a Parigi nell’International Photo Expo ed è esposta ad Arles, fino al 20 Luglio nell’International Photo Exhibition “Imagenation Arles”, il fotografo Toni Thorimbert ha voluto una stampa della foto tutta per sé.
Riccardo scatta per la prima volta a 29 anni, strano ma vero o almeno non ricorda di averlo fatto prima, forse da piccolo, non sa se si possa definire destino ma sicuramente, visto il suo percorso precedente, non avrebbe mai immaginato di fare questo nella vita. Una laurea in scienze motorie, sette anni come giocatore di poker professionista poi, un giorno, in un periodo in cui non si sentiva più tanto felice, per puro caso, scatta una foto con la macchinetta digitale di suo padre, era un paesaggio di mare, il giorno seguente riguardandola e tenendola tra le mani ha provato una sensazione di benessere e ha deciso di andare avanti. Ha iniziato con la street ispirandosi ai fotografi degli anni ’60 ’70-
Il primo ritratto lo ha scattato tra il 2012 e il 2013, a proposito di questo dice: «Quando faccio un ritratto è fondamentale l’empatia che riesco ad instaurare con la persona che ho davanti, è sempre variabile, dipende da soggetto a soggetto, a volte scatta subito e per una foto ci impiego solo mezz’ora, altre volte ci vuole più tempo, l’importante è trovarla e quando proprio non si instaura il giusto feeling cerco in tutti i modi di velocizzare e fare comunque un buon prodotto. C’è da dire che in questo mi aiuta molto il mio passato da pokerista, quando hai davanti l’avversario e devi cercare di capire quale sarà la sua prossima mossa hai a disposizione solo lo sguardo o pochi cenni del viso, da qui si sviluppa una sensibilità nella percezione di ogni singolo cenno dell’altra persona».
Un lavoro in continua evoluzione e ricerca, soprattutto negli ultimi anni si è ispirato ai pittori fiamminghi riproponendo colori caldi su sfondo nero, di facile intuizione collegamenti ai preraffaelliti anche nelle pose delle modelle e lo studio della luce che in ogni genere, forma ed arte riconduce comunque a Caravaggio.
Per lui la luce è un’opportunità con cui poter dire qualcosa, considera il suo lavoro racchiuso in periodi all’incirca di tre mesi: «La fotografia è considerata come arte minore, si può dire comunque che il ragionamento del fotografo sia molto simile a quello di un pittore. Essendo la fotografia immediata rispetto alla creazione di un quadro ovviamente, per il fotografo, tutti i procedimenti sono accelerati, i miei periodi durano all’incirca tre mesi, sono sempre variabili, molto dipende dal mio stato d’animo e da quello che voglio tirare fuori».
Ama scattare con qualsiasi cosa, digitali, analogiche, cellulare, anche con il banco ottico, il mezzo con cui si scatta può cambiare, ciò che deve rimanere ben saldo è il messaggio. I paesaggi sono spesso boschi, laghi, ci sono molte ombre aperte, è affascinato dalla nebbia perché nella sua naturalezza riesce a lasciare sempre il dubbio, il punto interrogativo.
Ai modelli, ci svela, chiede di non ridere :« Una persona che ride è bella a prescindere e manda una facile lettura di felicità, quando non si ride il volto assume tratti intensi e può esprimere sensazioni forti».
Gli shooting di moda che realizza riescono a trasmettere l’essenza del brand attraverso un glamour che lascia comunque intravedere la sua firma, nel prodotto di moda l’impatto visivo deve comprendere necessariamente l’outfit o il prodotto.
I suoi servizi sono stati pubblicati su fashion magazines come Chic Style Magazine, Elle, Glamour, Cosmopolitan, Amica, Grazia, Style Magazine. Una delle ambizioni più grandi per lui sarebbe quella di poter scattare con modelle molto note per capire che tipo di simbiosi si può sviluppare con delle professioniste_ da bravo giocatore di poker è affascinato da questa continua sfida, prende come esempio la fotografia di Paolo Roversi e la top model per eccellenza Kate Moss. «Kate Moss è sempre la stessa, è quasi scontato che i suoi servizi vengano bene, eppure le foto più belle in assoluto che la ritraggono, quelle che fanno la differenza, sono state realizzate solo da tre o quattro fotografi al mondo, sono loro che fanno la differenza».
Alla domanda su dove vuole arrivare, Riccardo Lancia risponde di voler mantenere l’asticella molto alta, con i piedi sempre per terra e la consapevolezza di tutte le difficoltà che si incontrano in questo lavoro.
In attesa del prossimo ritratto, del periodo successivo, della sfida, della giusta luce, in attesa del prossimo scatto.