“Ricordati che mi hai votato”: e Carlino nega

Il botta e risposta tra l'ex sindaco e l'attuale vice di Salera. Le frecciate sui rapporti interni al Pd. I 'Giovani' non tornano a casa. E sui beni tolti alla malavita...

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Ti ricordo che mi hai votato”. “Questo lo dici tu”. La stilettata dell’ex sindaco di Cassino Carlo Maria D’Alessandro nei confronti dell’attuale vicesindaco Francesco Carlino ha colto molti di sorpresa. Per questo ha provocato una serie di reazioni. Molte, anche inaspettate inaspettate. Per capire di cosa stiamo parlando, bisogna portare l’orologio indietro di sei anni.

Si deve tornare al mese di giugno del 2016. Il sindaco uscente di centrosinistra Giuseppe Golini Petrarcone aveva a suo sostegno il 90% della squadra che oggi è con Enzo Salera. Petrarcone non riuscì a centrare la vittoria al primo turno. Al ballottaggio la sfida era con il candidato di Centrodestra Carlo Maria D’Alessandro, sconosciuto direttore del Catasto: efficiente ma estraneo alla politica.

E c’era un terzo incomodo: un’altra coalizione con cui fare i conti, quella di Francesco Mosillo.

L’antefatto

Francesco Mosillo

L’imprenditore della Sanità aveva ottenuto un’ottima affermazione al primo turno.

La sua candidatura era nata da una divisione nel Centrosinistra, in contrapposizione a quella di Giuseppe Golini Petrarcone. Con lui c’erano uomini e donne di spessore del Pd: l’attuale vicesindaco Francesco Carlino non era candidato in prima persona ma fece attivamente campagna elettorale sui palchi. Tra gli eletti ci furono l’attuale presidente del Consiglio Comunale Barbara Di Rollo e l’attuale portavoce de “Le DemocraticheSarah Grieco.

Al ballottaggio, l’accordo tra Mosillo e Petrarcone non si raggiunse. Una versione vuole che sia stato Mosillo ad avanzare pretese talmente esose da innescare il rifiuto di Petrarcone; un’altra versione vuole che sia stata l’area di Petrarcone a non volere l’intesa, nella convinzione che quei voti sarebbero andati naturalmente verso di loro e senza dover pagare prezzi.

Esiste anche una terza versione. Secondo la quale l’area di Francesco Mosillo non trattenne chi volle votare Carlo Maria D’Alessandro; i numeri dicono che molti dei loro voti finirono sull’ingegnere civico schierato dal centrodestra. Tant’è che in Consiglio comunale il gruppo Mosillo-Di Rollo e quello Petrarcone-Salera non si sono mai parlati e, se possibile, evitavano anche gli sguardi.

Il post delle polemiche

Enzo Salera con Francesco Carlino

Così è stato da giugno 2016 a febbraio 2019 quando ci fu la caduta anticipata dell’amministrazione D’Alessandro: a quel punto le due anime del Centrosinistra iniziarono a dialogare per non ripetere gli stessi errori che avevano determinato la sconfitta di tre anni prima. Nacque quindi il patto di ferro tra Mosillo e Salera. Che a sua volta divorziò da Petrarcone. Il resto è storia recente. Ma il passato non si cancella.

Si arriva allora a dopo il Consiglio comunale di mercoledì. Quel giorno è stato approvato oltre che il Bilancio di Previsione anche il piano triennale delle opere pubbliche. L’assessore al ramo nonché vice di Salera, ha pubblicato sui social un post celebrativo per elogiarsi ed elogiare l’amministrazione. Tanti complimenti, una pioggia di like, qualche cuoricino.

Fin quando nel dibattito non interviene l’ex sindaco Carlo Maria D’Alessandro che in punta di fioretto va a colpire laddove sa di creare imbarazzi. Primo colpo: “Carissimo Francesco, penso di potermi rivolgere a te in maniera affettuosa, anche considerando il tuo sostegno 5 anni fa al mio ballottaggio (a qualcuno adesso gelerà il sangue ma è così).

Poi la stoccata indiretta ad Enzo Salera, che in veste di assessore al Bilancio è stato bocciato anche da Carlino. Ricorda D’Alessandro: “Concordo con te, non tutte le amministrazioni sono uguali. Ci sono, ad esempio, quelle come la mia, che ha trovato in cassa 54 euro e dal punto di vista dei finanziamenti il deserto del Sahara, tant’è che anche tu all’epoca decidesti di candidarti contro quella che era stata la tua amministrazione”. Stiamo parlando dell’amministrazione Petrarcone, in cui Salera aveva un ruolo di primo piano.

Ma quale segreto dell’urna

Carlo Maria D’Alessandro

Ma ormai è storia. Nulla ha svelato D’Alessandro che in città, e soprattutto negli ambienti politici, non si sapesse già.

Ed infatti a mostrare pollice verso nei confronti di Carlino sono stati proprio alcuni esponenti del Pd dopo la risposta del vicesindaco che si è “nascosto” nel segreto dell’urna e ha ribattuto: “Se parli così sei un mago. Io al ballottaggio del 2016 non ho mai parlato con nessuno, tanto meno con te, e non penso che tu eri con me nel seggio”.

D’Alessandro mette fine al botta e risata “virtuale” e aggiunge: “Allora mi sarò confuso”. Chiara, l’ironia dell’ex sindaco, perché tutti sanno come andarono le cose nel 2016 e quali erano gli schieramenti al ballottaggio, pur senza accordi o apparentamenti ufficiali.

Alcuni tra gli esponenti del direttivo del Pd, letta la conversazione, si scambiano screenshot. Ricordano quel che è successo in quel periodo e dicono: “Ma Carlino che fa? Prende per il c…?”.

I giovani non rientrano

Luca Fardelli

La “rispolverata” su quel che accadde sei anni fa, è l’occasione negli ambienti Dem per lanciare un monito all’amministrazione comunale. Un monito che arriva da esponenti del Centrosinistra che non fanno parte dell’amministrazione comunale.

Seppur senza proteste clamorose, il malumore nel Circolo è ancora evidente. I Giovani Dem non sono ancora rientrati dopo aver abbandonato la chat: c’era stata un’intesa in base alla quale riconoscere il loro ruolo attraverso tre posti nella Direzione più la vice segreteria; tutto è rimasto lettera morta. (Leggi qui: La grande fuga dalla chat: ribellione nei giovani Dem).

La nuova sede ancora non c’è, il dialogo con l’amministrazione e alcuni esponenti del direttivo è inesistente. Continuano a restare ai margini anche Luca Fardelli e Sarah Grieco. Al punto che nei messaggi che circolano tra gli attivisti dem, qualcuno mette in guardia Carlino e Salera: “Non hanno capito che se continuano così, c’è il rischio che si ripeta quanto accaduto nel 2016”.

D’Alessandro firma il trasferimento dei beni al Comune

D’Alessandro, invece, gongola. E dopo aver messo il dito nella piaga, ricorda che è stata la sua amministrazione a firmare l’atto con il quale si trasferivano al Comune i beni sottratti alla criminalità, tra cui l’attuale Palazzo della Cultura inaugurato nei giorni scorsi con Nicola Zingaretti. Giusto per mettere i puntini sulle “ì”…