Buschini contro Roma Capitale: «Sui rifiuti basta slogan mentre le province gli risolvono i problemi»

Due ore di confronto. Per attaccare a testa bassa e difendere a spada tratta. L’assessore regionale all’Ambiente Mauro Buschini ha snocciolato dati, cifre, indici, statistiche e strategie. Per dire due cose ai senatori ed ai deputati della Commissione Bicamerale d’Inchiesta sul Ciclo dei Rifiuti . La prima: «Roma Capitale non può pensare di fermarsi agli slogan mentre la Regione e tutte le province del Lazio, devono risolvergli i problemi. La seconda: «Fino al 2011 il ciclo dei rifiuti si è basato sulle discariche e spesso ci si buttava l’immondizia così com’era. Adesso c’è una strategia».

Attacco a Roma Capitale. Critiche senza mezzi termini al governo di Virginia Raggi. E difesa delle politiche messe in campo dal governo regionale di Nicola Zingaretti per evitare che la capitale d’Italia finisse sommersa dalle spazzature.

Senatori e deputati hanno chiesto all’assessore Mauro Buschini di spiegare cosa sta accadendo nel ciclo dei rifiuti del Lazio. La convocazione era in agenda da dieci giorni e non è collegata all’inchiesta che nei giorni scorsi ha portato al commissariamento di varie ditte del settore in provincia di Frosinone.

Il nodo è Roma. Perché – ha detto l’assessore regionale «Roma, oggi, ha bisogno degli impianti per la lavorazione dei rifiuti situati a Colfelice, Aprilia e Aielli. Ha bisogno degli inceneritori di Colleferro e San Vittore del Lazio. Così come ha bisogno di altri 49 impianti dislocati in altre 10 regioni italiane e in tre Stati esteri. Oggi la Capitale usa anche inceneritori austriaci».

La Regione ha aiutato Roma? Buschini ha dichiarato che «La Regione ha corrisposto, sia sul piano finanziario che su quello amministrativo, ingenti risorse economiche». Solo soldi? «Anche un coerente impegno amministrativo».

Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini aveva imposto alla società pubblica Saf di Colfelice (proprietà dei Comuni della provincia di Frosinone, tutti in parti uguali) di accogliere i rifiuti di Roma. L’intimazione fatta all’allora presidente Cesare Fardelli partiva da due presupposti. 1) La relazione dei carabinieri del Noe dichiarava che tutto funzionava bene a Colfelice. 2) L’impianto è stato realizzato con denaro pubblico, soddisfa a pieno le esigenze del territorio ciociaro, ha la possibilità di lavorare altro materiale e quindi deve aiutare Roma a non finire in emergenza. Ma oggi gli stessi carabinieri (quelli forestali però) dicono che Colfelice non funziona bene. Cosa accade se Saf non può più accogliere circa 200 tonnellate al giorno di rifiuti romani?

«Una cosa è certa: Roma Capitale non può pensare di fermarsi agli slogan mentre la Regione e tutto il territorio laziale devono risolvergli i problemi».

Insomma, Roma non ha ancora risolto i suoi problemi né ha deciso come risolverli. Deve individuare la sua discarica di servizio, «di cui ha assoluta necessità, e anche allestire il progetto ed avviare l’iter autorizzativo». Nel frattempo dove porta i rifiuti se non a Colfelice? «Potremmo considerare un ulteriore e breve conferimento all’estero di rifiuti indifferenziati destinati a recupero di energia». Naturalmente, confidando «nella Commissione Europea affinché vi sia comprensione e collaborazione».

Cosa accadrebbe a Roma senza la Saf di Colfelice, la Mad di Roccasecca, gli altri impianti ciociari, i termovalorizzatori di San Vittore del Lazio e Colleferro? «Senza questi soccorsi Roma sarebbe in permanente emergenza ed è assai difficile persuadere i cittadini di altri territori laziali che, mentre Roma dichiara di non aver bisogno di nessun impianto di recupero o smaltimento, a loro tocca ricevere centinaia di tonnellate al giorno di rifiuti romani».

Buschini attacca Roma perché lui è del Pd e Virginia Raggi guida un governo a Cinque Stelle? Nei fatti l’assessore ha sparato a palle incatenate addosso alla giunta capitolina. Ma sui verbali ha tracimato diplomazia: «Ho apprezzato la volontà collaborativa espressa ieri, proprio qui, dall’Assessore comunale Montanari. Adesso è il momento di decidere e ogni melina sarebbe colpevole».

Senza Frosinone, Latina, Colleferro, Roma sarebbe sommersa dalle immondizie. Per rendere più efficace il sistema, il governo Zingaretti punta a rivoluzionare il piano regionale dei rifiuti. E’ la più grande battaglia contro i rifiuti di Roma degli ultimi 20 anni.

Il progetto illustrato oggi alla Bicamerale prevede di trasformare le province in bacini: ogni bacino deve chiudere il ciclo al suo interno. Deve  diventare autosufficiente: raccogliere i rifiuti, lavorarli in impianti Tmb (come la Saf di Colfelice), recuperare tutto il possibile, bruciare i resti usando termovalorizzatori con cui generare energia elettrica.

Doveva essere così anche con la vecchia norma ma nei fatti i bacini provinciali oggi sono solo sulla carta: la verità è che ognuno fa come gli pare.

Per essere sicuri che la nuova organizzazione funzioni, lo schema Zingaretti – Buschini prevede che a regolare il sistema ci sia un organismo «che abbia la funzione di gestore dei flussi, degli investimenti e delle tariffe. Una centrale di regolazione». Il suo compito sarebbe proprio quello di equilibrare il sistema quando ce n’è bisogno. E di assicurare che i rifiuti non possano circolare liberamente nella regione.

Soprattutto – è stato spiegato alla Commissione Parlamentare – si vuole superare lo schema basata fino ad oggi sulle discariche. E sulle quali è nato un impero economico privato «che ha compresso e mortificato le raccolte differenziate, evitato la costruzione di stabilimenti per il riciclo, originato “fabbriche” che producono rifiuti da rifiuti nel mentre che le discariche venivano creando enormi problemi ambientali e gli impianti di termovalorizzazione si dimostravano insufficienti». Roba che avrebbero voluto dire i grillini. E che invece si sono sentiti dire dall’assessore. Li ha sorpassati a destra prima che potessero contestare.

Così come gli ha tolto la palla quando è stato il momento di parlare dei rifiuti da inceneritore: non è competenza della Regione, lì la legge è nazionale.

E gli impianti sui territori? «Negli ultimi 9 mesi sono stati controllati tutti. Anche quelli che erano già stati controllati. A tutti è stata richiesta la documentazione e sottoposta a nuova verifica»

La raccolta differenziata? «Negli ultimi tre anni, è cresciuta intensamente. Il rapporto nazionale sulla gestione dei rifiuti urbani presentato a dicembre scorso, ha rilevato che la raccolta differenziata nel Lazio si è attestata, nel 2015, al 37,5%. In due anni è cresciuta di oltre dieci punti»

Per gli amanti delle statistiche, l’assessore si è presentato con una proiezione. «L’incremento percentuale dell’11% in assoluto, equivale al +41% di progressione nel triennio. Dal 2013, l’incremento annuo è di oltre il 6% il che giustifica la stima per la quale, nel 2016 si ritiene superata la percentuale del 40%».

E ai cittadini cosa è cambiato? E’ stato evitato che 1,2 milioni di tonnellate prodotte nel 2015 finissero in discariche ed inceneritori. Sono state invece avviate a riciclo e recupero.

A quanto ammonta la raccolta differenziata? «Nel 2015 oltre un milione e 300mila tonnellate di rifiuti sono state raccolte in modo differenziato e avviate a riciclo».

E gli impianti Tmb quanto immondizia hanno lavorato, nello stesso periodo? «Meno di un milione e 900mila tonnellate».

Quanto è stato trattato fuori regione? «Meno del 2%».

Quanti rifiuti sono stati trasformati in carburante con cui alimentare i termovalorizzatori e produrre così energia elettrica? «Circa 566mila tonnellate. Hanno alimentato gli impianti regionali all’85% e impianti extraregionali per il 15% circa».

Quanto è andato in discarica? «Dopo il trattamento nei Tmb sono finiti in discaricapoco più di 400mila tonnellate»

Il trend com’è? «Tra il 2013 ed il 2015 i rifiuti indifferenziati sono diminuiti di 433.807 tonnellate. In pratica c’è un calo del 19% quasi. E’ la conseguenza della diminuzione dei consumi nel periodo della crisi e – allo stesso tempo – della raccolta differenziata».

La Saf da oltre un anno non lavora più gli ‘organici’ cioè gli avanzi delle nostre cucine e dei nostri frigoriferi. Non conviene perchè non riesce a trasformarli in fertilizzanti di qualità. Ma ha chiesto alla Regione di finanziare un progetto per riuscirci in breve tempo.

«La Regione Lazio, in coordinamento tra l’Assessorato all’Ambiente e l’Assessorato all’Agricoltura adotterà una normativa ad hoc per la valorizzazione del compost di qualità prodotto nel territorio regionale. Intendiamo inserire, nei piani annuali di aiuto all’agricoltura, incentivi per l’utilizzo di ammendanti provenienti dal recupero dei rifiuti, creando un albo degli impianti di compostaggio regionali e un marchio di qualità per il compost della Regione Lazio.

Come vede, assessore Buschini, il futuro dei rifiuti nel Lazio? «Veda, Signor Presidente e Signori Membri della Commissione, io credo fermamente nello sviluppo della raccolta differenziata, nel riuso e nel riciclo dei rifiuti e spero davvero che Roma e il Lazio, raggiungano l’80% di raccolta differenziata e si approssimi a “rifiuti zero”.
Quando ciò accadrà, non avremo più bisogno di discariche e neanche dei TMB. Ma, fintanto che questo obiettivo non sarà conseguito, Roma non può dire che non ha bisogno di discariche, perchè, invece, sta usando quelle di altri».

Ultima stoccata sotto la cintura di Virginia.

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