I rifiuti a Cinque Stelle non puzzano

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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In giornata l’onorevole Luca Frusone ci ha fatto pervenire un suo pensiero su quanto scritto in queste pagine a proposito dei rifiuti inviati a Colfelice dal sindaco del suo Partito, Virginia Raggi. Ha sintetizzato la sua opinione in due cartelle molto fitte e piene di ben poco.

Meglio ha fatto nel pomeriggio quando ha scritto sul profilo del “Movimento Per Cassino a Cinque Stelle”. A militanti e simpatizzanti ha risparmiato tante tautologie e inutili giri di parole andando direttamente alla sostanza. E’ per questo che preferiamo prendere da lì il suo pensiero: per rispetto del vostro tempo e maggiore chiarezza.

Scrive il deputato: «Per giornalisti, giornalai, sindaci frustrati e fustigati e per quant’altro ci riserva la nostra amata terra. La Saf prende i rifiuti di Roma dal 2013 – in alcuni anni ne ha presi anche 50-60 mila tonnellate. Dove sono stati in questi anni tutti quelli che ora dicono che la Raggi ci manda i rifiuti? O non sanno fare il loro mestiere, o dormono o strumentalizzano. La decisione dipende dalla Raggi? Nelle carte delle SAF potete leggere che già a maggio quando Virginia non era certo sindaco c’era già la richiesta di portare i rifiuti fino a dicembre 2017. Quindi chi ora vorrebbe trovare un capro espiatorio nel Movimento 5 Stelle o ha la coscienza sporca o non ha proprio capito nulla di quello che lo circonda».

Nella migliore tradizione della peggiore Democrazia Cristiana, l’onorevole Frusone tenta di distrarre l’attenzione dall’unica risposta che avrebbe dovuto fornire.

Andiamo con ordine. Innanzitutto, cosa c’entrano gli edicolanti in questa storia? Se poi l’onorevole pensa che ‘giornalaio‘ sia un dispregiativo di ‘giornalista‘ sarà nostra cura lasciargli presso la ben fornita Libreria Ubik di Frosinone una copia del Dizionario della Lingua Italiana Devoto – Oli affinché possa aggiornare il proprio lessico. Se poi lo ha scritto di proposito, al fine di estendere a quante più persone, il proprio pensiero, perché non coinvolgere anche macellai, imbianchini, falegnami e tante altre professioni ben più nobili dello scaldasedie?

Sempre nella premessa, Frusone si rivolge ai ‘sindaci frustrati’.
Nelle ore scorse il neo sindaco di Roccasecca Peppe Sacco ed i suoi colleghi del circondario ci sono apparsi tutt’altro che ‘frustrati’: erano ben felici per essere riusciti a creare per la prima volta il seme di una Consulta che deciderà le politiche ambientali della intera zona, facendo fronte comune. Perché dopo questo successo politico dovrebbero essere dei frustrati? Perché hanno fatto in una mattinata ciò che l’onorevole non ha capito che sarebbe stato utile organizzare sul territorio? Il frustrato allora dovrebbe essere ben altri.

Poi la sostanza: nella quale l’onorevole Frusone sostiene che alla Saf (società pubblica che appartiene a tutti i cittadini della provincia di Frosinone, non un carrozzone ma in utile per quasi quattro milioni) sono anni che arrivano i rifiuti da Roma.
Noi e tutti quelli che abitiamo da Ceprano a San Vittore del Lazio lo sappiamo benissimo da una vita. Per lui che vive in quel di Alatri ed ha casa a Roma, rimborsata dal Movimento 5 Stelle con i soldi delle nostre tasse, sarà forse una novità. Benvenuto nel club.

Si domanda il deputato dove fossero gli edicolanti ed i sindaci frustrati e perché si ricordino di protestare solo adesso che a Roma governa un sindaco a Cinque Stelle.
Ora. Dal sindaco di San Giovanni Incarico Antonio Salvati tutto ci divide: nel metodo, nelle opinioni, nelle parole, nella sostanza. E forse ci vedremo pure in tribunale Ma onestà intellettuale ci impone di ammettere che da almeno vent’anni Salvati è sempre davanti ai cancelli della Saf a denunciare ciò che oggi il deputato Frusone sta scoprendo.

Ciò a cui invece Frusone dovrebbe rispondere è una cosa molto semplice: perché finora ha sostenuto che lo stabilimento Saf di Colfelice sia poco meno di un ecomostro e perché allora la sua collega di Partito ci manda i rifiuti? E’ un deputato del territorio, poteva e doveva farsi sentire con la sua collega di Partito: avvertirla che stava spedendo l’immondizia in un luogo inadatto, rendendosi anche lei responsabile dei danni alla salute dei cittadini. Perché l’accordo per le 3mila tonnellate in più è dello scorso fine settimana ed a Roma non governava né Ignazio Marino, né Francesco Rutelli, né Gianni Alemanno, né Luigi Petroselli, né Carlo Giulio Argan, né Giulio Cesare, né Romolo e Remo.

Il timore – e su questo sarebbe stato bello avere rassicurazioni anziché dividere la gente tra edicolanti e frustrati – è che anche a Roma si inizia a razzolare in un modo ben diverso da come il sindaco pentastellato ha promesso in campagna elettorale.
Frusone se ne faccia una ragione: non tutte le ciambelle vengono con il buco, ognuno ha il suo Mastrangeli da rimproverarsi. Ma è evidente che a Parma Pizzarotti, una volta messo di fronte alla realtà amministrativa, ha dovuto spedire in soffitta un bel po’ del populismo che aveva sventolato davanti agli elettori grillini per ottenerne la preferenza; da Ragusa ci assicurano che il sindaco del MoVimento avesse promesso di bloccare le trivellazioni e che poi abbia agito in maniera del tutto diversa una volta eletto; così come Nogarin a Livorno aveva promesso lo stop alla costruzione dell’inutile nuovo ospedale: ci garantiscono che dopo due anni il cantiere era ancora.

La rassicurazione che ci si sarebbe aspettati da Frusone sarebbe stata: “Ho sentito Virginia, è finito il periodo in cui i romani ci trattavano da pattumiera senza nemmeno ascoltarci. C’è un’emergenza, durerà solo dieci giorni e poi faremo a modo nostro o spedendo i rifiuti in treno o facendo funzionare gli impianti romani che – abbiamo detto dai palchi – erano fermi solo perchè conveniva. Certo, non ci comporteremo come quelli che siamo stati eletti per sostituire”.

Invece no. Questa rassicurazione non è arrivata.
Meglio prendersela con gli edicolanti che hanno venduto i giornali nei quali c’era scritto che da Roma arrivavano i rifiuti. Omettendo di dire, mentre gli consegnavano le pagine de L’Inchiesta Quotidiano o de La Provincia oppure Ciociaria Oggi “Guardi, sono rifiuti a Cinque Stelle e non puzzano”.

Mannaggia ai giornalai.