Rifiuti, ecco il piano per il Lazio. Raggi: «Zingaretti minaccia Roma»

Foto: © Imagoeconomica, Alessia Mastropietro

La Giunta del Lazio approva il piano dei Rifiuti. È quello che ridisegna la gestione delle immondizie nel Lazio. Fondi per rifare l'impianto Saf di Colfelice. E quello di Colleferro. Diventeranno Fabbriche dei Materiali. Zingaretti: "Funziona se tutti collaborano". Leodori: "Fine dell'emergenza a Roma". Raggi: "State minacciando la Capitale"

Cara Roma, le province si sono organizzate: ora è tempo che tu ti faccia la discarica”: il messaggio sta scritto tra le righe del documento approvato in giornata dalla Giunta regionale del Lazio. Non è un documento qualsiasi: si tratta del Piano Rifiuti 2019-2025. Che, dopo un mese e mezzo tra osservazioni e controdeduzioni, andrà in Consiglio regionale per l’approvazione finale. 

Economia Circolare

Tra gli obiettivi più importanti del Piano c’è lo sviluppo dell’economia circolare: che significa tutto e niente. È un segnale politico. Significa: “basta discariche, i rifiuti vanno recuperati e trasformati in nuova materia prima anche nel Lazio, così come si fa già nelle principali località europee”.

È la scoperta dell’acqua calda. Perché a Supino c’è la Vetreco che recupera il vetro di tutta l’Italia Centrale e lo trasforma in nuova materia prima. A Frosinone c’è la Viscolube che prende gli olii esausti e li rigenera. a Sora c’è la Ambiente SpA che recupera le matrie prime con qualità eccezionali e le rimette sul mercato. A Castrocielo c’è la Ferone specializzata nel recupero dei materiali ferrosi. Sono decine gli impianti di questo genere già attivi e dotati di una discreta fama nazionale.

La norma cessa di ghettizzarle come aziende che lavorano rifiuti e gli attribuisce un ruolo ambientale.

Prevede poi una serie di azioni da compiere in tutto ilLazio: accordi con la grande distribuzione organizzata per la riduzione degli imballaggi, contrasto del consumo della plastica monouso, introduzione della tariffa puntuale secondo il principio “che meno si inquina e meno si paga” o e preferite “tanto butti e tanto paghi”. E poi, contributi per la creazione di isole ecologiche e centri di compostaggio nei Comuni del Lazio (che negli ultimi anni hanno gia’ ricevuto oltre 87 milioni di euro dalla Regione).

Sarà incentivata la promozione dei centri per il riuso alla realizzazione dell’innovativo compound industriale di Colleferro, dove verranno trattati i rifiuti indifferenziati con processi di lavorazione a freddo, permettendo il recupero di materie prime secondarie, senza alcun impatto ambientale, che potranno essere rimesse sul mercato.

A ognuno la sua discarica

Il secondo punto: leggendo il documento è il “riequilibrio territoriale del fabbisogno impiantistico in ogni territorio provinciale“.

È qui il nodo centrale: significa che Frosinone ha la raccolta dei rifiuti differenziati, la loro lavorazione alla Saf ed in decine di piccoli stabilimenti di recupero, ha la discarica provinciale. La stessa cosa ce l’hanno Latina, Viterbo e Rieti. Non Roma: quindi la parola ‘riequilibrio’ politicamente significa che Roma deve attrezzarsi e basta.

Il sub ambito

Il terzo punto è l’introduzione del sub-ambito di Roma Capitale. Viene presentato come “l’innovativo presidio industriale di Colleferro“. In pratica? Colleferro lavorerà una parte dei rifiuti di Roma Capitale anche se è provincia di Roma e non fa parte della cinta della Capitale.

Nel “sub ambito di Roma Capitale” è prevista la realizzazione di una discarica di servizio. Conferma l’assessore Massimiliano Valeriani: “Roma ha un problema sugli impianti di smaltimento che non bisogna mai più raccontare come la vecchia discarica di Malagrotta“.

L’amministrazione della sindaca Virginia Raggi ha detto che bisogna arrivare a zero rifiuti. La Regione, tramite l’assessore Valeriani risponde che «Zero rifiuti non esiste e la necessità di un’impiantistica di smaltimento e’ ineliminabile».

Soldi per Saf e gli altri

La Regione stanzierà circa 6 milioni di euro. Serviranno a finanziare Comuni e aziende pubbliche del settore, attraverso un bando pubblico, per la realizzazione di impianti di trattamento e smaltimento dei rifiuti.

In elenco c’è già la trasformazione dell’attuale stabilimento Saf di Colfelice. I sindaci hanno votato per la sua chiusura e contestuale trasformazione in Fabbrica dei Materiali, per recuperare nuova materia prima dagli indifferenziati. Il progetto potrà attingere a quel fondo da 6 milioni.

Lo stesso principio vale per il nuovo stabilimento di Colleferro, che nascerà entro il 2021 e sarà anche il cuore del bando per la cessione delle quote di Lazio Ambiente. 

Obiettivi strategici per la cessione delle azioni dell’azienda, completamente detenute dalla Regione Lazio: salvaguardia dei livelli occupazionali, l’equilibrio economico-finanziario della società, la protezione del know-how e degli asset industriali, la condivisione del processo con Enti e Istituzioni interessate. 

Differenziata al 70%

Il Piano regionale punta al raggiungimento del 70% di raccolta differenziata entro il 2025. Nei prossimi mesi verranno investite ulteriori risorse per sostenere i Comuni nell’applicazione della Tarip (la tariffa puntuale). Consente di pagare il servizio di raccolta rifiuti in base al volume della spazzatura indifferenziata prodotta: tanto differenzi e tanto risparmi, tanto getti e in proporzione paghi. Finisce così la storia che tutti debbano pagare in base ai metri quadrati, anche se non producono rifiuti.

Previste somme per la creazione di isole ecologiche e di centri di compostaggio. Saranno promosse agevolazioni per imprese e Comuni che riducono la produzione di rifiuti, verra’ favorita la realizzazione di centri per il riuso, oltre ad una serie di misure e di iniziative per tutte le tipologie di rifiuti. 

I controlli

Sui temi di legalità e controllo, dopo gli incendi che si sono registrati (tmb Salario l’ultimo caso) e gli illeciti nella gestione del ciclo dei rifiuti, la Regione ha deciso di affiancare al Piano rifiuti quello triennale di prevenzione della corruzione 2019-2021. Anche questo è stato approvato dalla Giunta.

Questo strumento sarà un aiuto importante nella gestione delle attività amministrativa a valle della cornice disegnata dal Piano di gestione dei rifiuti.

Un ulteriore piano di rafforzamento riguarderà la tematica dei controlli sugli impianti autorizzati, prevedendo anche accordi interistituzionali che possano ampliare la gamma delle verifiche in ragione delle competenze di ciascun ente (Arpa Lazio, Asl, Carabinieri Forestali).

La rabbia di Virginia

Non fa i salti di gioia la sindaca Virginia Raggi. Che accusa la Regione di minacciare Roma Capitale.

«Abbiamo aspettato la Regione Lazio 7 anni per il Piano rifiuti e ora propongono una nuova discarica a Roma, una nuova Malagrotta. Cosa fa Zingaretti, minaccia i romani?» scrive su Twitter la sindaca.

Funziona se tutti collaborano

Immediata la replica di Nicola Zingaretti. Per il quale «L’ok al Piano è una svolta storica, una virata verso un Lazio sostenibile, che apre una nuova stagione nella gestione del ciclo dei rifiuti. È un altro giro di boa storico per la nostra regione che darà i suoi frutti se tutti collaborano».

Al di là delle polemiche politiche, dopo otto anni il Lazio ha un nuovo Piano regionale dei rifiuti, anche se per ora solo col via libera della Giunta e in attesa del via libera (con eventuali modifiche) del Consiglio regionale del Lazio.

Il governatore Nicola Zingaretti non nasconde la sua soddisfazione per questo pezzo di percorso anche se ora dovrà essere completato in Aula. “È evidente che il piano e’ fatto di linee di indirizzo: ora serve la collaborazione di istituzioni, imprese e cittadini. Qui c’e’ il bivio tra la buona e la cattiva politica: da una parte risolvere i problemi, dall’altro la polemica. Ora bisogna rimboccarsi le maniche, l’ordinanza su Roma ha dimostrato che quando le istituzioni collaborano arrivano i risultati» ha spiegato Zingaretti.

Il concetto chiave: trasformare i rifiuti da un drammatico problema ad un’immensa risorsa per cittadini, creando lavoro e qualità dell’aria.

Fuori da emergenza Roma

Il piano proterà definitivamente Roma fuori dall’emergenza: ne è convinto il braccio destro di Zingaretti, Daniele Leodori.

Ricorda che con l’approvazione del piano regionale si esce dalla fase dell’emergenza. «Con l’ordinanza abbiamo aiutato la Capitale a uscire dall’emergenza drammatica, e lo abbiamo fatto grazie alla solidarieta’ delle province del Lazio, col piano passiamo dall’emergenza alla programmazione e questa comporta un’assunzione di responsabilita’ nell’attuazione del piano e negli enti territoriali che dovranno procedere».