Rifiuti, Valeriani asfalta la Raggi. Michetti pure

Il tema dei rifiuti entra con forza nel dibattito elettorale di Roma. Dove i sondaggi dicono che il voto disgiunto rischia di essere determinante

Senza un attimo di tregua. L’indicazione di Nicola Zingaretti ai suoi deve essere stata questa. In particolare nella materia dei rifiuti. Cioè nel braccio di ferro che continua ad andare avanti tra la Regione Lazio e il Comune di Roma. E’ per questo che Massimiliano Valeriani, assessore regionale al ciclo dei rifiuti, nelle ore scorse ha deciso di tornare ad attaccare il Campidoglio.

Attacco frontale

Lo ha fatto ricordando che: “Solo pochi giorni fa, grazie al sostegno della Regione, sono stati attivati nuovi accordi con diversi operatori in cinque regioni italiane per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti di Roma. Questo ha permesso di mettere in sicurezza la capitale del Paese per i prossimi sei mesi. Ora il problema è il decoro e la pulizia della città: una situazione di degrado frutto dell’inefficienza gestionale dell’Ama e dell’incapacità amministrativa del Campidoglio”. (Leggi qui Roccasecca è salva: la Regione evita il caos rifiuti).

Massimiliano Valeriani. Foto Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Una bordata fortissima. Che non è finita lì. Ha continuato Valeriani: “Comprendiamo che la riconoscenza è un sentimento difficile da esternare, soprattutto in campagna elettorale. Ma le accuse alla Regione da parte della sindaca sono veramente surreali. In cinque anni di mandato la Giunta Raggi non ha realizzato un solo nuovo impianto, la raccolta differenziata è rimasta bloccata, il servizio porta a porta è stato ridotto. L’Ama ha cambiato 7 amministratori in cinque anni, generando una crisi organizzativa dell’azienda. E con le riaperture tutte le criticità nella raccolta dei rifiuti e nella pulizia della città sono aumentate. Eppure per provare a nascondere il proprio fallimento la sindaca Raggi non riesce a fare di meglio che scaricare le sue responsabilità su qualcun altro”.

Un intervento, quello di Valeriani, che va ad inserirsi nella linea tracciata da Nicola Zingaretti in persona qualche giorno fa: “Basta con questo schifo”. (leggi qui Rifiuti: Roccasecca “è in elenco”. Sacco: “Non vi avvicinate”).

Anche da destra

Il tema dei rifiuti entra nella campagna elettorale per il Campidoglio. Enrico Michetti, candidato sindaco del centrodestra, ha scritto su facebook: “La sporcizia è diventata un’emergenza. Blatte che risalgono dai tombini, topi e cinghiali in giro per la città, in ogni quartiere. Roma sprofonda nel degrado, con il caos rifiuti che favorisce la diffusione di specie infestanti con gravi rischi per la salute pubblica. È inaccettabile che in questi ultimi anni nella Capitale la raccolta differenziata sia rimasta al palo e che non siano stati fatti impianti per il trattamento dei rifiuti”. 

Carlo Calenda. Foto: Marco Cremonesi / Imagoeconomica

Intanto nei sondaggi lo stesso Enrico Michetti (centrodestra) e Roberto Gualtieri (Pd) prendono il largo rispetto a Carlo Calenda e Virginia Raggi. Ma c’è la variabile del voto disgiunto. Lo dice la rilevazione fatta da Noto Sondaggi la settimana scorsa (tra il 16 e il 18 giugno) su un campione di 1000 persone. Il primo dato che emerge: potrebbe esserci un’alta percentuale di voto disgiunto. Cioè, incrociando le domande emerge che molti intendono votare un candidato sindaco diverso dal Partito politico che vogliono sostenere con le preferenze ai Consiglieri.

In questo caso, infatti, secondo la rilevazione: Virginia Raggi andrebbe al ballottaggio con il 26% delle preferenze, Roberto Gualtieri si fermerebbe al 23 per centoCarlo Calenda che otterrebbe 3 punti in più, ottenendo il 14%.

Effetto disgiunto

La coalizione del centrodestra risulta la più votata dal campione con il 35% delle preferenze. Il Partito più votato nel sondaggio è Fratelli d’Italia (21%), seguito dalla Lega (8%), c’è il crollo di Forza Italia dissanguata dagli alleati (4%) con un restante 2% alle altre liste.

Gualtieri e Raggi

Alla coalizione della sindaca uscente Virginia Raggi viene attribuito il 25% (11% ad una eventuale civica della sindaca se la schierasse in appoiggio alla lista del M5S).

Un analogo 25% viene attribuito alla coalizione del centrosinistra, con il Pd primo Partito (18,5%). Proprio il centrosinistra pagherebbe il prezzo più alto sull’altare del voto disgiunto: la rilevazione dice che circa un quarto degli elettori del centrosinistra voterebbe come sindaco Carlo Calenda. La cui coalizione è accreditata dell’undici per cento. Non basta: un 7% degli elettori di centrosinistra, stando al sondaggio voterebbe come sindaco Virginia Raggi.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright