La legge elettorale è morta, andate elezioni (di C.Trento)

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

 

CORRADO TRENTO
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La legge elettorale è morta, andate in guerra. Anzi, alle elezioni politiche. Probabilmente anticipate: con l’Italicum corretto alla Camera e il Consultellum al Senato. Anche se dalle indiscrezioni che filtrano dalla sede del Pd al Nazareno si torna a parlare del piano alternativo, quello di un decreto per arrivare ad un’armonizzazione “tecnica” delle norme elettorali emerse dalle sentenze della Corte Costituzionale. In altri termini, un sistema elettorale unico parametrato sul Consultellum, per andare alle urne domenica 24 settembre, contemporaneamente alle elezioni in Germania.

Il Consultellum è un sistema proporzionale puro, senza premio di maggioranza e senza capilista bloccati. Per accedere alla ripartizione dei seggi, la soglia, su base regionale, è dell’8% per le liste non coalizzate e del 3% per le liste coalizzate (sempre che la la coalizione superi il 20%). È prevista la preferenza unica. Ogni collegio ha ampiezza regionale, ma è chiaro che per la Camera non potrebbe essere così. In ogni caso ieri i “franchi tiratori” hanno affossato la proposta di legge elettorale scaturita dall’emendamento Fiano. Quella dell’accordo tra Pd, Cinque Stelle, Forza Italia e Lega.

Alle 11, al primo voto segreto su un emendamento minore riguardante l’applicazione della riforma anche nei collegi elettorali del Trentino Alto Adige, il patatrac. I relatori avevano espresso parere contrario e ci si aspettava un no compatto. Invece 270 favorevoli, 256 contrari, 1 astenuto.

Come se non bastasse, un problema tecnico sul tabellone dei risultati ha reso palese il voto che doveva essere segreto. Il Movimento Cinque Stelle ha sparigliato le carte, ma all’appello sono mancati comunque 59 voti tra Pd, Forza Italia e Lega. Poi la decisione di rimandare la proposta di legge all’attenzione della commissione affari costituzionali. Emanuele Fiano sillaba: «La legge elettorale è morta e l’hanno uccisa i Cinque Stelle». Dunque, addio ai due collegi uninominali della Camera in provincia di Frosinone (nord e sud), addio al possibile collegio unico al Senato.

Tra Partito Democratico e Movimento Cinque Stelle lo scambio di accuse è al vetriolo. Anche a livello locale. Nazzareno Pilozzi, deputato del Pd, dice: «I Cinque Stelle hanno dimostrato ancora una volta di essere inaffidabili sul piano politico. Inoltre, a parole non fanno che ripetere di voler andare al voto il prima possibile, poi nei fatti dimostrano il contrario».

Luca Frusone, deputato del Movimento Cinque Stelle, rileva: «I numeri hanno la testa dura. Il Pd ha 282 deputati e i voti contrari sono stati 256. Possono lanciare tutte le accuse che vogliono ma resta il fatto che sono profondamente spaccati al proprio interno». In ogni caso la prospettiva di elezioni politiche a settembre ormai è vicinissima. Anzi, dietro l’angolo

 

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