Legge elettorale, riparte la discussione (di C.Trento)

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

 

CORRADO TRENTO
Ciociaria Oggi

 

 

Il 6 settembre alle ore 12 la commissione affari costituzionali della Camera riprenderà l’esame del testo di legge sulla riforma del sistema elettorale, quello naufragato in aula lo scorso 8 giugno. Al primo voto segreto.

Si tratta del sistema similtedesco che mirava a trasformare il Rosatellum, adattandolo all’Italia. Ipotizzando 315 collegi alla Camera e 156 al Senato, con un mix tra proporzionale e maggioritario.

In provincia di Frosinone erano previsti due collegi alla Camera (nord e sud) e uno al Senato. Nella competizione maggioritaria verrebbe eletto chi prende più voti, ma è evidente che i seggi sicuri scatterebbero soltanto per chi riuscisse ad ottenere una candidatura al primo posto nei listini della parte proporzionale.

Il fatto è però che oggi in pochi credono che il Parlamento riesca ad approvare una nuova legge elettorale. Complicato perfino le scenario di uniformare il Consultellum del Senato all’Italicum corretto dalla Corte Costituzionale della Camera.

Le differenze non sono di poco conto: l’Italicum è parametrato su base provinciale e prevede il capolista bloccato, mentre il Consultellum è “ tarato” su base regionale.

La conseguenza politica è semplice: ottenere la candidatura come capolista bloccato alla Camera dà garanzie di elezione, mentre per ottenere un seggio a Palazzo Madama occorrono accordi di ferro e, soprattutto, una posizione eleggibile. Il che vuol dire nei primi cinque o sei posti.

Nel Pd locale le grandi manovre sono iniziate. Qualcuno ipotizza perfino uno schema che va oltre i confini provinciali: Francesco De Angelis (area Orfini) capolista alla Camera a Frosinone, Francesco Scalia (area Guerini-Lotti) in posizione eleggibile al Senato grazie ad un’ intesa che passerebbe anche dalla candidatura di Claudio Moscardelli (stessa componente di Scalia) come capolista alla Camera nel collegio di Latina. E perfino da un’ intesa con l’ area del ministro Dario Franceschini, della quale fa parte il senatore Bruno Astorre. Considerando pure Claudio Mancini (Orfini), significherebbe che Scalia, Astorre e Mancini dovrebbero essere inseriti tutti e tre nei primi posti della lista al Senato.

Non è affatto semplice, così come non si può dare per scontata l’ alleanza tra Scalia e De Angelis. Con il primo che potrebbe ambire al posto di capolista bloccato alla Camera. Inoltre, la senatrice Maria Spilabotte e il deputato Nazzareno Pilozzi (entrambi uscenti) non staranno certo a guardare.

Ancora più complicata la composizione del puzzle per le regionali. I candidati dovrebbero essere quattro, con una perfetta parità di genere: due uomini e due donne. Gli uscenti sono due: l’assessore Mauro Buschini (area De Angelis) e il consigliere Marino Fardelli, vicino alla componente di Scalia.

Ma va considerato il ruolo di Antonio Pompeo, presidente della Provincia e sindaco di Ferentino, alter ego di Scalia. Deciderà nei prossimi mesi se scendere in campo o se cercare il mandato bis da sindaco.

 

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