Zingaretti non c’è, l’opposizione blocca i lavori sulla Riforma Elettorale

Mario Abbruzzese rifiuta di relazionare sul testo di legge che lui stesso ha messo a punto con la sua Commissione. «Zingaretti ha cambiato le regole». Il Governatore rientra nelle prossime ore.

L’obiettivo è metterlo in imbarazzo. O almeno provarci. Per questo, Mario Abbruzzese si è messo di traverso e durante i lavori del consiglio regionale. Ed ha preteso che il governatore Nicola Zingaretti venisse in aula a spiegare perché ha cambiato idea sulla legge elettorale. Quella con cui dovremo eleggere il prossimo governatore e che in queste ore è arrivata in aula per la discussione.

 

IL RIFIUTO DI ABBRUZZESE

Il presidente della Commissione Riforme ha tuonato: «A questo punto, onorevoli colleghi, non credo di essere più io la persona che deve relazionare a voi il testo della legge. È vero che sono io il presidente della Commissione che ha raggiunto l’accordo e messo a punto il testo sul quale iniziare oggi la discussione. Ma c’era un patto con il presidente Zingaretti: sulla base di quel patto abbiamo scritto le nuove regole. Lui disattende quel patto e cambia le regole. Venisse lui a relazionare».

 

Nicola Zingaretti però, con tutta la buona volontà, non è stato in grado di accontentare Mario Abbruzzese. Il governatore era impegnato in Polonia ad accompagnare circa 120 docenti del Lazio nella visita al campo di sterminio nazista di Treblinka. Il capogruppo del Pd, Massimiliano Valeriani ha spiegato che il rientro è solo questione di ore.

 

Slitta così a domani l’esame della proposta di legge regionale n. 372 “Riforma del sistema elettorale del Lazio”. Lo ha deciso la Conferenza dei presidenti dei gruppi consiliari riunita dal presidente del Consiglio, Daniele Leodori, per sbloccare lo stop determinato da Abbruzzese. Con lui tutte le opposizioni hanno chiesto di non procedere all’esame del testo senza la presenza di Nicola Zingaretti in Aula.

 

LO STOP DELL’OPPOSIZIONE

In apertura di seduta la comunicazione dell’assenza di Zingaretti aveva scatenato le proteste dei gruppi di opposizione: Francesco Storace (Mns), Giuseppe Cangemi, Mario Abbruzzese e Antonello Aurigemma (tutti del gruppo Pdl-FI), Daniele Sabatini e Luca Malcotti (Cuoritaliani), Giancarlo Righini (FdI), Gaia Pernarella, Valentina Corrado e Gianluca Perilli (tutti del Movimento 5 stelle), Pietro Sbardella (Misto) e Olimpia Tarzia (Lista Storace). Sono tutti intervenuti per stigmatizzare il comportamento del presidente della Regione che, a loro avviso, è stato prima responsabile dello stallo in prima commissione «per il suo dietrofront sull’abolizione del listino» è stato detto, e poi «non ci mette la faccia in Aula per spiegare le motivazioni di tale scelta».

 

LA MAGGIORANZA: PARTIAMO

Alle opposizioni ha replicato prima Massimiliano Valeriani, capogruppo del Pd, il quale ha garantito che «il presidente sarà in Aula per l’esame degli emendamenti». Sulla stessa linea Gianluca Quadrana (Lista Zingaretti) e Fabio Bellini (Pd), presidente della prima commissione, che hanno esortato comunque il Consiglio a procedere con l’esame anche in assenza del presidente della Regione. «Se noi volessimo riaffermare la centralità dell’Aula – ha spiegato Bellini – forse dovremmo cominciare a lavorare noi per cercare di capire se sulle tante questioni aperte rispetto al merito della legge è possibile fare un accordo anche senza il presidente Zingaretti».

 

IL PRECEDENTE INVERSO

Nessuno però ricorda che una situazione analoga a quella di oggi era già avvenuta a parti invertite. Accadde durante gli ultimi drammatici giorni del governo guidato da Renata Polverini: la governatrice aveva deciso di smobilitare, mettendo fine a quell’esperienza nel pieno del caos Fiorito, delle polemiche per la gestione dei fondi da parte dei gruppi consiliari, a pochi giorni dall’arresto del capogruppo PdL e del capogruppo di Italia dei Valori Maruccio. Il centrodestra andò in aula e votò l’adeguamento del numero dei Consiglieri a quello stabilito dalla nuova legge nazionale. Altrimenti le successive votazioni sarebbero state nulle. Avrebbe potuto cancellare il listino, come da programma. Ma decise di non farlo. Perché non conveniva allora al centrodestra. Come non conviene oggi al centrosinistra.

 

Dopo la sospensione dei lavori, il presidente Leodori ha comunicato all’Aula la decisione della Conferenza dei capigruppo di voler rinviare l’inizio dell’esame della proposta di legge regionale n. 372 a domani, martedì 24 ottobre.