Rimpasto, si va allo scontro: respinto l’ultimatum di FdI

Lega, Forza Italia e Civici hanno deciso di respingere l'ultimatum di FdI. Non ci sarà il rimpasto e nemmeno il cambio di presidente del Consiglio comunale di Alatri. Intanto il Pd ricorda al centrodestra che ora ci sono i suoi uomini in Regione. Ed ora tocca a loro difendere l'ospedale di Alatri dalla chiusura

Massimiliano Pistilli

Informare con umiltà e professionalità

Si va allo scontro frontale. La maggioranza di centrodestra che sostiene il sindaco Maurizio Cianfrocca ha deciso di respingere l’ultimatum di Fratelli d’Italia. No al rimpasto in Giunta, no al cambio di presidente del Consiglio Comunale.

La decisione è arrivata al termine di un confronto serrato. Nel quale sono state esaminate tutte le possibili opzioni sul campo. Ma al di là della questione politica è emersa un’altra questione: di metodo. La maggioranza ha ritenuto che il modo in cui FdI ha posto la questione impone di rifiutare; perché il rimpasto, l’incarico ‘pesante’ in giunta, la testa del presidente d’Aula, sono stati pretesi con un atto di forza e minacciando altrimenti di revocare la fiducia. Diverso sarebbe stato se ci fosse stato un sereno tavolo di confronto, senza ultimatum e senza scadenze.

Per questo Lega, Forza Italia e liste civiche hanno ritenuto che tra perdere la faccia e perdere la fascia, non ci sia margine di scelta: hanno deciso di andare avanti e chi ritiene di dover andare contro il voto popolare se ne assumerà la responsabilità.

Irremovibile Vinci

Ogni ragionamento, ogni ipotesi di composizione, è andata ad infrangersi sulla posizione di Sandro Vinci, presidente del Consiglio Comunale di Alatri. Non cede. Non ne ha alcuna intenzione. Se devono sparare lo facciano: lasciando le impronte digitali sul grilletto della pistola politica. È stato risoluto nel dire che non intendeva cedere all’ultimatum di Fratelli d’Italia: lì ce l’ha messo il Consiglio Comunale, da lì lo togliesse il Consiglio. È il messaggio mandato a quelli che erano disposti a prendere in considerazione l’ipotesi di una trattative con cui avviarsi al rimpasto.

Ma intanto chi governa?

Il presidente del Consiglio Comunale di Alatri Sandro Vinci

Mentre si attendono le conseguenze il Partito Democratico ricorda al sindaco Maurizio Cianfrocca ed alla sua amministrazione che hanno un’emergenza forse più urgente da affrontare. È il rischio di chiusura per uno dei reparti di eccellenza dell’ospedale San Benedetto. I vertici del Pd non usano giri di parole «Pediatria rischia la chiusura».

Fino ad oggi lo ha impedito un veto politico: posto da Mauro Buschini che negli ultimi cinque anni è stato capogruppo in Consiglio Regionale, presidente del Consiglio regionale, coordinatore della maggioranza di Nicola Zingaretti. Insomma, uno che aveva argomenti per dire no. Ora però Buschini è andato a fare il tecnico all’Egaf e si occupa di rifiuti, in Regione c’è il centrodestra nel quale ha buone entrature un altro alatrense: l’ex assessore regionale Antonello Iannarilli.

I ruoli si sono ribaltati. Ora è il Pd ad attaccare ed FdI a dover difendere l’ospedale di Alatri. Nel quale la cronica crisi nazionale di medici e paramedici rischia di mandare tutto in tilt. Argomento che rischia di aprire un nuovo fronte di scontro tra centrodestra e centrosinistra.

L’affondo democrat

Alessandro Torre

«Le prossime ore saranno decisive e purtroppo la stessa Asl si parla di una concreta possibilità di chiusura per Pediatria»: il primo segnale d’allarme proviene dal segretario cittadino Pd Alessandro Torre e dai due Consiglieri comunali Fabio Di Fabio e Matteo Recchia.

Subito arriva una critica alla nuova governance di centrodestra: «Una decisione che sta maturando nell’indifferenza del Governo regionale e dei consiglieri regionali di destra eletti nel nostro territorio». Il reparto di Pediatria è un’eccellenza ed ha un bacino d’utenza non solo dell’intera area nord ma anche dell’intera Provincia. «Rischiamo di dover assistere ai titoli di coda di un presidio fondamentale per la cura di bambine e bambini del nostro territorio».

Il Pd chiede all’Asl di «evitare una simile decisione». E allo stesso tempo si rivolge alla nuova giunta di centrodestra. Non mancano un appello ed una frecciatina al Comitato per il San Benedetto «che ritrovi quella grinta mostrata in passato». Infine al sindaco Cianfrocca, con tanto si stilettata «di interessarsene qualora non lo avesse già fatto poiché distratto da beghe politiche interne alla sua maggioranza».

A proposito di rimpasto

Matteo Salvini con Nicola Ottaviani e Kristalia Papaevangheliu

A proposito di beghe interne alla maggioranza e quindi di rimpasto. I sette giorni concessi da Fratelli d’Italia stanno per scadere e ieri sera la maggioranza ha cercato la quadra.

Hanno valutato tutte le opzioni. E scelto di dire no alle richieste di FdI. Niente Presidenza del Consiglio Comunale, niente assessorato. Gli assetti usciti dalle urne non si cambiano. Non verrà tolto l’assessorato della Lega (quello di Krystalia Papaevangeliu all’Urbanistica) che ha due assessorati a fronte di due Consiglieri, mentre FdI a febbraio si è portata in casa un consigliere leghista (Gianluca Borrelli) ed ora con tre Consiglieri ha un solo assessore.

La scelta è stata quella di mettere nulla sul piatto per soddisfare le richieste dei meloniani? Nulla. FdI dovrà ancora attendere. In realtà ha già smesso: Borrelli nelle ore scorse ha assestato un colpo sotto la cintura della maggioranza di cui fa parte. (Leggi qui: Top e Flop, i protagonisti di mercoledì 29 marzo 2023). 

La situazione è chiara nella sua indeterminazione: le crisi al buio si sa solo quando cominciano. Mai quando finiscono. E soprattutto come.