Rimpasto, uno spiraglio ora si apre

Vertice l'altro giorno per valutare il quadro politico cittadino. Si apre una possibilità di rimpasto nella giunta comunale di Alatri. Accogliendo alcune delle richieste di Fratelli d'Italia

Massimiliano Pistilli

Informare con umiltà e professionalità

L’incontro c’è stato giovedì. Ed una linea di mediazione sta prendendo forma. Ora il sindaco Maurizio Cianfrocca non esclude più in maniera categoria la possibilità di un rimpasto nella sua Giunta. Non ancora in maniera ufficiale: la nuova linea sta sedimentando nella sua maggioranza. Che vuole però una garanzia: non diventare ostaggio perenne del gruppo di Fratelli d’Italia.

È il timore emerso nel corso del confronto. Per questo si sta aspettando ancora qualche giorno. sarà necessaria almeno un’altra riunione prima di decidere.

L’ultimatum sul rimpasto

I consiglieri FdI Borrelli, Iannarilli, Santucci e il coordinatore Iovino

L’ultimatum sul rimpasto era stato recapitato una decina di giorni fa. A consegnarlo a palazzo Conti Gentili era stata la delegazione composta dai consiglieri Antonello Iannarilli (già presidente della Provincia, deputato, assessore e consigliere regionale), Gianluca Borrelli (eletto nella Lega e migrato in FdI poco prima delle Regionali) e Mattia Santucci, accompagnati dal coordinatore Damiano Iovino. (leggi qui: Cedere o resistere: via ai vertici dopo l’ultimatum FdI).

Una richiesta molto semplice e lineare, la loro. Fratelli d’Italia è passata da 2 a 3 Consiglieri ed allora è necessario riequilibrare la Giunta tenendo conto dei nuovi rapporti di forza. Inoltre c’è una richiesta di rivedere la posizione del presidente del Consiglio Comunale, poltrona oggi occupata da Sandro Vinci espressione della civica “Alatri Bene Comune“. 

Fratelli d’Italia aveva sollecitato il riequilibrio già nelle settimane scorse. Non ricevendo soddisfazione ha deciso di formalizzare le sue richieste. Mettendo in chiaro che un’assenza di risposta sarebbe stata considerata come una rottura dell’alleanza. Il che avrebbe generato non un passaggio di FdI all’opposizione ma una sua astensione dal voto: che tradotto in numeri significa far saltare la maggioranza.

Il dibattito interno

La maggioranza Cianfrocca

Verso la metà di febbraio la maggioranza aveva respinto con forza le richieste di Fratelli d’Italia. Lo aveva fatto con un documento unitario, nel quale veniva ribadita la fiducia al sindaco. (Leggi qui: La maggioranza blinda Cianfrocca: “Noi siamo con te”).

Il realismo però impone di fare due conti. I numeri rischiano di non esserci. Ed in questo modo Fratelli d’Italia potrebbe staccare la spina in qualsiasi momento. Ci sono questioni che non possono essere rinviate ed a quel punto l’amministrazione salterebbe, dopo avere subito anche un logoramento. Sta tutta qui l‘eventualità di un ripensamento e l’ipotetica apertura fatta giovedì. Ma che è tutta da verificare nella sua fattibilità.

L’assalto delle opposizioni

Dai banchi delle opposizioni la posizione è chiara. Ed è quella espressa nei giorni scorsi dal Segretario del circolo cittadino del Partito Democratico, Alessandro Torre. Che può essere riassunta con un interrogativo: “Ma mentre voi litigate, chi governa?

Fabio Di Fabio

Sullo stesso tema oggi parte all’assalto l’ex vicesindaco Dem Fabio Di Fabio. Che punta il dito sui numeri: dati alla mano spegne gli entusiasmi della giunta Cianfrocca e sollecita il centrodestra a mettere da parte le beghe interne per lavorare sul centro storico di Alatri. I negozi stanno chiudendo. Il capogruppo Pd chiede che torni appetibile e con maggiore offerta. Anche se la storia è complessa e complicata.

«”Il centro storico sta rinascendo”…..questa è la vulgata che da un anno e mezzo gli esponenti della Giunta Cianfrocca tentano di far passare come verità. La realtà è diversa, però. E qualcuno se ne sta già accorgendo». L’esponente democrat è andato presso gli uffici comunali del settore ed ha chiesto i dati. Le nuove aperture di attività commerciali nel centro storico sono state, nel 2022, solo quattro. Nello stesso periodo le chiusure sono state cinque.

Fabio Di Fabio invita a guardare il trend: «Negli anni precedenti (la nostra ricerca parte dal 2016), ad eccezione di quelli del Covid (2020 e 2021) , il saldo tra nuove aperture e chiusure era stato sempre positivo» cioè c’erano state più aperture che chiusure. «I dati sono lampanti. Così tanto chiari che non necessitano di alcuna altra mia spiegazione. È una verità che dispiace ed è comune a tanti centri storici. Proprio per questo dovrebbe convincere chi ha più responsabilità amministrative ad abbandonare narrazioni non veritiere e propagandistiche>.

Chiaro il riferimento agli attuali amministratori, impegnati nelle riunioni di maggioranza.