Ripartiamo vota No: il sindaco Villa verso le dimissioni

Il gruppo 'Ripartiamo con Voi' ha deciso: stacca la spina all'amministrazione del sindaco Paola Villa. Che nelle prossime ore potrebbe decidere di dimettersi. Andando ai tempi supplementari. Forza Italia farà da stampella? >Giovanni Costa ci pensa.

È finita. L’amministrazione comunale della sindaca Paola Villa tra qualche ora non esisterà più. Il certificato di morte amministrativa verrà stilato lunedì pomeriggio alle 15 nell’Aula del Consiglio Comunale. A meno che la professoressa di Scienze Naturali non decida di farla finita da sola mettendo fine all’agonia di Formia con una lettera di dimissioni.

Non ci sono i numeri per sopravvivere. Non glieli porterà il gruppo di Ripartiamo con Voi: l’ala della sua maggioranza che ad inizio settembre ha innescato la crisi decidendo di uscire. Via dalla maggioranza ma senza passare con l’opposizione. E’ stato peggio: due mesi di logoramento continuo, nei quali al sindaco sono state chiuse tutte le possibili vie di salvezza.

Il vertice in clinica contro Villa

Maurizio Costa

La decisione di mettere fine ad un’amministrazione né di sinistra, né di destra, né grillina, scollegata da ogni riferimento politico è stata presa nel pomeriggio. Il dottor Maurizio Costa, imprenditore della Sanità che ha ispirato la lista Ripartiamo con Voi, ha riunito i suoi tre consiglieri comunali: Ida BrongoDario Colella Lino Martellucci. Con loro ha chiamato il coordinatore politico Joseph Romano. Ed il suo consigliere politico Erasmo Nocella.

Con loro ha esaminato i tre scenari che la lista potrà determinare durante il Consiglio di lunedì. (leggi qui Villa sull’orlo del baratro, e per il bavero la tiene Costa).

Non è stata una decisione semplice. Tanto che all’inizio del confronto, i tre Consiglieri erano schierati su tre posizioni diverse. Colella: “Non vado“, Brongo: “Vado“, Martellucci: “Non posso andare, ho un impegno a Roma”.

È stato Maurizio Costa a costruire una sintesi.

La telefonata con Durigon

Claudio Durigon. Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

I bene informati dicono che in mattinata Maurizio Costa abbia avuto una lunga telefonata con l’onorevole Claudio Durigon, il potentissimo plenipotenziario della Lega nel Lazio. E con lui abbia fatto il punto.

Ai suoi Consiglieri, Costa ha detto che è arrivato il momento di staccare la spina. Perché il Gruppo ha già concesso più di due mesi a Paola Villa per trovare una soluzione. E non è arrivata. Fine, il tempo è scaduto.

Il Gruppo Ripartiamo con Voi ha scelto l’opzione definitiva: i 3 Consiglieri andranno in Aula collegandosi in modo remoto e con la loro presenza la seduta sarà valida perché a partecipare sarà anche l’intera opposizione, raggiungendo così il numero minimo di consiglieri necessario. Poi parteciperanno alla votazione sugli equilibri di Bilancio: voteranno contro.

Significa la fine. Perché quegli equilibri devono essere approvati, senza se e senza ma. Pena la caduta dell’amministrazione.

Ad ufficializzare la posizione è stato il coordinatore politico Jospeh Romano. Ad Alessioporcu.it pochi minuti dopo la riunione ha detto “Dopo un’attenta analisi della situazione politica-amministrativa, preso atto dell’immobilismo dimostrato dall’amministrazione nel realizzare i punti del programma elettorale, il gruppo Ripartiamo con voi ha deciso di partecipare al Consiglio Comunale di lunedì 30 Novembre esprimendo con voto negativo l’equilibrio di bilancio”.

La telefonata con Fazzone

Claudio Fazzone. Foto © Rocco Pettini / Imagoeconomica

Prima di sciogliere la riunione, Maurizio Costa ha sentito di nuovo Claudio Durigon. Per dirgli di sentire il suo pari grado di Forza Italia, Claudio Fazzone e raccomandargli, nella sostanza: “Mi raccomando al tuo Gruppo, non fate scherzi domani”. Se le opposizioni non saranno compatte, Paola Villa si salverà.

Se invece Forza Italia sarà con il resto delle opposizioni, domani sarà finita.

A quel punto, il prefetto di Latina invierà una diffida, intimando al sindaco di ottemperare entro 20 giorni. Trascorsi i quali avvierà la procedura di decadenza dell’amministrazione cittadina e per il suo scioglimento, con il ritorno alle urne alla prima tornata utile.

Paola Villa pensa alle dimissioni

Le dimissioni del sindaco sono un’ipotesi in campo” ammettono ambienti vicino al presidente del Consiglio Comunale Pasquale Di Gabriele, il grande mediatore di questi giorni, capace di individuare un’intesa sulle Commissioni con cui rimettere in moto la macchina amministrativa. (Leggi qui Di Gabriele fa il miracolo: accordo sulle commissioni).

Pasquale Di Gabriele e Paola Villa

Dimettendosi, il sindaco eviterebbe il voto in Aula e quindi di cristallizzare una situazione difficilmente recuperabile. Una volta protocollate le dimissioni, partirebbero i 20 giorni previsti dal Codice prima che siano definitive ed irrevocabili. In quei venti giorni le diplomazie potrebbero tentare una disperata missione di salvataggio.

Tra le priome reazioni quella di Fratelli d’Italia, con l’avvocato Pasquale Cardillo Cupo: “Che la città sia in agonia è sotto gli occhi di tutti, così come è evidente che ci sia in atto da mesi una crisi politica nella maggioranza. Tuttavia sembra che la Sindaca abbia ignorato i segnali che le pervenivano dai suoi alleati continuando a minimizzare e cercando alleanze alternative senza riuscirci. Credo sia il momento di fare chiarezza e prendere atto dell’evidenza, lo merita Formia, lo meritano i Formiani”.

Ora, la palla passa al sindaco. Dimettersi o farsi sfiduciare.

La scialuppa Azzurra?

La Lega non ha voluto commentare l’iniziativa di Ripartiamo con voi che comunque ha definito un “atto di coraggio”. Attende di conoscere la contromossa del sindaco Paola Villa che potrebbe arrivare nella mattinata di lunedì con le sue dimissioni pilotate.

Pasquale Cardillo Cupo, Paola Villa, Nicola Riccardelli

L’altra ipotesi è rassegnare le dimissioni in apertura di seduta censurando il comportamento di chi ha deciso di staccare la spina nel clou della seconda fase dell’emergenza sanitaria. È quasi certo che il sindaco lanci un appello ai “responsabili” magari prefigurando l’azzeramento ed il varo della Giunta.

Al Bajamar c’erano anche i tre consiglieri comunali di Forza Italia – Gianluca Taddeo, Eleonora Zangrillo e Tania Forte – e a loro si potrebbero rivolgere il sindaco di Formia per dare corpo ad una Giunta di fine consiliatura.

Questa è rimasta l’unica opzione rimasta alla professoressa di scienze naturali per evitare la conclusione del suo difficoltoso mandato amministrativo. C’e un precedente risalente alla primavera 2017 quando Forza Italia non entrò nella quarta Giunta di centro sinistra ma le permise di sopravvivere a se stessa quando l’allora sindaco Sandro Bartolomeo con stile e dignità politica tolse egli stesso il disturbo.

Il Senatore Fazzone avallerà questa imbarazzante ipotesi? In primavera o, al massimo,in estate si voterà a Latina ed in altri centri della provincia e la Lega (e Fratelli d’Italia) ora stanno alla finestra. Il caso Formia potrebbe avere un’eco provinciale e le conseguenze potrebbe essere incalcolabili.

La scialuppa di Gianni

Giovanni Costa

Non è solo Forza Italia e poter correre in soccorso del traballante sindaco. In serata anche il consigliere Giovanni Costa si è detto pronto ad evitare le elezioni.

L’etichetta è quella buona per tutte le stagioni e le latitudini: la responsabilità. Il senso di responsabilità del Consigliere è dovuto solo al “delicatissimo momento di crisi sanitaria, oltre che economica, in cui versa la nostra città, in cui ogni minimo stravolgimento rischia di aggravare ancor di più questa situazione. Non è consigliabile infierire su una maggioranza già precaria”.

La traduzione è che Giovanni Costa alle elezioni non ci vuole andare. Parla della necessità di una “tregua e, come concordato con il gruppo che rappresento, qualora la attuale maggioranza rappresenti una effettiva volontà di cambiamento e di modifica del proprio assetto che sinora non ha funzionato, cercheremo di evitare un commissariamento della nostra città”.

Sembra la replica di un film già visto a Formia: tutti spingono il carro verso il burrone per poter dire all’ultimo momento di essere i suoi salvatori. A condizione che il loro ruolo venga riconosciuto. È già capitato nel passato. E se poi non dovesse andare bene? “Vi sarà tutto il tempo per rivedere le proprie posizioni, ma non durante questa piena emergenza”.

Ma siamo proprio sicuri che sia finita?

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