Il Risiko delle alleanze: truppe schierate per lo scontro di lunedì al Cosilam

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

La nuova geografia delle alleanze politiche in provincia di Frosinone si vedrà lunedì pomeriggio. Il suo profilo, i suoi avvallamenti, le sue insenature appariranno in tutti i loro dettagli durante l’assemblea dei soci del Cosilam. Perché, tranne Cappuccetto Rosso e Biancaneve con i sette nani, tutti gli altri hanno ben chiaro che sia stato l’asse Mario Abbruzzese – Francesco De Angelis a costruire l’operazione con cui Annalisa D’Aguanno è diventata direttore generale del Consorzio Industriale del Lazio Meridionale avendone forse i meriti ma non i titoli (come sostengono i consiglieri d’opposizione a Cassino) o comunque non essendo la più qualificata (secondo le attendibili griglie di valutazione del presidente della Camera di Commercio Marcello Pigliacelli).

In ballo non c’è solo una poltrona con scrivania. In questa operazione ci sono un bel po’ di milioni dei nostri euro. Uno spreco, per il governatore del Lazio Nicola Zingaretti, sostenuto dalla consigliera regionale Daniela Bianchi e, fino ad un certo punto, dall’assessore Mauro Buschini: tanto che hanno avviato una legge per fondere tutti i consorzi industriali del Lazio in uno solo regionale. E che il Cosilam rischi di diventare una grandissima occasione mancata iniziano a pensarlo anche i soci privati. Perché non c’è solo la politica a governare il Cosilam: ci sono anche gli industriali, le banche, le associazioni di imprese. E lunedì si riunisce l’assemblea dei soci. Dovrà prendere atto della nomina del nuovo direttore generale, dello stato di salute dei conti, del punto in cui si trova il piano di risanamento con cui si prevedeva il pareggio a fine 2016 e l’utile nel 2017.

Come voteranno i privati? E come voterà la Politica? Quale posizione sosterrà il presidente Pietro Zola, nuovamente sotto assedio dopo le durissime critiche dei mesi scorsi? Lunedì, all’interno della sala delle assemblee del Cosilam, rischia di andare in scena una delle più profonde spaccature tra politica ed industria; la fine dell’alleanza che li ha visti collaborare per anni, spartendosi il potere nel nome dell’efficienza.

I rumors dicono che la Banca Popolare del Frusinate (socio con il 3,4%) si presenterà all’assemblea con una posizione totalmente critica, più ancora di quella che aveva rasentato la querela del presidente Domenico Polselli a nome dell’istituto di credito per le parole pronunciate dal presidente Zola durante la sua precedente relazione, arrivando ad ipotizzare una commissione d’indagine; aveva detto che volevano prendere per la gola il Consorzio e dirigerlo da fuori. Questa volta BpF pare che sia contrariata per i risultati di governo che non vede: é dovuto intervenire il prefetto per mettere d’accordo tutti sui lavori con cui asfaltare l’area, i lavori regionali sono stati appaltati tutti ad opere del consorzio concorrente (l’Asi di Frosinone) nonostante siano in territorio cassinate.

In piazza Diaz a Cassino, sede della Banca Popolare del Cassinate (socio con il 3,4%) sono blindati. I pochi spifferi che trapelano dal piano nobile parlano di una posizione che sarà legata interamente all’andamento dei conti, sostanzialmente non negativa alla gestione Zola almeno fino a quando non dovessero emergere cifre economiche negative.

La Camera di Commercio (socio con il 3,4%) ha una posizione analoga. Ma il presidente Marcello Pigliacelli nei giorni scorsi è piombato in pieno CdA per le selezioni del nuovo direttore generale ed ha voluto che fossero chiari i puntini sulle i messi dall’ente che rappresenta. Usando un eufemismo, non è in totale sintonia con la presidenza o comunque non lo è allo stesso modo in cui lo era nei giorni dell’elezione.

L’interrogativo di fondo è sapere come si comporterà Unindustria (socio con il 3,4%): l’assenza di qualsiasi delegato rappresenterebbe un chiaro segnale di sfiducia nei confronti del presidente e del Consiglio d’Amministrazione; e al momento non è stato ancora designato alcun delegato per partecipare a quei lavori. Forse il presidente Davide Papa lo deciderà lunedì mattina.

Federlazio (socio con il 3,4%) non è in sintonia con l’attuale presidenza ed alcune telefonate avvenute nei giorni scorsi confermano la posizione del presidente Alessandro Casinelli.

Sarà presente Confimpreseitalia (socio con il 3,4%): Guido D’Amico è sempre stato la cerniera tra le posizioni contrapposte, ma tra gli associati ci sono perplessità.

A sostenere Pietro Zola, indicato per la presidenza dal sistema delle imprese, ora paradossalmente ci sarebbe soprattutto la parte politica. E lì sarà chiaro chi sta con chi: basterà vedere se i sindaci che fanno riferimento a De Angelis e Abbruzzese voteranno da una parte, e se quelli che fanno riferimento a Francesco Scalia voteranno con loro o non lo faranno. Di certo il Comune di Cassino si prepara a dissotterrare l’ascia di guerra, soprattutto sul passato: i soliti rumors assicurano che il sindaco Carlo Maria D’Alessandro si prepari a chiedere una due diligence con cui accertare come si sia formato il debito. Non tutti sono sulla stessa lunghezza d’onda: durante la festa provinciale di Forza Italia un amministratore ha commentato «Il Cosilam? Voglio la testa del presidente».

Il vero colpo di scena però potrebbe essere la posizione del presidente Pietro Zola. Chi lo ha sentito negli ultimi giorni parla di un presidente molto contrariato nei confronti delle associazioni datoriali e questa posizione – se nulla interverrà nelle ultimissime ore – potrebbe trasparire con veemenza nel suo discorso di lunedì.

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