Il ritorno di Berlusconi e la via di Arcore di Ottaviani

I ballottaggi di ieri hanno dimostrato quanto a Frosinone era venuto fuori quindici giorni fa. Il centrosinistra ha perso la peculiarità che nel passato gli ha consentito di trionfare quasi sempre alle amministrative, anche quando Silvio Berlusconi stravinceva alle politiche: la coalizione ha perso quella forza sui territori che l’ha sempre contraddistinta e il Pd renziano non soltanto non ce la fa da solo, ma non riesce ad aggregare tutto quel mondo di sinistra che si trova a sua volta smarrito.

Il Movimento Cinque Stelle non è radicato sui territori e quindi fatica in maniera evidente, mostrando limiti anche sul piano nazionale.

Il centrodestra, in teoria, è maggioritario. Però tra Silvio Berlusconi e Matteo Salvini non c’è feeling: complicato che Forza Italia e Lega possano presentarsi con un modello tipo Genova. Anzi, Giovanni Toti potrebbe perfino proseguire per conto proprio, non necessariamente con Berlusconi. Molto dipenderà dal sistema elettorale con il quale si andrà alle urne. Con il proporzionale fare un Governo sarebbe una sorta di missione impossibile e questo spingerebbe ad una larga intesa tra Partito Democratico e Forza Italia. Con la prospettiva però di far riprendere quota ai Cinque Stelle.

Se c’è un modello elettorale che in Italia funziona è quello per l’elezione dei sindaci. Ma a livello nazionale nessuno lo vuole e non si capisce perché. In attesa che a livello nazionale si capisca verso quale direzione si vuole andare, il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani è sempre più intenzionato a giocarsi la carta delle primarie per scegliere il candidato sindaco alla presidenza della Regione Lazio. Esportando il modello Frosinone a Roma. Potrebbe anche nascere una specie di partito dei sindaci del centrodesta e su questa base cercare di rendere davvero coesa l’alleanza Forza Italia-Lega- Fratelli d’Italia.

Scommettiamo che Ottaviani verrà presto convocato ad Arcore?

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