Rivoluzione Fazzone: «Forza Italia si salva con i sindaci. Ecco perché ho scelto Quadrini»

Cosa c'è dietro alla nomina di Quadrini. Fazzone punta a rivoluzionare Forza Italia. "Gli amministratori sono la nostra forza". "Basta con un Partito di nominati". "Contarsi fa crescere"

Claudio Fazzone è uno degli ultimi squali della politica contemporanea. Non galleggia: nuota. Non strepita: agisce. Non morde: sbrana. È lui ad avere mandato in fibrillazione Forza Italia in provincia di Frosinone nominando Gianluca Quadrini suo vice coordinatore regionale. Scuotendo così dalle fondamenta il fortino costruito in Ciociaria dall’area Abbruzzese / Ciacciarelli. (leggi qui Gianluca Quadrini torna in Forza Italia: è il vice coordinatore del Lazio).

Non è l’inizio di un assedio. Molto di più. L’obiettivo non è l’enclave di Frosinone. Ma tutta Forza Italia.

«Abbiamo una classe dirigente che non rappresenta il Popolo: ecco perché abbiamo perso consensi. Non li riprenderemo fino a quando il Popolo non tornerà dentro Forza Italia e la guiderà, portando le sue richieste e le sue esigenze. Noi dobbiamo cambiare in modo radicale».

La nomina di Gianluca Quadrini non è un assedio ad Abbruzzese?

A Mario Abbruzzese dovremmo dire grazie tutti quanti. Ha avuto il coraggio di metterci la faccia e di candidarsi sindaco. Credo sia chiaro a tutti che se non lo avesse fatto lui, il centrodestra rischiava di scomparire da Cassino: nessun altro è stato capace di riaggregare il centrodestra.

Quadrini cosa c’entra?

C’entra perché la politica ha perso il bandolo della matassa. E Cassino ne è solo l’ultima dimostrazione in ordine di tempo. Si è persa la funzione della Politica. Dobbiamo metterci in testa tutti quanti che la Politica vera non si fa in Parlamento: si fa nei Comuni. È per questo che dobbiamo valorizzare una nuova classe dirigente, fatta di gente che viene dalle amministrazioni locali. Perché sono i sindaci, i consiglieri comunali, i presidenti di Comunità Montana ad avere il contatto con i cittadini e con i loro problemi di tutti i giorni.

Cha fa, manda in soffitta i dirigenti e gli industriali che hanno caratterizzato la Forza Italia di Berlusconi?

Non ho detto che Forza Italia debba essere fatta solo da amministratori locali. Certamente loro possono essere la linfa vitale capace di rigenerarci e farci tornare tra la gente. Ma un 30% del Partito deve continuare ad essere costituito da rappresentanti del mondo dell’impresa, da manager: solo così avremo un Partito che rappresenta in modo equilibrato la società che si candida a rappresentare.

Perché non lo avete fatto fino ad ora?

Non sto a perdere tempo guardando al passato. Io preferisco guardare al futuro. Partendo però dal presente. Il presente dice che nel centrodestra c’è chi come la Lega si è riorganizzato e ora prende consenso come se fosse un Partito nuovo che non ha mai governato e non ha mai avuto responsabilità nel governo del Paese. Noi non ci siamo riorganizzati. E per questo sembriamo gli unici responsabili dei ritardi.

Gianluca Quadrini è un segnale per capire la Forza Italia che vorrebbe realizzare Fazzone?

C’è poco da capire. Ci dobbiamo riorganizzare partendo dalla base. Forza Italia deve essere un Partito fatto interamente di cariche elettive e non di nominati. E con delle linee guida che partano dalle esigenze reali dei territorio. Solo così diventeremo l’alternativa concreta ad un progetto Nordista che ci prende in giro tutti i giorni con promesse che manterrà solo al Nord.

È quello che Mara Carfagna ha un po’ anticipato la settimana scorsa su Il Foglio…

No è quello che Claudio Fazzone dice da mesi e mesi all’interno del Partito. E invece di dirlo sui giornali cerca di sollevare una discussione all’interno degli organismi deputati a realizzare il cambiamento.

Però nulla si muove

Abbiamo una classe dirigente che non rappresenta il Popolo. Se vogliamo avere una classe dirigente che rappresenti il Popolo dobbiamo cambiare in modo radicale i criteri con cui la selezioniamo. E questo, sia chiaro, non vale solo per Forza Italia: vale per tutti i Partiti e vale per il Paese: basta con le elezioni nelle quali il cittadino non sceglie i suoi rappresentanti.

Così però si torna al Partiti della I Repubblica 

La Democrazia Cristiana era grande perché aveva le Correnti: cosa della quale oggi tutti hanno paura. le correnti erano sensibilità diverse all’interno dello stesso Partito. Erano l’occasione per un serio ed a volte anche aspro confronto interno. Ma la politica era la capacità di trovare la via della soluzione. La Politica è forte solo se dialoga e si confronta. E poi è capace di trovare la sintesi.

Il suo metodo spaventa più di qualcuno nel Partito

Forse qualcuno sinonimo si vuole mettere in competizione.

Perché ha riaperto le porte a Quadrini?

Chiariamo una cosa: Gianluca Quadrini non è mai andato via da Forza Italia. È rimasto giustamente deluso da un atteggiamento subito da chi in quel momento era capogruppo in Provincia, presidente di Comunità Montana, lanciato da un anno in campagna elettorale in base ad un accordo quadro che poi, per vari motivi, non è stato rispettato. Quadrini ha sempre dimostrato di avere a cuore Forza Italia. Era giusto riconoscerglielo.

È un punto di partenza?

Bisogna avere il coraggio di misurarsi. Solo così potremo disegnare la classe dirigente di Forza Italia per i prossimi 25 anni.