«Non perdete altro tempo: fate il revamping di Colleferro» (di D. Robilotta)

L'ex assessore regionale Donato Robilotta (oggi in Energie per l'Italia) punta il dito sull'impianto di Colleferro. E dice alla Regione Lazio: «Prendete l’unica decisione di buon senso, consentite immediatamente il revamping dell’impianto e rimettetelo in funzione»

Donato Robilotta

già Assessore Affari Istituzionali Regione Lazio

all’Assessore Regionale ai rifiuti,

Massimiliano Valeriani.

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Gentile assessore,
ho letto con attenzione lo stenografico del question time, della seduta del Consiglio regionale del 17 luglio scorso, con la sua risposta ad una interrogazione in merito alla gestione dei rifiuti.

Lei ha smentito con forza la possibilità che i rifiuti possano essere bruciati nella centrale elettrica di Civitavecchia e ribadito con veemenza che si tratta di una notizia falsa, totalmente falsa.

Mi scusi ma se avessi potuto darle un consiglio le arei detto di essere un po’ cauto su questo argomento, molto cauto.

 

L’idea di portare i rifiuti a bruciare nella centrale di Civitavecchia, così da far venire meno l’esigenza della termovalorizzazione, per evitare la protesta locale, la Regione ce l’ha da molti anni. E avendo frequentato le stanze di via Cristoforo Colombo e quelle della Pisana, per qualche anno e prima di lei, penso forse di saperne qualcosa.

Nel 2008 in Regione, quando ci fu l’aggiornamento del piano regionale dei rifiuti da parte del commissario, apparve, e scomparve subito dopo le prime proteste, in una bozza la possibilità di produrre Css e portalo a valorizzare in apposi impianti, come le centrali elettriche e i cementifici.

Sempre nello stesso periodo a proporre di portare a bruciare i rifiuti nella centrale di Civitavecchia fu il Campidoglio, che mise da parte l’idea dopo le violenti proteste del territorio.

 

Ma, per non farla troppo lunga, la stessa possibilità è apparsa in un documento ufficiale della Regione a fine della scorsa legislatura. Mi riferisco alla delibera della giunta regionale, proposta n. 20344 del 28.12.2016, di aggiornamento della dgr 199 sul fabbisogno che fu inviata alla commissione ambiente e poi messa in un cassetto e finita lì.

Sempre nella scorsa legislatura, nella seduta del Consiglio Regionale del 17 Dicembre 2017, è stato l’ex assessore Buschini a sostenere che ci sarà meno bisogno di termovalorizzazione perché con l’ammodernamento degli impianti di tmb ci sarà meno produzione di cdr e più di CSS. Che si può impiegare in diversi livelli impiantistici, come i cementifici e le centrali elettriche.

 

Da ultimo la stessa ipotesi è scritta nera su bianco nel documento che lei ha consegnato alla Pisana nella seduta dell’11 luglio scorso, in risposta ad una interrogazione sul futuro di Lazio Ambiente.

In questo documento è scritto chiaro che si ridurrà l’esigenza della termovalorizzazione perché verrà incrementata, con l’ammodernamento dei Tmb, “la produzione di CSS (Combustibile Solido Secondario) che può essere utilizzato in forni industriali (centrali elettriche, cementifici e altoforni)”.

Nel Lazio ci sono due centrali elettriche, quelle di Torrevaldaliga Sud e di Torrevaldaliga Nord, e due cementifici, quelli di Colleferro e Guidonia.

Dunque di che parliamo?

 

Ma mi consenta infine di chiederle di conoscere l’esito della gara pubblica di Lazio ambiente che è scaduta il 13 Luglio . Ci sono state offerte o meno? e nel caso negativo qual’è adesso il piano della Regione.

Ho incalzato lei e il Presidente Zingaretti per farvi dire una parola a favore del termovalorizzatore di Colleferro, convinto che nessuno acquisterebbe un impianto se non sa prima di poterlo utilizzare.

 

Come lei sa, o dovrebbe sapere, l’impianto di Colleferro può bruciare anche CSS, allora perché tenerlo chiuso, impedire il revampig che la giunta Zingaretti ha deciso nella scorsa legislatura, quando quell’impianto serve, altrimenti non ci sarebbe bisogno né delle centrali elettriche né dei cementifici.

 

Mi permetto di insistere con lei e il Presidente Zingaretti, prendete l’unica decisione di buon senso, di consentire immediatamente il revamping dell’impianto e della sua messa in esercizio il prima possibile.

Anche perché non è comprensibile chiudere un impianto pubblico per portare i rifiuti in altri impianti, che avrebbero un impatto più forte da un punto di vista ambientale ed eventualmente nella stessa zona.

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