“Un Raggi bis? Sì, ma se lo sanciscono i nostri in rete. A me è bastato il 2013”

Foto © Imagoeconomica / Carlo Lannutti

Il presidente dell'assemblea romana a tutto campo con l'agenzia Dire. Tutti i nodi del Campidoglio passati a pettine stretto. Ma le regole del Movimento restano centrali.

Si a un Raggi bis ma con l’investitura della rete. Il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito apre alla ricandidatura della sindaca di Roma. Lo fa con un’intervista esclusiva rilasciata all’agenzia Dire. Scegliendo con cura i tempi. Perché la settimana scorsa è stata una delle più turbolente nei quattro anni di Campidoglio pentastellato: con la caduta di un altro municipio grillino e la sfiducia decretata dal M5S alla sua mini sindaca Roberta Della Casa (leggi qui Lacrime e accuse in aula: la sindaca se ne va.). Poi il guanto di sfida tutto interno ai 5 Stelle: la disponibilità alla candidatura a sindaco lanciata sempre tramite la Dire dalla minisindaca del VII, Monica Lozzi.

Della Casa non ha saputo dialogare

Roberta Della Casa

Sulla sfiducia a Roberta Della Casa il presidente dell’Assemblea capitolina Marcello De Vito è stato chiaro. “Ho sentito l’intervento della presidente Della Casa, che anche giustamente ha rivendicato i risultati ottenuti sul territorio, il miglioramento di alcuni servizi. E ancora l’apertura di alcuni cantieri, la restituzione di alcune opere. Quindi dei risultati positivi sono stati sicuramente anche conseguiti.

Credo però sia mancata la capacità di comunicare tra Consiglio e organo esecutivo. Ma non solo, anche la capacità di dare attuazione ad alcuni indirizzi. Di qui anche il post che avevo fatto per cercare di invitare a ritornare a una compattezza e unità di intenti.

“Godere della fiducia di Virginia”

C’era poi il tema della sospensione dei consiglieri municipali che hanno presentato e votato la mozione, annunciata dal capo politico Vito Crimi durante la discussione in Aula.

“Non è detto che quando parte un procedimento disciplinare vi sia immediata sospensione, ancor più se presa a Consiglio in corso. Questo l’ho ritenuto opinabile”.

E anche sulla nomina di Della Casa a delegata della sindaca per il IV Municipio De Vito ha detto la sua. “Credo che al di là delle persone si debbano individuare quelli che devono essere i requisiti. Siamo a un anno dalle elezioni, è necessario scegliere una persona che conosca il territorio. Ma anche che sappia dare continuità al lavoro svolto e che sia di fiducia in primis per la sindaca. Poi chi sia questa persona ha poca importanza”.

Uno è il municipio, altro è Roma

Marcello de vito Foto © Imagoeconomica

Parole chiare anche sulla candidatura di Monica Lozzi, lanciata venerdì scorso in un’intervista all’agenzia Dire.

“Monica Lozzi ha fatto sicuramente un ottimo lavoro nel VII Municipio, ha amministrato bene, ha avuto la capacità di fare molto squadra. Ha avuto anche un merito importante in uno dei provvedimenti principali di questa amministrazione. Mi riferisco all’abbattimento delle ville dei Casamonica.

Credo anche che amministrare un Municipio sia cosa ben diversa da amministrare il Comune di Roma, in quella che è la sua complessità. Lo dico perché quello che abbiamo fatto dal 2016 è stato un lavoro difficile ma anche importante.

In particolare per quell’eredità che era stata lasciata dalla precedente consiliatura. E soprattutto per quanto riguarda le difficoltà di bilancio e la situazione delle partecipate. Su questo, comunque, molto è stato rimesso a posto, a partire dal salvataggio di Atac.

“Il mandato zero proprio non va”

Chiara Appendino, per De Vito anche lei vittima del ‘mandato zero’

Poi la domanda delle cento pistole, relativa all’esperimento accolto tiepidamente del ‘mandato zero’.

Nel fine settimana i vertici del Movimento avevano aperto a un superamento del limite dei due mandati anche per i sindaci. E diversi esponenti del M5S avevano rilanciato su una nuova candidatura di Virginia Raggi.

“Diciamo che il ‘mandato zero’ mi ha lasciato abbastanza perplesso, perché sembrava aprire a tutti i consiglieri comunali tranne a Chiara Appendino e Virginia Raggi. Io credo che questa ipotesi possa essere valutata, la riterrei accettabile. Poi sono sempre i nostri attivisti che scelgono il candidato”.

Bis, mi è bastato il 2013

E rivedere De Vito “nei panni di candidato sindaco, come nel 2013“?

“Vedremo, mi è già bastata quell’esperienza, un’esperienza importante con il Movimento che all’epoca era appena nato. Credo che sia stato un buon lavoro di crescita sia nei numeri che nell’esperienza del Movimento quindi quella mi basta”.

L’agenzia Dire sostiene invece che il presidente dell’Aula “è più possibilista nei confronti di una nuova candidatura per l’Assemblea capitolina“. “Vorrei innanzitutto capire e vedere che progetto c’è per Roma. Se posso essere ritenuto come una persona che può dare un contributo importante. Se il progetto mi convincerà sarò ben disposto a dare il mio supporto”.

Progetti, tutto sta nelle competenze

Il Campidoglio

Poi il tema dei progetti per Roma.

“Io credo che la parola d’ordine debba essere ‘sviluppo’. Sviluppo secondo quelle che sono le direttrici principali di tutte le principali città mondiali. Penso ai temi della rigenerazione, della riqualificazione urbana. E poi della mobilità sostenibile, della semplificazione, della dematerializzazione e della digitalizzazione.

Basta vedere cosa abbiamo fatto in questo periodo. Nessuno avrebbe creduto fino a due mesi fa alla possibilità di svolgere i Consigli in videoconferenza. Noi all’improvviso ne abbiamo fatti dodici. E tutto man mano implementando il servizio con la traduzione Lis. Da domani introdurremo il voto elettronico. Quindi quando si vuole, si può.

Chiaramente serve anche una squadra e delle competenze all’altezza di questa sfida. Quindi è il momento di mettere l’inesperienza nel cassetto e puntare sulle competenze”.

“L’esposto? È da bocciare”

Virginia Raggi Foto © Sara Minelli / Imagoeconomica

Poi il tema del “presunto esposto ai probiviri del M5S”. Esposto in merito al comportamento di alcuni consiglieri di maggioranza. Sarebbero rei di aver cercato di affossare la delibera firmata da Di Vito per l’istituzione del Forum Sviluppo Roma 2030-2050.

“Non vi è stata una mia segnalazione, diciamo che c’è stata sorpresa da parte mia e da parte della sindaca Raggi. Questo perché questa proposta era stata annunciata in una conferenza stampa, veniva a valle di una condivisione che c’era stata precedentemente. In seguito era stata presentata anche alle opposizioni che avevano dato il loro assenso. Siamo rimasti sorpresi, soprattutto perché questa proposta è perfettamente in linea sia il metodo che il merito dell’azione del M5S.

Nel metodo perché? “Perché finalmente tendeva a mettere a fattore comune con l’amministrazione le intelligenze della città. Quindi le università, gli enti di ricerca, gli ordini professionali, le associazioni di categoria, la Camera di commercio. Aprire la città alla società civile. Cosa magari che ognuno ha sempre detto magari in un’intervista della domenica ma che non era mai stato fatto.

E nel merito perché? “Perché si tratta di temi tipici dell’azione del Movimento. Temi come rigenerazione, mobilità sostenibile, semplificazione. Ripeto, siamo rimasti sorpresi di questo tentennamento, la proposta è sempre all’ordine del giorno. Valuteremo se ci sarà la possibilità di un ripensamento.

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