Roscia dichiarato decaduto. A rischio la sua coalizione per le elezioni comunali

Il consiglio comunale ha votato la decadenza bis dell'ex sindaco. In discussione anche la coalizione che doveva sostenerlo alle prossime Comunali. La Lega ci pensa. Il Pd si ricompatta. Roscia sbotta: "chi vuole starci lo dica adesso, io vado avanti".

Decaduto. Per la seconda volta. L’ex sindaco di Pontecorvo Riccardo Roscia è stato estromesso dal Consiglio Comunale: lo ha deciso l’amministrazione cittadina. Poco prima delle 18:15 di oggi ha votato in maniera compatta tutta la maggioranza del sindaco Anselmo Rotondo: 9 voti su 9; le opposizioni sono uscite.

Riccardo Roscia è stato dichiarato incompatibile con l’ufficio di Consigliere Comunale per via della sua lite pendente con il Comune di Pontecorvo. Si tratta d’una richiesta che pende dinanzi al Tribunale Civile di Cassino per i danni d’immagine che gli vengono contestati nel periodo in cui la città venne commissariata a seguito delle indagini che lo avevano riguardato.

L’ex sindaco era già stato dichiarato decaduto, due anni fa. Aveva impugnato quel provvedimento. Ed innescato un contenzioso con l’amministrazione comunale durato due anni. Concluso in maniera definitiva a gennaio di quest’anno con la riammissione in Aula. (leggi qui Il tribunale: «Roscia rientri in Consiglio». E condannano il Comune).

Lo scontro in Aula

Il consiglio Comunale di Pontecorvo vota la decadenza di Roscia

Appena riammesso in Consiglio Comunale, Riccardo Roscia però s’è visto contestare dal Presidente d’Aula una nuova causa di incompatibilità. Basata sugli stessi principi del primo procedimento. Culminata con la votazione di oggi pomeriggio.

In Aula Riccardo Roscia ha ribadito le sue accuse: quella in atto – ha sostenuto – è una persecuzione personale e politica. Per impedirgli di esercitare le sue funzioni di Consigliere d’opposizione.

Ha ricordato ad Anselmo Rotondo ed alla sua maggioranza che estromettendolo stanno creando un danno alle casse cittadine: perché stanno innescando un nuovo contenzioso, per il quale la città dovrà pagare gli avvocati e poi il risarcimento a lui.

Il sindaco Anselmo Rotondo ha ribattuto che non c’è alcuna persecuzione. Che si sta solo facendo rispettare la legge. E che è stato Riccardo Roscia ad inaugurare la via della politica fatta con le carte bollate, denunciando tutto e tutti appena iniziata questa consiliatura. E questa estromissione – ha detto – ne è solo la conseguenza.

Il giocattolo si è rotto

Riccardo Roscia

C’è però un aspetto più importante. La decadenza di Riccardo Roscia stabilisce che c’è una lite pendente tra l’ex sindaco e l’amministrazione comunale. E questo può essere un motivo per mettere in discussione la sua candidatura alle Comunali della prossima primavera.

Un tema sul quale ora i suoi possibili alleati si stanno confrontando. Al punto che il giocattolo si è rotto. Tutto torna in discussione a Pontecorvo, dopo questa estromissione bis. La grande alleanza intorno al nome dell’ex sindaco Riccardo Roscia non è più una certezza per le elezioni Comunali della prossima primavera. L’ala del Partito Democratico che era disponibile a seguirlo ha sospeso le manovre di avvicinamento già lunedì sera; il gruppo della Lega intenzionato ad appoggiarlo sta ora meditando sulle opzioni B e C emerse nelle ultime ore. Tra cui la possibilità di candidare come sindaco l’onorevole Francesca Gerardi. (leggi qui Pontecorvo, c’è il piano B se Roscia non si può candidare e leggi qui C’è pure il Piano C: “Candidate Francesca a sindaco”).

La situazione è arrivata al punto che Riccardo Roscia oggi ha sbottato. «Qui dobbiamo mettere in chiaro le cose. Chi vuole stare nel mio progetto lo dica, chi non vuole starci segua la sua strada. Ed a quel punto si porti avanti il suo Piano A, Piano B, Piano C e via con tutte le lettere dell’alfabeto».

Il riferimento è al dibattito che si è aperto sia nelle file di Francesca Gerardi che dell’ala Pd dell’ex candidato sindaco Paolo Renzi: «Dicano con chi vogliono stare, io chiudo la mia lista e inizio la campagna elettorale».

Il vecchio scenario

Anselmo Rotondo

Fino alla settimana scorsalo scenario era ben definito. Su un fronte il sindaco uscente Anselmo Rotondo (Forza Italia) con la sua amministrazione, confermata in blocco.

Sull’altro fronte il suo storico avversario Riccardo Roscia, battuto già cinque anni fa. A sostenerlo, il suo gruppo. Disposti a sostenerlo: parte del Partito Democratico e della Lega, all’interno di un progetto civico che avesse come scopo il ribaltamento dell’attuale amministrazione.

Ai nastri di partenza c’era anche un terzo polo: con i civici della dottoressa Annalisa Paliotta, gli iscritti storici alla sezione Pd contrari a qualsiasi dialogo con Roscia, i centristi del bancario Giacinto Carbone sostenuto da buona parte del nucleo che elesse sindaco Michele Notaro. L’ipotesi sulla quale si lavorava era quella di individuare il candidato sindaco attraverso le Primarie aperte.

Il nuovo scenario

Il nuovo scenario vede il Pd ricompattarsi con il rientro del pezzo favore a Roscia. Qualcuno sostiene che sia il primo risultato del cambio imminente di Segreteria Provinciale. Nessuno potrà sostenerlo ufficialmente: il segretario in pectore Luca Fantini è stato chiaro «Farò il segretario dal giorno dopo la mia elezione». Ma sanno tutti come la pensa. E che non tolleri divisioni nel Partito.

Francesca Gerardi

Nelle ore scorse Paolo Renzi ha messo in chiaro “Io sostengo delle Primarie vere che siano aperte a tutti. A queste primarie il Pd sarà presente con un candidato del Pd. Che io sosterrò. Con lo stesso impegno e lealtà sosterrò poi chiunque dovesse risultare il vincitore delle Primarie”.

Nella Lega prende quota la possibilità di schierare Francesca Gerardi. Aggregando nel terzo polo tutto ciò che è in contrapposizione ad Anselmo Rotondo e Riccardo Roscia. A condizione che il listone sia del tutto spoliticizzato e concepito in chiave amministrativa. Ma Francesca Gerardi deve accettare di passare per le forche caudine delle primarie.

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