Rottamazione auto ultima spiaggia. E parlamentari ciociari ‘in montagna’

Automotive

Si consuma l'apoteosi dello scollegamento fra politica e territori. L'automotive è in agonia e in provincia di Frosinone c'è FCA. Al vaglio un emendamento per gli incentivi ma non porta la firma dei rappresentanti ciociari.

Piero Cima-Sognai

Ne elegantia abutere

Cassino la invocava prima della pandemia: per stimolare lo stabilimento Fca Cassino Plant con le sue produzioni Alfa Romeo. E dare una scossa ad un mercato dell’Automotive disorientato da Ecotassa ed Ecobonus. Poi è arrivato il Covid-19 e la situazione è precipitata. Ma non è bastato per convincere il Governo Conte 2 a prevedere interventi per il comparto. Ora la rottamazione auto vede un’ultima chiamata dal Parlamento per un emendamento che permetta di smaltire le scorte.

La voce potrebbe fare capolino nel Decreto Rilancio del Governo. Una chiamata disperata per massaggiare il cuore di un mercato in agonia. Chiamata tardiva che risponde solo ora, tardissimo, agli appelli disperati dell’automotive. E quegli appelli hanno raggiunto orecchie e cuore dei parlamentari Pd, Leu e Italia Viva. Nessuno dei proponenti appartiene però al pattuglione dei ciociari che, con Fca in casa, anzi, in collegio, avrebbero dovuto fare il diavolo a quattro.

Merito amaro delle candidature blindate, che scollegano del tutto la politica dai territori. E dalle loro istanze.

Automotive, i numeri del tracollo

Foto © Kelly Lacy / Pexels

Mai, fra palazzo Madama e Montecitorio, ne avevamo avuto così tanti, di inquilini ciociari. Ma non è servito a incrementate l’azione, è servito solo a irrobustire i rimpianti.

Nessuno di loro risulta tra i firmatari dell’emendamento al Decreto Rilancio, con il quale si prevede l’introduzione di incentivi per chi volesse acquistare un’auto Euro 6 nuova.

Il mercato italiano dell’auto è andato sotto dell’85,4%, che è diventato il 97,6% ad aprile.

Sono percentuali agghiaccianti. Da lì alla richiesta disperata dell’automotive di interventi del governo il passo è stato breve. Il presidente di Unindustria Cassino – Gaeta Davide Papa lo sollecita da mesi. Stessa cosa aveva fatto Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto. (leggi qui I sindaci fanno confusione, il mercato dell’auto cala. Papa: “È ora della chiarezza”).

Arriva l’emendamento

Davide Papa Foto © Imagoeconomica – Carlo Carino

E ora Italia Viva, PD e Liberi e Uguali si sono accorti di quelle grida di aiuto. Depositando un emendamento a firma di Gianluca Benamati per gli incentivi di comparto.

Incentivi per le auto nuove Euro 6, con emissioni cioè di CO2 superiori a 61/gm, ed auto usate alimentate da motori Euro 5. Il tutto mantenendo invariato il coefficiente per la auto “eco friendly”.

Il testo da approvare prevede un range di due anni (2020 e 2021) e 2000 euro messi dallo Stato per comprare un’auto nuova rottamando la vecchia che abbia almeno 10 anni.

Ma gli euro diventerebbero 4000. Questo perché altri 2000 sono in filiera di vendita. Se al tutto si aggiungono le eventuali promozioni degli operatori e la data del 31 dicembre come scadenza, la shock potrebbe arginare parte dello sfascio di settore.

L’anno prossimo si andrebbe a rimodulare, con i 2000 euro privati invariati e 3000 euro totali su cui appoggiare il tentativo di ripresa. Un modello che già nel 1997 aveva dato i suoi frutti con Romano Prodi, in termini empirici di settore e di pil. Un protocollo che appare in ogni caso come l’unica via possibile per arginare un tracollo già in atto. O quanto meno per provarci senza il rimorso di non averlo fatto per nulla.

A Patuanelli piace, al M5S solo a metà

Stefano Patuanelli Foto © Imagoeconomica / Livio Anticoli

Perché quella incentivo economico-veicolo più sicuro e meno inquinante oggi è più che mai equazione di sopravvivenza, non di strategia economico-politica.

L’approvazione dovrebbe essere certa, anche a contare il gradimento bipartizan. Unica eccezione il M5S, che come al solito pecca di bipolarismo. Da un lato il ministro Patuanelli, che è dei Cinquestelle, approva, dall’altro una parte della rappresentanza in Parlamento è dubbiosa.

Resta da vedere come voteranno i pentastellati eletti in Ciociaria, nella terra cioè di Fca. E come voteranno gli altri parlamentari locali eletti nella Lega ed in FdI di fronte ad un emendamento che pare disegnato apposta per la provincia di Frosinone.

Perché se non metti faccia e firma su una proposta che parla la lingua del territorio che ti ha scelto qualcosa davvero non va.

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