Rottamazione, il Lazio è primo in Italia: solo a Frosinone 17mila richieste

Scaduti i termini per presentare la richiesta di rottamazione delle vecchie cartelle scadute, evitando di pagare sanzioni ed interessi. Il Lazio è il primo in Italia. Solo a Frosinone 14mila richieste. A Latina 3mila in più

Il Lazio è la prima regione in Italia per richieste di rottamazione. Ma i vecchi Pandini, le ultime Regata rimaste in circolazione con le Uno ancora sopravvissute, possono stare tranquille. A finire in massa alla rottamazione sono le vecchie cartelle esattoriali che avevamo dimenticato di pagare.

Il 15 maggio sono scaduti i termini per poter aderire a quella che in termine burocratico si chiama “definizione agevolata prevista dal decreto legge n. 148/2017 convertito con modificazioni dalla legge n. 172/2017″.

In pratica: tiro fuori le vecchie cartelle scadute con tasse, multe e imposte varie; pago ciò che dovevo; mi risparmio gli interessi e le sanzioni. Solo nel caso delle contravvenzioni al Codice della Strada devo pagare la sanzione ma non si pagheranno gli interessi di mora e le maggiorazioni previste dalla legge.

 

Lazio al primo posto

Il Lazio è la regione italiana che ha tirato fuori dai cassetti più cartelle scadute. Sono state oltre 176mila le domande presentate dai contribuenti del Lazio ad Agenzia delle Entrate – Riscossione. Non solo Roma è in testa tra le aree metropolitane italiane.

Al secondo posto per numero di richieste di rottamazione c’è la Campania (circa 120mila) e la Lombardia (circa 113mila).

Tra le province del Lazio: dopo Roma (circa 132mila) c’è Latina (circa 17mila domande), seguita da Frosinone (poco più di 14mila). A Viterbo sono state presentate circa 7mila richieste di rottamazione mentre a Rieti le domande sono state circa 5.300.

Le prossime tappe

Scaduto il 15 maggio il termine per l’adesione, ora l’Agenzia delle Entrate – Riscossione, sta esaminando le istanze ricevute. nei prossimi giorni inizieranno ad arrivare ai contribuenti  gli esiti: si o no.

Prima del 30 giugno 2018 inizieranno ad arrivare i bollettini. Si inizia dalla definizione dei debiti affidati alla Riscossione dal primo gennaio al 30 settembre 2017: gli utenti riceveranno la “Comunicazione delle somme dovute” con l’elenco dei carichi “rottamati”, il dettaglio su possibili debiti che per legge non possono rientrare nella definizione agevolata, gli importi da pagare e i bollettini in base al piano di rate indicato dal contribuente nel modello di adesione.

I pagamenti sono previsti in un massimo di 5 rate: luglio, settembre, ottobre, novembre 2018 e febbraio 2019. Ad ogni rata deve essere pagato il 20% del debito definito.

 

L’altro scaglione è quello dei debiti relativi al periodo gennaio 2000 – dicembre 2016. In questo caso Agenzia delle Entrate – Riscossione invierà la “Comunicazione delle somme dovute” entro il 30 settembre 2018. In questo la legge prevede fino ad un massimo di 3 rate: ottobre, novembre 2018 e febbraio 2019. Le prime due rate ciascuna pari al 40% del debito definito, mentre la terza è pari al restante 20 per cento.

 

Le rate scadute

C’è poi il caso di chi aveva già rottamato ma non è riuscito a pagare tutto.

Per le cartelle o avvisi relativi ad una rateizzazione che era in piedi al 24 ottobre 2016 e con rate scadute e non pagate al 31 dicembre 2016 è prevista una prima comunicazione entro giugno 2018. A quella data verrà comunicato l’importo dovuto per regolarizzare le rate del 2016 (da pagare entro il 31 luglio 2018). Successivamente, entro settembre 2018, arriverà la “Comunicazione” per la definizione agevolata (massimo 3 rate: ottobre, novembre 2018 e febbraio 2019).

La stessa procedura si applica per le istanze dei “respinti” della precedente definizione agevolata (dl 193/2016),

“Come previsto dalla legge – ricorda Agenzia delle Entrate – Riscossione – il mancato, insufficiente o tardivo versamento delle rate scadute comporta l’improcedibilità dell’istanza presentata ai fini dell’ammissione ai benefici della definizione agevolata”.

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