Rottura nei Cinque Stelle, epurazioni massicce per i “ribelli

Foto (c) Imagoeconomica / Sergio Oliverio

Dopo l’espulsione di Gianluigi Paragone scatta la resa dei conti. Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Luigi Di Maio fanno asse e decidono per la linea durissima. Liste di proscrizione già pronte. Alessandro Di Battista vola in Iran nel momento decisivo. Fontana, Frusone e Segneri tra i fedelissimi di Giggino.

La resa dei conti nel Movimento Cinque Stelle è iniziata e quella del senatore Gianluigi Paragone è la prima di una lunga serie di espulsioni. La linea è stata decisa dal Beppe Grillo, Davide Casaleggio e Luigi Di Maio.

Il Corriere della Sera la spiega in questo modo: “Ma la strategia dei vertici è decisa. E il capo politico si sente forte di un dettaglio non trascurabile: il piano è stato studiato da Luigi Di Maio insieme a Davide Casaleggio e Beppe Grillo. Non a caso, anche ieri, dopo l’annuncio della «cacciata» di Paragone i tre si sono sentiti per commentare le reazioni e per fare il punto su quello che è considerato il «punto di svolta» del Movimento: gli Stati generali di marzo».

Alessandro Di Battista, Davide Casaleggio, Beppe Grillo e Luigi Di Maio © Imagoeconomica

«La kermesse coinvolgerà direttamente le varie anime, a partire dal garante. La linea dura andrà avanti per quasi tutto gennaio, di sicuro fino al 20 (data della nomina dei facilitatori regionali): fino ad allora — e forse già nei prossimi giorni — le espulsioni saranno un tema ricorrente. Il confronto con il gruppo parlamentare arriverà presto: l’assemblea congiunta di deputati e senatori è prevista per l’8 gennaio, ma alla riunione il tema degli strappi non sarà toccato”.

L’unico che potrebbe opporsi creando una specie di “contraltare” è Alessandro Di Battista, che però è in partenza per l’Iran, dove resterà un paio di mesi. E in questo modo lascia libero il campo a Di Maio. Il quale non è interessato tanto a far risalire il Movimento nei voti e nei sondaggi, quanto a difendere l’esistente. Anche a costo di dare il via libera ad un piano di epurazioni su vasta scala.

Tra gli iscritti “ribelli” la frase ricorrente è “stiamo chiudendo bottega”, mentre tra gli ortodossi il ragionamento è questo: «Il Movimento? Deve tornare a fare il Movimento. Dobbiamo ritrovare lo spirito di Gianroberto Casaleggio». Cioè ritornare ad avere una identità ben definita. Anche a costo di espulsioni a raffica. Luigi Di Maio ripete che «il Movimento è pluralità ma non anarchia, finito con Paragone ora nei prossimi giorni toccherà a chi non restituisce. Via le zavorre, potremo tornare a volare».

I vertici del Movimento negano che ci siano scissioni, ma intanto in Parlamento i numeri sono diversi: i deputati sono scesi da 222 a 216, mentre 3 senatori sono recentemente passati alla Lega.

Lorenzo Fioramonti © Imagoeconomica, Alessia Mastropietro

Poi c’è stato lo strappo dell’ex ministro Lorenzo Fioramonti. Sempre il Corriere della Sera racconta: “Fioramonti lavora alla sua creatura politica, che dovrebbe chiamarsi Eco e partire al più presto come componente del gruppo Misto. Le sirene dell’ex ministro, vicino a Grillo e lontano anni luce da Di Maio, si stanno rivelando molto attrattive. «Siamo già una dozzina e presto potremmo arrivare a venti e formare un gruppo autonomo», fa di conto un deputato già arruolato.

Nelle chat riservate rimbalzano con insistenza crescente i nomi di Nadia Aprile, Rachele Silvestri, Massimiliano De Toma, Andrea Vallascas, Roberto Cataldi, Nunzio Angiola e Gianluca Rospi. Alle mosse di Fioramonti guardano altri ex 5 Stelle iscritti al Misto, come Gloria Vizzini, Sara Cunial, Veronica Giannone e Andrea Cecconi”.

Saranno settimane di fuoco all’interno dei Cinque Stelle, con possibili riflessi su Governo. I tre deputati della provincia di Frosinone, Luca Frusone (tra i facilitatori), Ilaria Fontana ed Enrica Segneri sono dei fedelissimi di Luigi Di Maio.