Ruberti, nessun caso: verso l’archiviazione. E nuovi scenari

Verso l'archiviazione le indagini sul chiassoso dopocena di Frosinone finito sui giornali di tutta l'Italia. Nessun reato, nessun affare sporco, nessun intreccio illecito. Ora si indaga sui veri scopi nella diffusione del video. Troppe stranezze

Una trappola mediatica. Con la quale inquinare le elezioni: avvelenare il clima, distruggere i potenziali avversari. Troppi elementi non quadrano nelle indagini aperte dalla procura della Repubblica di Frosinone sul chiassoso dopocena avvenuto nel capoluogo dopo la visita di Enrico Letta, tra il primo ed il secondo turno di elezioni Comunali. Quello diventato celebre per il video finito su tutti i giornali: dove l‘allora Capo di Gabinetto del sindaco di Roma Albino Ruberti pretende scuse immediate ed in ginocchio, minacciando altrimenti di sparare… con un ombrello.

Indagini verso la chiusura

Le indagini sono ad un punto di svolta. Va verso l’archiviazione il filone legato alla cena ed al dopocena. È stata una banale piazzata, eccessiva quanto si vuole: ma l’indomani mattina tutti si erano scusati con tutti. Lo hanno dimostrato le chat con i messaggi partiti l’indomani mattina dagli smartphone di tutti i protagonisti, lo confermano le telefonate incrociate. Nessuno s’è sentito minacciato né da quelle parole né da quell’ombrello tirato fuori dal portabagagli: nessuno infatti ha presentato denuncia. (Leggi qui: La Verità nelle chat: cosa è successo davvero nella cena a Frosinone).

Nemmeno ci sono elementi su possibili corruzioni, concussioni, piaceri, favori e simili. Chi era a tavola ha chiarito quello che era chiaro già da subito che la discussione è esplosa per una banale questione calcistica legata al derby Roma – Lazio ma il terreno era minato per via delle imminenti elezioni. E sulla linea da seguire. Albino Ruberti aveva messo a disposizione la sua esperienza per superare una serie di nodi politici, si aspettava una maggiore disponibilità dal territorio: quando ha avuto la percezione di non averla ha perso le staffe.

In modo concreto? La linea sostenuta in quei giorni dal dottor Ruberti era quella del sostegno ad una possibile candidatura alla Regione per l’ex presidente della provincia di Roma Enrico Gasbarra. Un appoggio che avrebbe imposto lo spostamento dell’intera area di Pensare Democratico: fino a quel momento la componente stava sul nome del vice presidente Daniele Leodori. La grande iniziativa organizzata a Villa Ecetra di Patrica dall’ex Presidente del Consiglio Regionale Mauro Buschini nelle settimane precedenti la cena è stato l’innesco; perché alla cena ha invitato Leodori: un chiaro segnale di sostegno.

Il filone da approfondire

Il tribunale di Frosinone

Ma c’è un filone d’indagine che ora prende corpo. Nasce da una denuncia presentata proprio dai protagonisti di quella serata. Troppe cose non quadrano. E chiedono di capire. Sospettano che dietro alla spettacolarizzazione di quel dopocena del tutto fuori dai toni, ci sia una ben precisa macchina del fango. Che aveva lo scopo di inquinare le elezioni. Creando l’imbarazzo che poi effettivamente c’è stato.

La prima conseguenza di quell’imbarazzo è stata la rinuncia della candidatura da parte di Francesco De Angelis alla Camera dei Deputati. E le dimissioni di Albino Ruberti da Capo di gabinetto, indebolendo la macchina amministrativa del sindaco di Roma Roberto Gualtieri. È lui il deus ex machina del progetto per la realizzazione del termovalorizzatore con il quale risolvere i problemi dei rifiuti a Roma.

Perché hanno chiesto di indagare? Cosa non quadra? Innanzitutto la storia che dietro quella discussione ci fosse la richiesta di polizze assicurative per Vladimiro, il fratello brooker di Francesco De Angelis. Circostanza smentita dai fatti: Ruberti non avrebbe potuto assicurare con De Angelis nemmeno la Panda di servizio. Perché tutto ciò che attiene al Comune di Roma viene assicurato in house. Allora è stata tirata in mezzo la Asl: i documenti forniti a stretto giro hanno escluso polizze sospette mettendo in luce invece i risparmi fatti a Frosinone.

Chi ha suggerito quella tesi che invece non esisteva in alcuna Procura? Chi ha indirizzato l’informazione su quel filone?

Le carte false

Vladimiro De Angelis

C’è poi il caso più clamoroso: quello delle carte false. Sono quelle fornite alla redazione di Quarta Repubblica che al tema ha dedicato ben tre puntate della trasmissione su Rete Quattro. In una di queste puntate è stata mostrata la polizza milionaria che in maniera sospetta sarebbe stata ottenuta da Vladimiro De Angelis. Falso. Falso che il fratello del politico avesse sottoscritto la polizza, falsa la polizza esibita in tv: costruita al computer. (Leggi qui: Carte false dietro alle assicurazioni di De Angelis).

L’attenzione allora si è spostata sull’assunzione dei primari nella Asl di Frosinone, sostenendo che ci fosse un legame con Francesco De Angelis. Che dopo quella puntata ha inviato il suo curriculum: mai avuto incarichi in sanità, mai avuto ruoli che gli consentissero di forzare la mano in campo sanitario. E gli elementi esplosivi mandati in onda? Vecchie denunce di una sigla sindacale. (Leggi qui: Lo ‘scandalo’ dei Primari? “Li scegliamo con la Guardia di Finanza”)

La trasmissione allora ipotizza malaffare nella gestione dei rifiuti, a partire dalla nomina del presidente Lucio Migliorelli alla Saf. La sera stessa emerge che non lo ha eletto il Pd ma l’assemblea dei sindaci in maniera trasversale. Allora si punta il dito sulle assunzioni in Saf: Migliorelli manda le carte e dimostra che con lui il numero dei dipendenti è sceso, non è salito.

Chi e perché ha fornito quelle piste false? Chi era l’obiettivo? Bisognava azzoppare il Pd creando l’imbarazzo nazionale che poi c’è stato? O si puntava ad eliminare Francesco De Angelis dai possibili candidati? Oppure il vero obiettivo era il dottor Albino Ruberti con il suo progetto per Roma che avrebbe messo fuori gioco molti degli interessi delle ecomafie?

È su questo che ora si concentrano le indagini.