Ruggiti da Londra (Conte della Selvotta)

I telegrammi da Londra del Conte della Selvotta

Domenico Malatesta

Conte della Selvotta

Il cerimoniere benedettino a Westminster

E’ stato un fine settimana intenso per il già cerimoniere dell’Abbazia di Montecassino, andato in trasferta nella più bella chiesa di Londra. (leggi qui ‘Antonio (non più don) Pontenza si è sposato a Westminster’) La famosa Westminster Abbey, costruita mille anni fa, il più importante luogo di culto anglicano di Londra dopo la cattedrale di San Paolo, sede delle incoronazioni dei sovrani d’Inghilterra e di sepoltura di personaggi importanti. Benedetto Leone, assessore municipale a Cassino, già alle corti di dom Bernardo da Veroli, abate di Montecassino divenuto poi arcivescovo di Gaeta e mancato cardinale, e poi di dom Pietro Vittorelli da san Vittore del Lazio, abate di Montecassino e mancato cardinale. E già seguace di dom Antonio Potenza, mancato abate di Montecassino.

Sabato sera Benedetto Leone si è ritrovato a girovagare nella maestosità di quella chiesa londinese senza pagare il biglietto d’ingresso (le visite costano 18 sterline). Con lui un’altra trentina di invitati. Benedetto e compagna erano gli invitati principali per il matrimonio, in rito anglicano, di mister Antonio Potenza e di miss Celeste (ora mrs). Perché Antonio Potenza dopo le disgrazie capitate a don Pietro ha deciso di lasciare la tonaca benedettina e di trasferirsi nella chiesa anglicana. Gli inglesi sono meno chiacchieroni.

Farà il pastore anglicano quando parlerà fluentemente l’inglese e avrà preso il dottorato in lingue straniere all’ateneo cassinate. E la sua compagna? Lavorerà per la chiesa anglicana.

Un dispiacere per l’abate di Montecassino. Che ieri sera si è consolato con le “scritture di luce” sull’abbazia. Ma da Cassino si sono viste solamente delle macchie blu. Meno male che Teleuniverso ha fatto il resto.

 

La foto compromettente

Dall’abbazia è partita una sola foto del matrimonio. L’ha scattata con il cellulare l’avvocato Gianrico Ranaldi e l’ha inviata via WhatsApp al caro sindaco Carlo Maria D’Alessandro. Che tanto ci teneva a confortare il suo spirito attraverso la vista di quell’immagine traboccante d’amore e sentimento.

Trenta secondi dopo l’invio di quello scatto, il sito Alessioporcu.it pubblicava la notizia integrale del matrimonio, depurata dal gossip ed approfondita sotto gli aspetti teologici e dottrinali. Ma anche con la descrizione di quella foto.

L’avvocato Ranaldi si è inviperito al punto da affrontare il costo d’una telefonata intercontinentale per dire al sindaco: «Gliel’hai detto tu?!»

Il povero Carlo Maria ha giurato di non essere lui la talpa (è vero): «Ho anche cancellato la foto dal telefono dopo averla vista, non può avere fatto in tempo a prenderla».

Miracoli anglicani.

 

Il futuro Pastore anglicano

Il nostro fedelissimo lettore, al secolo Benedetto Leone, ha confessato al Conte della Selvotta, in esclusiva (non ha parlato con alcun media), l’emozione provata nell’antica Abbey per lo sposalizio dell’ex don. E ha pensato: «Sarebbe bello farsi sposare dal pastore Antonio Potenza, mio amico in abbazia quando ero il cerimoniere». E alla domanda “Vuoi diventare anche tu pastore anglicano?” ha replicato con un sorriso «Decisamente no. Sono cattolico e tale rimango!»

Però! E’ stato visto parlare a lungo con il dean John Hall il decano dell’abbazia. Che cosa si saranno detti attraverso l’interprete, in questo caso mr Antonio? Lo scambio di parole è avvenuto nel parco verdissimo adiacente l’abbazia londinese durante il rinfresco nuziale a base di tartine e coppe di vino rosso.

Parco frequentato, dopo la messa, alcuni lustri fa, anche dal giovane studente universitario e fresco chronicle young man, al secolo Domenico Tortolano, che la sera si aggirava per la mitica Fleet street, sede storica dei giornali londinesi, ora non più. I giornali si sono quasi estinti, la tv si è quasi estinta per passare al Pay, il web è nato e quasi tramontato. Ma l’eterno Tortolano è sempre lì a ticchettare.

Per scoprire quale elisir di eterno ticchettio sulla tastiera abbia assunto il mai domo cronista cassinate, in quel parco il nostro già cerimoniere è tornato anche domenica, in meditazione dopo la messa.

Non ha riferito al Conte se poi è andato a far visita anche alla vicina cattedrale cattolica di Westminster, assai più recente, con la quale l’abbazia non va confusa.

 

I guai di don Pietro

I guai di don Pietro e di don Antonio viaggiano sulla rotta Montecassino-Roma-Londra.

Il matrimonio di mister Potenza ha fatto riemergere il casus belli di don Bernardo D’Onorio (vicino al cardinale Camillo Ruini) e di don Pietro Vittorelli (vicino al cardinale Agostino Vallini). Entrambi silurati dal Vaticano per avere osato troppo. E non sono diventati cardinali.

Per di più la coppia Vittorelli-Potenza aveva intessuto i rapporti con la chiesa anglicana facendo arrabbiare, e non poco il Vaticano. Le continue visite e poi anche l’arrivo a Montecassino del dean John Hall avevano fatto traboccare il vaso e arrabbiare papa Benedetto XVI.

Felici a Londra per il travaso di cattolici verso la chiesa anglicana e dispiaciuti a Roma per la perdita di fedeli. Si sussurra che sia iniziata lì una guerra con le conseguenze nefaste per don Pietro e don Antonio. Quindi la fuga oltre le bianche scogliere di Dover perché il mancato abate si era innamorato perdutamente di una stagista abbaziale.

E si sa nella Greater London nessuno ti riconosce.

 

L’abbraccio del Leone

Tornato da Londra con le parole di pace del dean di Westminster, Benedetto Leone ha firmato (simbolicamente) il trattato di pace (copiando dall’affresco nell’aula consiliare) con i pensionati del Centro Anziani di via Bembo, con le donne del centro antiviolenza ed anche con gli impiegati comunali (è assessore al personale).

«Sono e voglio essere l’assessore di tutti. Voglio avere rapporti pacifici, nel rispetto delle regole, con tutti. Nessuna guerra. Lavoriamo insieme. I soldi verranno dati, in base alle disponibilità e alle necessità, a tutti». Ipse dixit.

 

Rossella, la pasionaria

E’ un vulcano. Chi è? Rossella Chiusaroli, la bionda pasionaria devota al chairman Mario Abbruzzese che l’ha proiettata nell’arena dell’aula provinciale di piazza Gramsci a Frosinone. E qui che attacca e contesta a più non posso il presidente Antonio Pompeo.

Urla la consigliera urlando: «I soldi per le scuole sono bloccati e a Frosinone nessuno sa niente. Quando li vogliono utilizzare?! Le scuole cadono a pezzi. Pompeo si deve muovere, sennò se ne deve andare».

La Rossella vede rosso quando si tratta di politici di centrosinistra e ne sa qualcosa il due volte sindaco di Cassino Giuseppe Golini Petrarcone. Ma la Rossella (che non c’era in Aula fino a un anno fa) non sa che G.G.P. è reo di nulla. Il prudente e preparato assessore alle finanze docet.

 

I colori di CMD’A

Dopo le cantonate sull’acqua (che non c’è più) il nostro affezionato lettore Carlo Maria D’Alessandro, al secolo sindaco pro-tempore, già allievo del direttore del tg di Gari Tv, Domenico Tortolano (che tramite il proprio rinomato studio legale ci diffida dall’utilizzare il suo nome, non ritenendosi onorato bensì dileggiato dalle nostre periodiche e solo rispettose citazioni) si bea, tra gli invitati e le interviste del direttore di Teleuniverso, Alessio Porcu, per le cosiddette “scritture di luce” proiettate sull’abbazia benedettina.

Un evento colorato per dimenticare gli insulti dei comitati e di quelle cose che non vanno ancora nella complessa macchina amministrativa dell’ente.

Però, CMD’A si sta dimostrando più audace del previsto e sfida il pericolo. E accusa, a parole, avversari politici, Provincia e Regione di immobilismo. E pensa a diventare presidente dell’ente di piazza Gramsci, chairman permettendo.

A Londra, i bookmaker accettano scommesse: CMd’A sarà il prossimo candidato alla presidenza della provincia di Frosinone tra un anno e mezzo.

 

Sarah festeggia con Oro Nero

Sarah Grieco ieri sera ha festeggiato al OroNero con calici di spumante nostrano la risposta della prefettura sul casus belli dei voti nella contesa con Claudio Trotta. (leggi qui ‘Con Sarah Grieco, Claudio Trotta resiste davvero poco’) Ora è sicura di rimanere in Aula nella corte di Francesco Mosillo.

Lei stessa ha annunciato la fine della guerra con i vicini di banco. Un tavolo per il Pd? «Faccio io la proposta: invito a cena a casa mia i rappresentanti delle varie sensibilità presenti nel Pd di Cassino. E vediamo se insieme riusciamo a rincollare i cocci». Ipse dixit.

 

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