Ruspandini: altolà alla Lega sul candidato a Frosinone

Il senatore Massimo Ruspandini invia un fermo altolà a Lega e Forza Italia. Che nei giorni scorsi avevano parlato del metodo con cui scegliere il candidato sindaco a Frosinone per il 'dopo Ottaviani'. E dice "Se pensano che staremo a guardarli sbagliano di grosso”.

L’altolà arriva forte e chiaro. Indirizzato alla Lega e destinato al Coordinatore regionale Claudio Durigon. Il messaggio non lascia spazio ad equivoci: si scordasse di calare dall’alto il nome del candidato sindaco di Frosinone per il dopo Nicola Ottaviani. A spedirglielo è stato l’uomo forte di Fratelli d’Italia, Massimo Ruspandini.

Il senatore di Giorgia Meloni rompe il silenzio che si era imposto fino ad oggi. Non era intervenuto quando Claudio Durigon aveva detto che quel candidato andava concertato al tavolo Regionale. (Leggi qui Candidato sindaco e tavolo regionale: la linea Durigon). Nemmeno aveva parlato quando il dominus di Forza Italia nel Lazio Claudio Fazzone aveva aperto alla possibilità di Primarie. (Leggi qui Fazzone dice si al sindaco scelto senza passare dal Regionale).

Il leader Maximo

Massimo Ruspandini

Ad Alessioporcu.it il senatore Massimo Ruspandini dice che «Va riconosciuto a Nicola Ottaviani e alla sua giunta di aver contribuito ad “allargare “ il ruolo del capoluogo in questi anni. Proprio per questo la scelta del candidato alla sua successione è una partita che deve andare oltre. Ma, per quanto ci riguarda, deve tenere conto che oggi il centrodestra è totalmente cambiato».

L’uomo simbolo di FdI sul territorio lo mette in chiaro: «Fratelli d’Italia ambisce ad essere il primo Partito della provincia».

I numeri sono diversi, le percentuali non sono più quelle di cinque anni fa: il Partito che la volta scorsa veniva considerato una Cenerentola oggi ha ambizioni da primato. E Ruspandini non lo nasconde. «In questi anni quando comandavano gli altri, non venivano nemmeno invitati ai tavoli che contavano. Oggi abbiamo il dovere di rilanciare il centrodestra che per sua natura è e fonda su basi e concetti diversi. E anche su persone diverse».

Se c’è una cosa che non ha gradito sono state le parole dette da Claudio Durigon. Gli hanno ricordato l’epoca in cui la Cenerentola della politica non veniva invitata al ballo. Ed il candidato lo decidevano altri. Spesso su altri tavoli. «Noi abbiamo superato e ci poniamo in netta antitesi rispetto al passato quando i mamma santissima di turno imponevano le loro candidature a dispetto delle realtà cittadine. Siamo nati (e cresciuti) per questo».

Gli esempi di Ceccano e Anagni

Roberto Caligiore, vincitore a Ceccano

Ci sono due esempi che Massimo Ruspandini cala come altrettanti assi sul tavolo del suo ragionamento. I due assi sono i risultati delle elezioni comunali ad Anagni ed a Ceccano. In entrambi i caso il centrodestra ha vinto a mani basse. E tutt’e due le volte il candidato è stato scelto senza coinvolgimenti esterni.

«A Ceccano e Anagni nessuno è venuto a mettere il becco. E infatti si vince o in alcuni casi si stravince. Ma si potrebbe declinare questo rapporto con il territorio anche ad altri tipi di elezioni ma io credo che essere rappresentativi vuol dire rispettare il territorio e non imporre le proprie scelte».

C’è un messaggio anche per le prossime elezioni comunali di Sora. Lì le trattative sono finite nel caos dopo che hanno iniziato a metterci il naso tutti i leader estranei alla città. È il caso dei leghisti Francesca Gerardi e Pasquale Ciacciarelli, degli azzurri Gianluca Quadrini e Rossella Chiusaroli. A tutti loro, Massimo Ruspandini manda input chiaro: «A Frosinone come a Sora saranno gli addetti ai lavori di Frosinone e Sora a stabilire la rotta».

Il ‘ma‘ di Massimo

Massimo Ruspandini con Claudio Fazzone e Nicola Ottaviani

C’è un ma. «Se qualcuno pensa che Fratelli d’Italia o il senatore Massimo Ruspandini, stiano a guardare che gli altri decidano per noi non ci conoscono. Se lo facessero si sbaglierebbero di grosso. Forse si interpreta male il silenzio specie quando è maturo e costruttivo».

Il suggerimento del senatore è quello di spegnere i riflettori e di abbassare i toni. Riportare il dibattito nella sua sede naturale. «Invito tutti a serrare le fila ed a non sbracciarsi in inutili protagonismi e superomismi.
C’è una coalizione e se c’è, deve esserci sempre. Non esistono padroni e non esistono sudditi. Insieme si deciderà per il meglio individuando metodi e regole per le scelte
».

E se si decide insieme, non c’è bisogno di fughe in avanti.