Ruspandini: «La mia Destra piace pure ai Comunisti per la sua Ceccanesità»

Senatore, presidente provinciale di FdI, a capo della destra sociale nata a Ceccano e allargata al resto della Ciociaria. Dalle elezioni amministrative di Frosinone al suo futuro politico: anche quello del sindaco Caligiore. E poi il neologismo, associato al carattere tanto popolare quanto indipendente della Contea: in contrasto con la Ciociarità del primo cittadino leghista di Frosinone Ottaviani

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

C’è chi lo chiama campanilismo ma in fondo Frosinone e Ceccano sono sempre state antagoniste. Sin dall’antichità: quando erano Frusna e Fabrateria Vetus. Nel Medioevo l’una sarebbe stata poi distrutta e conquistata dagli Ostrogoti, ripresa dai Bizantini e annessa al Ducato Romano.

L’altra, fatta propria dai Longobardi, sarebbe diventata Contea dei de’ Ceccano: praticamente tutti i comuni dei Monti Lepini, includendo anche vari possedimenti nel Capoluogo ciociaro nonché tra Carpineto Romano e Terracina. A quei tempi è stata indipendente e controcorrente per mezzo millennio. Certe cose non cambiano.

La premessa è d’obbligo prima di intrecciare le vicende politiche di Frosinone e Ceccano. Per dirne una: la lista elettorale Grande Ceccano, capeggiata alle scorse Comunali dal poi assessore Riccardo Del Brocco, proprio in contrapposizione col progetto Grande Capoluogo di Frosinone. È il progetto di città intercomunale messo a disposizione del territorio da Unindustria e Università di Tor Vergata. Era stato abbandonato ma è stato ormai ripreso da tutte le forze politiche frusinati in vista delle Elezioni del 12 giugno. Il centrosinistra preferisce continuare a chiamarlo Grande Capoluogo. Per il centrodestra, per voce del candidato sindaco Riccardo Mastrangeli, è ormai meglio chiamarla con un’altra denominazione generica: “area vasta”. Meglio non azzardare.  

Mai dire Grande Capoluogo

L’inaugurazione della sede di Frosinone

Alla fine sempre quello sarebbe: una gestione integrata di tutti i servizi intercomunali. Ceccano, con il suo Piano per la transizione sostenibile della città, ha ormai aperto all’area vasta. Ma è sicuro che non la vorranno chiamare Grande Capoluogo: troppa centralità al più semplice omologo. È la Ceccanesità, il neologismo usato dal senatore Massimo Ruspandini: presidente provinciale di Fratelli d’Italia e creatore della destra sociale autoctona esportata in tutta la Ciociaria. Ceccano, se quella città intercomunale si chiamerà Grande Capoluogo, non aderirà.

Alla Ciociarità dell’uscente sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani, coordinatore provinciale della Lega, Ruspandini risponde con i tratti distintivi di Ceccano: popolare, comunista, ora anche a favore di FdI per via del suo ribellismo.   

Di certo a Ceccano, ex Stalingrado ciociara, c’è il laboratorio politico di Fratelli d’Italia. Tra lista di Partito e civiche conta quasi 5mila voti: il 37.6%. Sono per l’esattezza 4.928 voti dati direttamente o indirettamente a FdI. (Leggi qui Da Stalingrado ciociara a roccaforte di patrioti).

Gli intrecci tra le Amministrative

Massimo Ruspandini e Fabio Tagliaferri
Senatore Ruspandini, a Frosinone avete ritirato la candidatura di Fabio Tagliaferri a sindaco convergendo sulla candidatura unitaria di Riccardo Mastrangeli. Se il gruppo consiliare di FdI non fosse stato fedele a Ottaviani, la dirigenza del Partito avrebbe sfiduciato il sindaco della Lega. Ora tutto bene?

«Io sono per il centrodestra e per la coalizione. A Frosinone mi sono speso tantissimo e c’è da dire che altri avrebbero agito diversamente. Ho fatto finta di non vedere l’ostilità di alcuni alleati e ho dimostrato di volere fortemente l’unità, anche a costo di sacrificarsi ancora»

Parla ovviamente di Sora, dove l’iniziale candidato sindaco di FdI è saltato per via di una spaccatura nel centrodestra. Questo vi avrebbe concesso la possibilità di impuntarvi sulla candidatura di Tagliaferri a Frosinone.

«Sora è una città dove gli schemi non funzionano. È l’unico Comune d’Italia in cui due proposte civiche, dove c’è di tutto e di più, riescono ad arrivare al ballottaggio. Sora è completamente a parte. A Ceccano e ad Alatri il centrodestra unito si è imposto dopo decenni di centrosinistra. A Frosinone avanti con una coalizione unita di centrodestra, convintamente a sostegno di Mastrangeli».

Mastrangeli con FdI? Ruspandini sorride

Il sostegno di FdI al candidato sindaco Riccardo Mastrangeli
Tagliaferri che si fa da parte e Fratelli d’Italia che sostiene Mastrangeli persino più della Lega. Ed è l’uomo di fiducia del sindaco uscente della Lega Ottaviani. Tagliaferri, in caso di successo, potenziale vicesindaco o quantomeno in giunta. È stata una rinuncia troppo grande per non firmare accordi pre- matrimoniali.

«(Sorride, ndr) In ogni caso credo che attualmente Mastrangeli sia più vicino alla Lega. Mettiamola così: Fratelli d’Italia punta a far eleggere più consiglieri possibili. Il resto, nel caso, verrà da sé. L’importante è che la mia generazione non ricaschi nei disastri del Pdl, un centrodestra oltremodo litigioso. Bisognerà evitare di commettere gli errori degli uomini del centrodestra del passato».

Tagliaferri non concorrerà in prima persona e sosterrà la corsa dell’ex sindaco Paolo Fanelli al Consiglio. A che punto siete con la lista elettorale?

«Stiamo costruendo una lista fortissima. Il peso politico sarebbe ovviamente importante nell’assetto della giunta. La nostra sarà una lista nuova, giovane, anche con qualche sorpresa positiva. Nel corso dell’evento di FdI al Fornaci Village di Frosinone, “Il ruolo strategico del Capoluogo per una provincia più competitiva”, Fabio Tagliaferri ha appena ufficializzato l’ingresso in FdI di Cristian Bellincampi. Mi sembra non ci sia molto altro da aggiungere». (Leggi qui Bellincampi lascia Vacana: si candida con FdI).

Il fenomeno Ceccano

Un Consiglio comunale di Ceccano
Non si può non parlare a questo punto di Ceccano, laboratorio politico della sua destra sociale. Nell’amministrazione di centrodestra, in fondo, sono tutti Fratelli. Anche quelli della Lega, all’inverso del Capoluogo, sono fedeli al sindaco di FdI. Si può parlare di Caso Ceccano?

«A Ceccano il dato di Fratelli d’Italia, com’è noto, non è ascrivibile alla sola lista del Partito. Con oltre il 37%, quello dichiarato, è con tutta probabilità la percentuale più alta a livello nazionale. A Ceccano, prima di entrare, bisogna bussare alla porta di FdI. Ceccano ha trovato una destra compatibile. Era incompatibile con la destra di un tempo. Ceccano non è cambiata, è rimasta popolare, e siamo noi che rappresentiamo oggi quel ribellismo e tuteliamo la Ceccanesità».  

A tal proposito vi accusano da sempre di isolazionismo. C’è una parte di popolazione che ironizza sulla Contea di Ceccano da quando è diventato uno dei cavalli di battaglia di FdI. Di certo ha varie letture questo connubio tra destra e medioevo.

«La Contea è un monolite ed è stata lanciata per rivendicare la nostra identità. Escludere tutti gli altri, però, sarebbe ovviamente da cretini. Dobbiamo continuare a non chiuderci come abbiamo sempre fatto. La destra che penso di aver inaugurato è sociale, di popolo, aperta alla sinistra. A Frosinone, ad esempio, è borghese. Tanti di noi vengono invece da famiglie di sinistra. E a livello locale, al netto dell’identità, gli elettori di sinistra ci votano».

Ruspandini: «Anche i Comunisti votano FdI»

L’augurio di buon 2022 da parte di FdI
Parla il 51% con cui Caligiore ha stravinto al primo turno contro i competitor di centrosinistra Marco Corsi ed Emanuela Piroli. A Ceccano preferiscono una destra sociale a una sinistra che lei ritiene meno popolare?

«Non ci vedono poi così distanti. E parliamo di una sinistra comunista, non radical chic, un fenomeno affatto isolato. Nell’universo del centrodestra è successo anche a Sesto San Giovanni, così come in Toscana e in Emilia Romagna, in tante periferie. Al nord la classe operaia ha iniziato a votare Lega. A Ceccano votano FdI. Ci vedono come persone a cui dare fiducia, le ostilità sono sempre arrivate più che altro dal centro e dagli ex democristiani».

Continua a girare in lungo e in largo la provincia reclutando sindaci, assessori e consiglieri comunali. Pensa che sia possibile anche nella Frosinone di Ottaviani?

«La destra di Ceccano ha avuto anche la capacità di contagiare i comuni limitrofi. Si è registrato il passaggio, tra gli altri, dei sindaci di Patrica e Castro dei Volsci Fiordalisio e Ambrosi. Anche a Frosinone abbiamo vinto una battaglia importante contro l’area di Alfredo Pallone. Stiamo costruendo un Partito forte che ma che abbia anche una linea riconoscibile: popolare».    

Sul futuro del Senatore e di Caligiore

Massimo Ruspandini e Roberto Caligiore
Riuscì a farsi eleggere al Senato quando stavate al 4%: uno degli attuali 21 senatori di Fratelli d’Italia. Oggi, al netto del taglio dei parlamentari, FdI sta stabilmente oltre il 20% secondo i sondaggi. Cose le riserva il futuro?

«Sono a disposizione del Partito. E significa che non si può di certo escludere neanche una mia candidatura alle prossime elezioni regionali. A tutti i livelli siamo una comunità molto coesa e condividiamo, non subiamo, le strategie».

Allora vale anche per il sindaco Caligiore. È stato defenestrato nel primo mandato. Mezza città ha sentito la mancanza di un sindaco durante l’anno di commissariamento prefettizio in piena pandemia. Da sindaco sfiduciato, che solitamente non viene ricandidato o non vince, si è imposto al primo turno. Caligiore se la merita una candidatura importante?     

«Sono molto contento per come sta lavorando Roberto. Posso soltanto dire una cosa: se FdI ha bisogno di un nome forte, io propongo immediatamente Caligiore. Poi scatta la fatidica domanda: “Te la senti di candidarti?”. E decide lui, che non ha di certo bisogno di presentazioni a Roma. Roberto è una grande risorsa del Partito. Tre anni in politica sono una vita. Il Partito agevolerà sicuramente la carriera di Roberto Caligiore».