Sacco, ramoscello e mitra sui nuovi Egato

Come si legge la presa di posizione del sindaco di Roccasecca sugli Egato. L'apertura ad un modello moderno e funzionale. Il no al vecchio concetto delle discariche. Il ruolo di Buschini

Nessuna opposizione. Il tam tam tra i sindaci è durato per un giorno intero. Nessuno è contrario, nessuno è perplesso. L’ipotesi che porta il coordinatore della maggioranza Zingaretti Mauro Buschini verso la presidenza dell’Egato della provincia di Frosinone sta passando come la soluzione più naturale. Perché è stato assessore ai Rifiuti nello Zingaretti 1, ha gettato da lì le basi per l’attuale piano regionale. In quel ruolo occorre una figura che abbia la capacità diplomatica necessaria per dialogare con i sindaci, la conoscenza politica della materia. Il silenzio dei sindaci in queste ventiquattrore sta ad indicare che il modello ha un suo equilibrio. (Leggi qui: Rifiuti, Regione al bivio tra riforma e fallimento).

Non è la presidenza ad agitare i sindaci, non è il ruolo guida che potrebbe assumere Mauro Buschini. C’è altro sul quale vogliono chiarezza. Se n’è fatto interprete Giuseppe Sacco, sindaco civico di Roccasecca.

Riunione dei sindaci

Foto © Carlo Lannutti / Imagoeconomica

Ha chiamato a raccolta i sindaci di tutta la Provincia. Non solo quelli che già fanno parte del Coordinamento. Lo fa con lo stigma di chi dal primo giorno del mandato ha combattuto l’ampliamento della discarica provinciale sul suo territorio, che ha costretto Palazzo Chigi a riunirsi per occuparsi della piccola Roccasecca, ha vinto sui fronti legali obbligando il Consiglio dei Ministri a disporre un’eccezione.

Non punta il dito sulla presidenza. Ma chiede che nella stanza dei bottoni ci siano i territori, venga dato spazio ai Comuni che ospitano gli impianti. Non come forma di risarcimento ma per utilizzare al meglio il loro patrimonio di esperienza: per capire come far funzionare al meglio le cose sulla base di come le hanno vissute Colfelice (impianto Tmb), Roccasecca (discarica provinciale) e San Vittore del Lazio (termovalorizzatore).

Sacco indica una data: “Il prossimo 7 dicembre è in programma la riunione che porterà alla costituzioni degli Egato da parte della Regione Lazio”. Lo definisce “un passaggio fondamentale che abbiamo il dovere di definire con oculatezza, attenzione e rispetto per quei territori che da anni pagano dazio rispetto alle problematiche ambientali”.

Non farci trovare impreparati

Giuseppe Sacco chiede ai sindaci di non farsi trovare impreparati. “Dobbiamo individuare una linea di azione fondata sulla qualità del servizio e sul rispetto della salute delle persone. Soprattutto nei riguardi del sud della provincia. Da queste parti quando si parla di gestione dei rifiuti subito si accende la spia rossa. Siamo i comuni dove hanno sede gli impianti e piu di tutti abbiamo il dovere di attivarci e comunque il diritto di far parte di ogni organismo che si occupa di questa materia”.

È il passaggio chiave. Perché il Comune che ha ospitato la discarica provinciale dei rifiuti parla di ‘qualità del servizio‘, parla di ‘spia rossa‘. Non è una chiusura ideologica ma è una barriera ragionata. Che parte da un presupposto: le moderne tecnologie consentono di trattare i rifiuti in maniera del tutto opposta al passato. Senza disagi per i cittadini, senza odori, senza inquinamento. È un No al modello antico delle discariche ed è un’apertura alla moderna economia circolare.

Con un limite: quello dell’esperienza del passato che porta a far accendere la spia rossa. Nel passato, il sud della Provincia ha rischiato di diventare una specie di Terra dei Fuochi. Ecco perché sacco vuole portare l’esperienza lì dove si manovrano i bottoni.

Niente a scatola chiusa

(Foto © Stefano Strani)

Non si può affrontare un passaggio così centrale a scatola chiusa. Quindi l’incontro oltre che informativo su cosa andremo a discutere il 7 dicembre, è anche un momento di condivisione. E di definizione di un indirizzo comune su un tema che non ha colore politico, ma riguarda un intero territorio“. In pratica: Sacco vuole chiarezza. Su cosa?

Su come funzioneranno gli Egato. E la chiarezza manca perché siamo in presenza di un soggetto nuovo, tutto da testare sul campo, con competenza finora diffuse tra i Comuni e che entro il 2025 andranno messe a sintesi.

C’è preoccupazione, ad esempio, in quei Comuni ciociari che hanno il servizio in house. Fino ad oggi si sono gestiti tra loro, consorziandosi con i Comuni vicini. Da domani dovranno interfacciarsi con Egato. Che potrebbe renderli superati. Anche lì c’è un dibattito da avviare.

Tutta materia per Mauro Buschini. Se sarà lui il presidente.

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