Saf, i sindaci aumentano lo stipendio di Vicano

Ro.Co. per L’Inchiesta Quotidiano

Va fatto un rapido calcolo altrimenti non si potrà stabilire la cifra dello stipendio che il presidente della Saf Mauro Vicano percepirà ogni mese. Basta solo capire se la somma dei cittadini che risiedono nei comuni che conferiscono a Colfelice supera o no i cinquecentomila abitanti, fatto questo va da se: lo stipendio del dottor Vicano oscillerà tra i 5784 mila euro ai settemila e passa mensili.

A dire sì all’adeguamento della retribuzione del presidente della società pubblica sono stati, durante l’assemblea che si è tenuta giovedì scorso, 56 sindaci della provincia che in sostanza hanno ritenuto opportuno equiparare la mensilità del presidente a quella di un sindaco alla guida di una città di 500 mila abitanti. Va fatto solo un rapido conteggio e verificare se, visto che in Saf conferiscono anche comuni fuori dalla provincia, Vicano è alla guida di un impianto che serve 500 mila abitanti o no. Più semplicemente: i 489 mila residenti circa della provincia bloccherebbero la mensilità a poco meno di seimila euro, se la somma dei residenti degli altri comuni che conferiscono in Saf fosse pari a almeno 11mila e 1 abitanti ecco che l’asticella salirebbe sino a toccare i 7840 euro lordi.

Intanto mentre c’è solo da fare quattro conti, gli echi dell’assemblea dei sindaci che ha approvato il bilancio presentato dal cda della Saf non potevano non rimbombare a Cervaro, comune confinante con San Vittore del Lazio, dove insiste il termocombustore che si nutre, o meglio produce energia grazie, ma non solo, al cdr che lì viene conferito dall’impianto di Colfelice.

Un silenzio-assenso nei confronti di una politica ambientale nefasta quella dei sindaci della Provincia, che hanno elogiato la governance di Vicano, duramente criticato dall’attivista Cinque Stelle e ambientalista Massimo Maraone che, oltre a sferrare un duro attacco ai primi cittadini e alla governance dell’impianto, raccoglie tutte le contestazioni rilevate dal vice sindaco di Arnara, Adirano Roma non senza proporgli, quasi come una sfida, di convergere insieme agli attivisti del Cinque Stelle verso lo “schianto” la Saf.

«Non c’è da meravigliarsi se la maggioranza dei sindaci schierati con la politica pro-Acea, ovvero quella che alimenta a suon di combustibile derivati da rifiuti l’inceneritore di San Vittore del Lazio, ha approvato il bilancio della società pubblica confermando sempre lo stesso trend, cioè quello di mettere le mani nelle tasche degli utenti che pagano la Tari. Ma ancor più grave è che decidano di mantenere in piedi uno dei più grandi carrozzoni politici della provincia di Frosinone. Siamo costretti anche ad assistere ad azioni di marketing sui mezzi di informazione, che siano giornali o tv locali che reclamizzano la società e l’adiacente discarica. Un intreccio tra politica, lavoro, affari e marketing inammissibile per una società pubblica che dovrebbe concentrarsi invece su come gestire al meglio il ciclo dei rifiuti. Solo una voce fuori dal coro durante l’assemblea, quella del vicesindaco di Arnara, Andriano Roma che ha sottolineato come siano gli stessi sindaci che l’altro anno facevano le barricate fuori i cancelli per protestare contro i rifiuti provenienti da Roma, ad approvare i contratti con le società e ad elogiare il nuovo cda. Che chiede lumi sui comuni della provincia che sono morosi nei confronti della Saf per un ammontare di 18 milioni e che sostiene che quanto da lui richiesto è lecito nel segno della chiarezza e della trasparenza soprattutto in merito agli incarichi affidati ad alcuni soci Saf. Non sarebbe sbagliato aprire un reclamo ufficiale verso questa gestione che veda in prima linea i cittadini e il signor Roma e che, oltre a contestare la governance, faccia converegere i sindaci verso un progetto unitario di raccolta differenziata che aderisca al principio di ‘Rifiuti Zero’. Non pochi attivisti del M5S sono favorevoli a schiantare la Saf su questi principi, spero che il messaggio arrivi al signor Roma».

Ro.Co.

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