Sindaci sul piede di guerra: no ai rifiuti di Roma alla Saf

Dalla Capitale si stanno trasferendo 250 tonnellate al giorno di spazzatura al Tmb del comune ciociaro. I primi cittadini del basso Lazio dicono no

Antonio MARIOZZI

per IL CORRIERE DELLA SERA

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Si va verso la protesta dopo l’arrivo dei rifiuti di Roma nell’impianto Saf a Colfelice, in Ciociaria. Per affrontare l’emergenza nella Capitale si stanno trasferendo 250 tonnellate al giorno di spazzatura al Tmb del Comune ciociaro. Una decisione che sta scatenando l’opposizione dei primi cittadini del basso Lazio.

Sul piede di guerra

Mercoledì 10 gli amministratori comunali del comprensorio di Cassino si sono riuniti per esaminare la delicata questione e fare il punto sulla situazione in vista dell’assemblea della Società Ambiente Frosinone, in programma lunedì prossimo nella sede dell’amministrazione provinciale.

L’immondizia della «città eterna» sta arrivando nel Frusinate dopo la decisione presa lo scorso 28 giugno dai sindaci (i soci della Saf sono tutti i 91 Comuni ciociari e la Provincia) di non ricevere più i rifiuti da altri territori. Una scelta, questa, che i camion dell’Ama stanno ora «sconfessando», mettendo così in fibrillazioni i primi cittadini e i comitati ambientalisti della bassa Ciociaria.

Il tutto a pochi giorni della riunione della Saf presieduta da Lucio Migliorelli (Pd), eletto appena un mese e mezzo fa, che ha confermato i quantitativi di spazzatura provenienti da Roma.

Sindaco di Colfelice: troppi disagi»

I sindaci hanno ribadito il loro no all’immondizia della Capitale, impegnandosi anche a garantire la presenza di cittadini, lunedì prossimo, davanti alla sede della Provincia.

«Ci opponiamo con fermezza all’arrivo dei rifiuti di Roma – ha detto il sindaco di Colfelice, Bernardo Donfrancesco – e auspichiamo anche il sostegno degli altri Comuni della provincia. Siamo contrari per tutti i problemi ambientali, compresi i disagi causati dal continuo transito dei camion».

Il sindaco di Pastena, Arturo Gnesi, ha sottolineato i rischi e i timori per la salute dei cittadini in un territorio che a poche centinaia di metri dall’impianto di Colfelice ha anche la discarica di Roccasecca.

«Impianto solo per la provincia»

Le polemiche, dunque, s’infiammano sulle tonnellate di spazzatura romana. Per il primo cittadino di Roccasecca, Giuseppe Sacco «la decisione di far arrivare l’immondizia di Roma è contraria alla legge regionale sul ciclo dei rifiuti, allo statuto della società e a un’esplicita delibera dei sindaci, soci della Saf. Il rapporto con il presidente è di natura fiduciaria – ha incalzato – ed è ovvio che si assumerà le responsabilità di quanto sta accadendo. Vogliamo che l’impianto di Colfelice sia portato alla massima efficienza e utilizzato solo per il fabbisogno della provincia di Frosinone, senza più deroghe alla legge e alle decisioni dei sindaci».

Il no da Frosinone

Del tutto contrario anche il sindaco di Frosinone, Nicola Ottaviani, che torna a sollevare la questione dell’ecomostro di via le Lame, nel capoluogo, una montagna di 651mila metri cubi di rifiuti ferma lì da molti anni.

«A coloro che ipotizzano che i rifiuti di Roma possano essere smaltiti nuovamente in provincia di Frosinone – ha aggiunto Ottaviani – manderemo, nei prossimi giorni, le fotografie della discarica di via Le Lame, che risulta il prodotto dell’accumulo di rifiuti provenienti da mezza Italia durante le varie emergenza verificatesi in passato. Se poi qualcuno ritiene ancora, nel 2018, che i rifiuti possano essere addirittura un grande affare per la nostra provincia – ha concluso -, allora credo che meriti soltanto un po’ di umana commiserazione, poiché anteporre il profitto alla salute è ormai un concetto che appartiene alla preistoria».

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