Si scannano su tutto. E poi non cambia niente (di C. Trento)

I sindaci sapevano tutto. L'aumento della tariffa dei rifiuti era a loro conoscenza da mesi. ma arrivato il momento di far pagare i cittadini hanno iniziato a fischiettare e guardare in alto. Senza assumersi responsabilità. Ancora una volta.

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Il punto è il confine tra il ruolo di sindaco e quello di socio. Perché il primo guarda inevitabilmente alle prossime elezioni, mentre il secondo dovrebbe preoccuparsi dell’assetto e degli equilibri della società alla quale partecipa. Con un occhio attento ai bilanci.

Nella sua relazione all’assemblea della Saf del 29 dicembre 2017 il presidente Lucio Migliorelli diceva: «Tale situazione è rappresentata dal quadro delle tariffe, varate dalla Regione Lazio sui costi di gestione, che a tutt’oggi evidenziano come nella nostra provincia vigono le tariffe più basse».

La tariffa per il conferimento dei rifiuti presso l’impianto Saf di Colfelice è passata da 102,94 a 138,68 euro a tonnellata. Ma non si è trattato di un blitz notturno, bensì di un’operazione alla luce del sole andata avanti per mesi. Perfino con tratti da telenovela.

Ricordate? L’aumento fu deciso a settembre dalla Regione, ma poi arrivò la revoca dopo l’intervento dell’allora assessore Mauro Buschini, preoccupato dalla sollevazione dei sindaci. Con le elezioni regionali alle porte. Ma a sollecitare l’adeguamento della tariffa è stata la Saf. L’ex presidente Mauro Vicano ha sempre parlato di una sorta di indicizzazione con riferimento all’adeguamento dei costi. Non mancando di sottolineare che, senza quella decisione, i conti della società potevano risentirne pesantemente. Quindi l’aumento c’è stato, anche con effetto retroattivo, prevedendo un conguaglio per le annualità 2015, 2016, 2017.

Le cifre sono state determinate e considerate per la redazione del bilancio, che Lucio Migliorelli non ha fatto da solo. Il documento contabile è passato all’attenzione del Consiglio di Amministrazione, all’interno del quale gli schieramenti e i Partiti politici sono rappresentati. Sia quelli di maggioranza che quelli di opposizione.

E i sindaci erano perfettamente al corrente degli adeguamenti tariffari, tanto è vero che in diversi stavano e stanno preparando il ricorso (il termine scade il 30 luglio).

Venerdì, in sede di assemblea della Saf, la maggioranza dei sindaci presenti ha fatto capire chiaramente che il bilancio non sarebbe passato

 

La scontata decisione di non decidere

Alla fine solito rinvio, con un tentativo di convincere la Regione Lazio a caricarsi il costo del conguaglio per gli arretrati.

Ora, l’assemblea è sovrana e i sindaci hanno tutto il diritto di decidere come vogliono. Ma certo è strano che nello stesso Partito ci siano posizioni diametralmente opposte su un documento cruciale come il Bilancio. Di una società importante come la Saf.

Perché se in questi anni la provincia di Frosinone non ha conosciuto l’emergenza rifiuti lo deve al funzionamento di un “ciclo” che ha nell’impianto di Colfelice un cardine irrinunciabile.

L’assemblea dovrebbe pronunciarsi una volta per tutte su punti chiave:

  1. i conti della Saf reggono senza l’adeguamento tariffario e i conguagli?
  2. il piano industriale, sollecitato da anni e ora pronto, rappresenta una priorità?
  3. nella veste di socio un sindaco può assumere decisioni impopolari?

 

Occorre chiarezza, perché altrimenti, come già successo per la gestione del servizio idrico, si continua a non decidere, ad instaurare contenziosi legali dall’esito incerto.

E se poi alla fine i tribunali amministrativi danno ragione ai gestori o alle società (come in realtà spesso accade), la stangata sui cittadini arriverà in modo ancora più forte.

È un tema che i sindaci-soci dovrebbero affrontare nelle assemblee. Una volta per tutte. Evitando di andare in ordine sparso per poi far saltare ogni tipo di decisione all’ultimo minuto.

 

Le insuperabili contraddizioni dei Democrat

Lucio Migliorelli al vertice della Saf è arrivato con il sostegno del Pd, e in particolare dell’area di Francesco De Angelis.

Venerdì molti sindaci Dem erano pronti a votare contro il Bilancio. E Domenico Alfieri, che oltre ad essere primo cittadino di Paliano è anche segretario reggente del Pd, ha scritto che mai come Amministrazione avrebbe votato il bilancio e il piano industriale.

In questo momento Alfieri è il massimo responsabile politico del Pd, il partito di Lucio Migliorelli. In altri tempi uno tra Alfieri e Migliorelli si sarebbe dovuto dimettere, da segretario o da presidente.

Perché anche in questo caso torna alla ribalta il tema del confine tra il sindaco e il socio, tra il presidente e l’uomo di partito. Invece non succederà niente. Secondo una tradizione ormai consolidata nei Democrat, anche e soprattutto nella nostra provincia.

Si scannano su tutto e poi non cambia niente”, cantava Giorgio Gaber nella celebre “Io non mi sento italiano”. Però un conto è il dibattito interno ad un Partito, altro discorso riguarda le dinamiche di una società che gestisce un servizio delicato e fondamentale.

La verità è che si guarda sempre alla prossima elezione e tra un anno saranno tanti i Comuni al voto.

 

L’asse gialloverde fatica a prendere quota

La Lega ha tre parlamentari in questo territorio: Francesco Zicchieri, Francesca Gerardi e Gianfranco Rufa. Tre ne ha pure il Movimento Cinque Stelle: Luca Frusone, Enrica Segneri, Ilaria Fontana.

Una pattuglia nutrita considerando che fanno parte della maggioranza di governo. Eppure finora faticano ad incidere sul territorio e le recenti amministrative lo hanno dimostrato.

Mentre Massimo Ruspandini (Fratelli d’Italia) è stato protagonista ad Anagni.

Il punto è il radicamento sul territorio, che ha fatto le fortune politiche di gente come Francesco De Angelis, Francesco Scalia, Gianfranco Schietroma, Alfredo Pallone, Antonello Iannarilli, Mario Abbruzzese. E tanti altri.

È vero però che i tempi sono cambiati e che l’impostazione della politica è sempre più leaderistica e romanocentrica. Ma un territorio come la provincia di Frosinone ha quantomai bisogno di punti di riferimento per essere rappresentata laddove vengono prese le decisioni che contano.

C’è un solo modo per stare sul territorio: “ventre a terra”, avanzando con i gomiti. Con determinazione, grinta, umiltà, spirito di sacrificio, competenza, voglia di mettersi in gioco continuamente.

Perché chi si rilassa… è perduto

 

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