Salera denunciò la ‘feccia’: indagati Fontana e l’ex governatore del Molise

Il caso innescato dal consiglio comunale sulla 'feccia' in cui Salera denunciò di essere stato ricattato per pilotare un appalto. Oggi la procura di Cassino emette tre provvedimenti. Riguardano 17 persone il coordinatore provinciale di Italia Viva e l'ex governatore del Molise

Tutto è partito dalla ‘feccia‘: dalle accuse durissime fatte da Enzo Salera nel pieno del Consiglio comunale del 19 dicembre 2020. Denunciò che c’era chi voleva ricattarlo. A lui ed alla maggioranza. Mettendoli sotto scacco per obbligarli a pilotare in una direzione ben precisa l’appalto per l’efficientamento energetico. Oggi il Giudice per le Indagini Preliminari ha emesso tre dei provvedimenti richiesti dalla Procura della Repubblica: a carico di tre imprenditori. (Leggi qui: Salera pirotecnico: ci mette la faccia e bastona la ‘feccia’)

Sono Salvatore Fontana, coordinatore provinciale di Italia Viva ed all’epoca dei fatti Consigliere comunale di Cassino; Paolo Di Laura Frattura già governatore della Regione Molise (Pd); Stefano Amadori imprenditore dell’Emilia Romagna. Per loro si ipotizza l’istigazione alla corruzione‘. Per due di loro è stato disposto il divieto di dimora a Cassino e l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria; per tutti il divieto di esercitare per un anno qualsiasi attività d’impresa.

Le indagini coinvolgono un totale di 17 indagati per episodi diversi, scoperti nell’ambito degli accertamenti partiti dal filone principale.

Fontana: lascio la politica

Nonostante sia convinto di non avere commesso reati annuncio le mie immediate dimissioni da ogni incarico: non voglio più fare politica” ha detto in serata Salvatore Fontana. Per lui era stata chiesta la detenzione in carcere ma il Giudice delle Indagini Preliminari l’ha ritenuta una misura eccessiva.

Un anno fa aveva annunciato le dimissioni da consigliere comunale e l’abbandono della politica, salvo poi tornare sui suoi passi per qualche mese. All’epoca scrisse “Questa non è la politica di cui mi ero innamorato. Avrei voluto dare l’anima, mi volevo solo impegnare per dare a questa comunità quello che so e che ho imparato nella mia vita. Ho capito però che non è il posto in cui posso farlo, io non riesco a fare qualcosa per distruggere qualcuno o qualcosa, io amo costruire, in senso lato. Odiare e distruggere non fa proprio per me. Oramai sono un estraneo in questa amministrazione, c’è un’aria veramente brutta, non è per me tutto questo”. (Leggi qui: Caos Fontana: «Mi dimetto. Forse resto. Ora ci penso»).

Oggi si limita a dire: “Ho piena fiducia nella Giustizia. Sono a totale disposizione dei magistrati per chiarire ogni aspetto di questa vicenda. Spero che venga fatta luce in tempi rapidi”.

La feccia in aula

Barbara Di Rollo ed Enzo Salera

Nell’informativa della Guardia di Finanza vengono ipotizzati, a vario titolo, i reati di istigazione alla corruzione, peculato, autoriciclaggio, truffa, abusivismo edilizio ed indebita percezione di erogazioni pubbliche derivanti dal “sisma bonus“. La Procura della Repubblica ha disposto il sequestro di un complesso immobiliare del valore di 26 milioni di euro che sospetta sia gravato da abuso edilizio ed il sequestro di circa 3 milioni di euro.

Il filone principale: i tre sono accusati di avere fatto pressione sull’allora presidente della Commissione Lavori Pubblici del Comune di Cassino Tommaso Marrocco affinché intervenisse sul sindaco Enzo Salera e lo convincesse a pilotare verso una ben precisa società l’appalto per l’efficientamento energetico della città. Marrocco rifiutò i soldi e riferì tutto al sindaco. Che non perse tempo ed attraversò la strada che lo separa dal Palazzo di Giustizia e salì direttamente alla Procura della Repubblica.

Enzo Salera dopo avere messo a verbale ogni cosa, andò in Consiglio Comunale. Era la sera del 20 dicembre 2020 tuonò contro “personaggi che avvicinano consiglieri di maggioranza per convincerli a creare un gruppo autonomo al fine di mettere sotto scacco il sindaco e l’amministrazione. Per metterli sotto ricatto affinché, per esempio, una società che si occupa di efficientamento energetico venga imposta a questa amministrazione. O per cercare di mettere mano sugli appalti“.

Soldi e fango

Enzo Salera (Foto © AG IchnusaPapers)

Gli inquirenti ora ritengono che al Presidente di Commissione, per creare quel gruppo autonomo e mettere sotto pressione il sindaco, abbiano offerto una somma in denaro non ben precisata. Di fronte al suo rifiuto gli viene allora prospettata la possibilità di gestire le assunzioni del personale della provincia di Frosinone da destinare ai lavori di efficientamento energetico.

In quel Consiglio Enzo Salera fece riferimento anche a talune pressioni mediatiche. Sostenendo che era stata allestita una campagna di comunicazione per aumentare la pressione sull’amministrazione comunale ed indurla a cedere.

 «La macchina del fango si attiva per un motivo ben preciso. Perché la macchina del fango non è altro che la bassa manovalanza di chi vuole mettere le mani sulla città. Delegittimando persone perbene, democraticamente elette con un plebiscito. Io all’opposizione ho fatto tante battaglie, ma mai mi sarei sognato di mettere alla gogna persone perbene e democraticamente elette. E di farlo se non avessero obbedito a un diktat di mettere sotto scacco l’amministrazione. Ecco perché noi resisteremo alla macchina del fango».

Diciassette indagati

L’ex Mercato Coperto

L’altro filone riguarda il recupero edilizio dell’ex Mercato Coperto: 71 appartamenti, 22 locali commerciali e 63 tra garage e magazzini. La Procura sospetta che i lavori siano abusivi perché fatti con una licenza edilizia scaduta. Nei vari passaggi della licenza edilizia stanno molte delle omissioni che hanno portato gli altri nomi nel registro degli indagati: quasi tutti tecnici, di enti pubblici e liberi professionisti. Il giudice ha disposto il sequestro dell’intero immobile che ha un valore stimato in 26 milioni.

Qui si ipotizza anche il reato di “Indebita percezione di bonus” e l’autoriciclaggio di 415mila euro. Perché? Una volta trasformato il mercato coperto sono state vendute le unità abitative realizzate. Gli acquirenti venivano invogliati a concludere l’acquisto dalla possibilità di usufruire del cosiddetto “sisma bonus acquisiti”, che avrebbe consentito di ottenere uno sconto in fattura di € 96.000 per singola unità immobiliare, riducendone notevolmente il prezzo di acquisto. La procura ipotizza che gli imprenditori fossero pienamente consapevoli di avere una licenza scaduta e quindi di avere truffato i clienti con quello sconto che non potevano avere.

Da qui si passa all’autoriciclaggio. Nello sviluppo delle indagini la Guardia di Finanza ha raccolto elementi sui passaggi compiuti dai 415mila euro incassati come parte della vendita degli immobili: sarebbe stata trasferita su conti correnti di altre società al fine di occultarne la provenienza illecita.

Di tutto di più

Nelle indagini c’è anche un filone che accusa un amministratore comunale di avere rivelato il segreto istruttorio, raccontando le domande che gli erano state fatte nell’ambito delle indagini. Mettendo così in guardia gli altri indagati.

E poi due sanitari, tra cui un sindaco: accusati di peculato. Per avere somministrato a gennaio e febbraio 2021 due dosi di vaccino anti Covid-19 ad un soggetto che in quel momento non rientrava in alcuna delle categorie che aveva diritto di usufruirne.

«Abbiamo sempre concepito in maniera separata l’attività politica e quella della magistratura, per questo non intendiamo commentare i provvedimenti presi oggi dalla Procura di Cassino. Ci limitiamo a dire che in quella situazione, l’unica cosa che si poteva fare era denunciare tutto e subito, senza esitazioni”: è l’unico commento di Enzo Salera.