Salera pirotecnico: ci mette la faccia e bastona la ‘feccia’

Il sindaco di Cassino chiude il 2020 con il botto e lo fa in Consiglio. Dove denuncia pressioni su consiglieri di maggioranza affinché creino un gruppo autonomo per mettere mano sugli appalti. Opposizioni mute, tranne Petrarcone, che la macchina del fango l'ha conosciuta sulla sua pelle.

Alberto Simone

Il quarto potere logora chi lo ha dato per morto

Enzo Salera chiude il 2020 con i botti. Nell’ultimo Consiglio Comunale dell’anno, che si è svolto nelle ore scorse in sala Restagno, il sindaco di Cassino ha rilasciato dichiarazioni esplosive. Non cadranno nel vuoto. Perché non è stata una semplice baruffa politica quella andata in scena oggi. Ma una denuncia ben precisa: qualcuno ha tentato di fare pressioni su consiglieri di maggioranza per mettere in difficoltà l’amministrazione comunale.

Parole dette non in libertà davanti al bar. Ma in maniera ufficiale nella massima assise cittadina. E già riferite, nei giorni scorsi, «alle autorità competenti», come ha spiegato Salera.

Un fronte “uno e trino”

Salvatore Fontana

Il sindaco ha preso la parola dopo due ore di uno stucchevole dibattito in merito alla corsia ciclabile. Corsia che i consiglieri di opposizione chiedevano di cancellare.

La mozione voluta in particolar modo da Salvatore Fontana e firmata anche dai suoi colleghi di opposizione Giuseppe Golini Petrarcone, Massimiliano Mignanelli, Franco Evangelista e Luca Fardelli, ha visto lo sfaldamento del “fronte D’Alessandro”. Ovvero dei consiglieri che fanno riferimento all’ex sindaco Carlo Maria D’Alessandro e cioè Franco Evangelista, Michelina Bevilacqua e Francesca Calvani . Nell’ordine: il capogruppo della Lega Evangelista ha votato a favore, la consigliere della Lega Bevilacqua si è astenuta e la capogruppo di Forza Italia Calvani ha votato contro.

«Avrei votato a favore si fosse trattato di proposte per migliorarla, ma in questo modo è irricevibile». Lo ha spiegato ai consiglieri di opposizione Francesca Calvani, dando una lezione di grammatica istituzionale e chiedendo di fare degli emendamenti.

Salera accende il petardo

La Sala Restagno del Comune di Cassino durante il Consiglio Comunale

Ma prima che si arrivasse al voto, ha chiesto la parola Enzo Salera. Non per replicare in merito alla corsia ciclabile. A quello ci ha pensato il suo vice con delega ai lavori pubblici Francesco Carlino, che si è anche tolto qualche sassolino dalle scarpe «Dispiace che alcuni consiglieri che si sono candidati a governare la città non conoscano neanche la differenza tra delibera e determina».

Ma torniamo ai fuochi d’artificio di Enzo Salera. L’ha presa larga, partendo dal vino. Ha spiegato il sindaco: «La politica somiglia un po’ al vino. Ovvero? Nella fase iniziale di maturazione il vino esprime una parte nobile, che va verso l’alto, ed un deposito melmoso rossastro che si forma nel fondo dei vasi vinari. E’ definito feccia. In un sistema democratico sia la maggioranza che l’opposizione possono esprimere la parte nobile della politica. Oppure possono esprimere la parte meno nobile, la feccia della politica».

Qualcuno inizia a sgranare gli occhi, ma sono solo piccoli petardi. I botti devono ancora arrivare.

Salera lancia la granata

Ecco il primo vero colpo di fine anno: «Non esprime la parte nobile della politica chi pur di attaccare e denigrare sindaco e amministrazione non si crea scrupolo di mettere in ridicolo la città davanti ad una intera Nazione».

Qualche indizio in più? «Sicuramente esprime la feccia della politica chi (opera) a mezzo di blogger anonimi e pseudo giornalisti juke box. Persone che in cambio di un piatto di lenticchie, di una cena o il pagamento dell’assicurazione di una macchina inondano i social di false notizie. Notizie finalizzate a screditare e delegittimare l’amministrazione».

Il sindaco Enzo Salera durante il Consiglio

Ce ne sarebbe abbastanza per i botti di fine anno, ma ecco che arrivano i veri fuochi d’artificio. «Esprimono la feccia della politica quegli ominicchi, come li definiva Leonardo Sciascia nel Giorno della Civetta, che da decenni cercano di avere una visibilità in questa città. E avvicinano dei consiglieri di maggioranza per convincerli a creare un gruppo autonomo per mettere sotto scacco il sindaco e l’amministrazione. Per metterli sotto ricatto affinché, per esempio, una società che si occupa di efficientamento energetico venga imposta a questa amministrazione. O per cercare di mettere mano sugli appalti».

Salera termonucleare

Il finale di Salera è destinato ad aprire un 2021 scoppiettante. «La macchina del fango si attiva per un motivo ben preciso. Perché la macchina del fango non è altro che la bassa manovalanza di chi vuole mettere le mani sulla città. Delegittimando persone perbene, democraticamente elette con un plebiscito».

«Io all’opposizione ho fatto tante battaglie, ma mai mi sarei sognato di mettere alla gogna persone perbene e democraticamente elette. E di farlo se non avessero obbedito a un diktat di mettere sotto scacco l’amministrazione. Ecco perché noi resisteremo alla macchina del fango».

Giuseppe Golini Petrarcone e Danilo Grossi

Una chiusura col botto, reso ancor più rumoroso dal silenzio dell’opposizione. Chi è che ha tentato di mettere sotto scacco l’amministrazione? E per quale motivo? Non è vero? Perché nessun consigliere di minoranza ha chiesto pubblicamente al sindaco di fare nomi e cognomi?

Chiaro che il riferimento alla ‘gogna mediatica nazionale’ sia il semplice servizio del Tg satirico di Canale 5, Striscia la Notizia a proposito della pista ciclabile. Impossibile che dietro all’intervento del sindaco ci sia solo quello. Cosa ha spinto il sindaco a fare una denuncia così clamorosa?

Gino, Peppino e il fango che fu

La risposta, forse, si può trovare nell’intervento del capogruppo del Pd Gino Ranaldi.

Capogruppo che quando ha preso la parola ha spiegato: «Mi fa quasi piacere che c’è tutta questa attenzione per le strisce gialle o bianche della corsia ciclabile. In 18 mesi è l’unica cosa che si riesce a contestare a questa amministrazione. Probabilmente sarà stata commessa anche qualche “cazzata”, come l’ha definita Mario Abbruzzese. Ma io ricordo di quando media nazionali di ben altro spessore sono venuti a Cassino a raccontare gli scempi. E tu, caro Peppino – ha detto il capogruppo del Pd rivolgendosi all’ex sindaco Petrarcone te ne ricorderai».

Gino Ranaldi capogruppo Pd in Consiglio Comunale a Cassino

Per la cronaca Peppino Petracone ha concordato con il sindaco anche sulla macchina del fango. Ha ricordato di averla subita anche lui. Alla fine del Consiglio ha dialogato a lungo proprio con Ranaldi e con Danilo Grossi. Entrambi sono stati suoi assessori nel quinquennio 2011-2016.

Salvatore Fontana aveva già abbandonato l’aula e Petrarcone è sembrato molto a suo agio con i compagni di una vita, dai quali si è separato politicamente all’alba delle scorse Comunali: hanno imboccato strade diverse. Ma guai a parlare di riavvicinamento con la maggioranza. Per Peppino il tema non si pone. Ma appare evidente come il tempo, che cura tutti mali, stia pian piano rimarginando le ferite. Che fanno ancora male, soprattutto se restano aperte.

La colla della Lega: il caso Ciocca

E sempre a proposito di divisioni, sono state evidenti ancora una volta quelle nella compagine di centrodestra. Con l’ex presidente del Consiglio regionale del Lazio e mancato sindaco Mario Abbruzzese che ha distillato i suoi consigli e poi è andato via. E con il trio Evangelista, Bevilacqua, Calvani su tre diverse posizioni.

Su una cosa sono stati concordi, i due leghisti. Nel condannare le parole dell’europarlamentare Angelo Ciocca che nei giorni scorsi aveva detto: «Se un lombardo si ammala di covid vale di più di un laziale. La Lombardia, è un dato di fatto, è il motore di tutto il Paese. Quindi se si ammala un lombardo vale di più che se si ammala una persona di un’altra parte d’Italia». (Leggi qui ‘Fuori… de Ciocca’, ma la Lega fa meglio: ‘Imbecille’).

Mario Abbruzzese

Evangelista in pubblico Consiglio, parlando a nome del gruppo consiliare della Lega, ha preso pubblicamente le distanze. «Anche io come Salvini penso che bisogna dare priorità agli italiani. Ma prendiamo fortemente le distanze da questo parlamentare perché dal 1861 l’Italia è una ed unita».

Il sindaco, dopo un Consiglio tesissimo, coglie l’occasione per smorzare le tensioni e chiude con ironia: «Mi compiaccio con Evangelista per aver preso le distanze ma noi, consigliere, sappiamo che lei è un leghista per caso perché uno che è di Sant’Angelo, che è a sud dell’Abbazia. Non può sostenere certe politiche discriminatorie!».

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