Salvati commissariato: non guida più Fratelli d’Italia

E il giorno dopo la condanna, per Antonio Salvati giunse il commissariamento. Da oggi pomeriggio è sospeso dalla carica di coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia.

La decisione gli è stata comunicata direttamente dal coordinamento regionale del Lazio. E’ legata in modo diretto alla sentenza di condanna inflitta dalla Corte dei Conti: lo ha giudicato colpevole d’avere approfittato dei fondi destinati alla gestione dei migranti. (Leggi qui la notizia della condanna)

Troppo imbarazzanti le motivazioni scritte dai giudici contabili. «L’intento illecito era quello di lucrare sulla pelle dei migranti e a danno dell’erario spendendo il meno possibile per il loro soggiorno e sovrafatturando al massimo l’importo previsto in convenzione per ottenere il massimo previsto dei rimborsi».

Salvati aveva già consegnato da qualche settimana la lettera di dimissioni dalla carica di Portavoce Provinciale ai vertici romani del Partito. Il presidente Giorgia Meloni ora ne ha preso atto.

Il commissariamento non è la rivoluzione che da mesi viene invocata, soprattutto dalla corrente minoritaria del Partito. Quella alla quale appartengono il co-fondatore Massimo Ruspandini, il sindaco di Ceccano Roberto Caligiore, il responsabile Enti Locali della federazione provinciale consigliere Daniele Maura.

E’ invece un commissariamento morbido. A prendere la guida di Fratelli d’Italia in provincia di Frosinone è l’onorevole Marco Marsilio, coordinatore regionale del Partito. E’ vicino politicamente ad Antonio Salvati. Ed è contrapposto all’altra ala, quella degli avversari interni di Salvati.

Proprio a Marsilio, più volte era stata sollecitata la convocazione del congresso provinciale. Con il quale certificare i rapporti di forza tra le diverse sensibilità interne.

Ma fino ad ora se n’era fatto nulla. Perchè Antonio non voleva.

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