Salvini-Di Maio, Zingaretti o Fico? Questione di spread

Alta tensione tra Unione Europea e Governo. Lega e Cinque Stelle cementano il patto e sperano nelle elezioni della prossima primavera. Berlusconi allontana il Carroccio, Renzi si barrica a difesa di quel che resta del castello. Il presidente del Lazio ha spazi importanti. Intanto cresce il ruolo del numero uno della Camera. E Mattarella osserva

Si va verso lo scontro frontale tra l’Italia e l’Unione Europea. Il documento di Bruxelles sul Def presentato dal governo è un atto di chiusura totale nei confronti della manovra economica varata dai Cinque Stelle e dalla Lega.

La resa dei conti politica, però, ci sarà soltanto tra qualche mese, alle Europee, quando i Partiti sovranisti e populisti cercheranno la spallata all’attuale assetto dell’Unione.

E’ questo il motivo per cui Matteo Salvini e Luigi Di Maio non indietreggiano di un millimetro, perché sperano che tra qualche mese l’Unione Europea possa cambiare radicalmente.

 

Nel frattempo però cosa succede?

Il colloquio tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Bce Mario Draghi è il termometro della preoccupazione del Governatore della Banca Centrale Europea per quelli che sono i conti del nostro Paese.

Il fatto è che dai conti al conto il passaggio è breve e soprattutto sempre lo stesso. Perché il conto alla fine lo pagano costantemente i cittadini italiani. Per lo spread, per la mancanza di fiducia dei mercati, per le bacchettate dell’Unione. Oltre che per il peso fiscale insostenibile del Paese.

 

I prossimi saranno mesi durissimi e lo scontro politico è destinato a salire in maniera vertiginosa.

Matteo Salvini e Luigi Di Maio cementeranno ancora di più il loro asse di ferro, mentre Silvio Berlusconi ha fatto capire chiaramente di volersi ormai staccare definitivamente dall’alleanza con la Lega.

 

Ma per andare dove? Perfino una riedizione del Patto del Nazareno oggi non ha né numeri né prospettive. Anche perché Matteo Renzi appare barricato dentro quel che resta del castello del Pd per evitare la celebrazione di un congresso che probabilmente ne sancirebbe il tramonto come leader.

 

In questo spazio cercherà di infilarsi Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio. Intenzionato a ricostruire un centrosinistra ampio, che guardi alle civiche e che riscopra l’orgoglio delle proprie battaglie identitarie e culturali. Attenzione però alle dinamiche economiche e finanziarie.

Se lo spread dovesse schizzare alle stelle potrebbe succedere di tutto, esattamente come nel 2011, quando Silvio Berlusconi fu costretto alle dimissioni.

 

Il Capo dello Stato Sergio Mattarella sta già monitorando la situazione. Sullo sfondo cresce la figura del presidente della Camera Roberto Fico. Uomo dei Cinque Stelle che piace alla sinistra.

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