Salvini e Mattarella, l’Italia si fida degli opposti. Perché le opposizioni sono scomparse

Il leader della Lega vola nei sondaggi, il Capo dello Stato trasmette fiducia. Questo perché Matteo Renzi ha sbagliato e continua a sbagliare su tutto, cancellando il Pd. Mentre Silvio Berlusconi non intende prendere atto che una stagione è terminata.

Come è possibile che i sondaggi diano contemporaneamente un gradimento a valanga per il leader della Lega Matteo Salvini e una fiducia solida per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella? I due sono agli antipodi: caratterialmente, politicamente, istituzionalmente.

Il vicepremier e ministro dell’Interno si è preso il Governo, attacca senza alcun riguardo di “galateo” Macron e Junker, pronuncia frasi tipo “me ne frego” o “tireremo dritto” che inevitabilmente riportano alla mente la semantica del ventennio.

Il secondo è attentissimo, dosa ogni parola, tiene tutto in equilibrio. Lo abbiamo visto dopo il crollo del ponte di Genova: selfie con Salvini, affetto e speranza per Mattarella. Lo constatiamo anche in questi giorni, dove i giudizi delle agenzie di rating rischiano di mandare a carte quarantotto l’Italia.

 

Il Paese a democrazia fragile

In realtà è perfettamente normale. L’Italia è un Paese occidentale a democrazia fragile. Lo è sempre stato. Tende a dividersi su tutto e a saltare sul carro del vincitore.

Ma è anche un Paese preoccupato, stanco, più povero. Matteo Salvini incarna l’uomo forte, come in passato furono Bettino Craxi e Silvio Berlusconi. Quello al quale affidare la speranza di riscatto.

Sergio Mattarella è percepito come un padre della Patria, pronto ad aprire il paracadute se qualcosa va male. Ma è proprio questo risultato dei sondaggi a sancire che nel panorama politico italiano non c’è nessuno più in crisi delle opposizioni. Dal Partito Democratico a Forza Italia, dalla sinistra a tutto il resto.

 

L’irrilevanza costruita dai due Matteo

L’ostinazione di Matteo Renzi di restare aggrappato al controllo del Partito, ha ridotto il Pd ad una irrilevanza imbarazzante. Dopo che la sua azione di governo, la riforma del lavoro e della scuola e il referendum costituzionale avevano irrimediabilmente compromesso il rapporto del partito con la sua base: operai, sindacalisti, docenti, studenti. I Democrat hanno letteralmente regalato pezzi della società al Movimento Cinque Stelle.

Dall’altra parte, Silvio Berlusconi non riesce a prendere atto che una stagione (lunghissima) si è chiusa irrimediabilmente, che Forza Italia è sotto al 10%, che perfino il linguaggio politico appare vecchio e superato. È stato sorpassato a destra, ma pure al centro, da Matteo Salvini.

E fare guerra alla Lega produce l’effetto opposto, allontana ancora di più i pochi elettori rimasti.

 

Per il resto, la sinistra è sparita. Forse con l’unica eccezione di Potere al Popolo.

Fratelli d’Italia non può incidere su nulla e non ha alternativa a rimanere attaccata al Carroccio. Mentre il Movimento Cinque Stelle, pur restano su percentuali forti, è attraversato da troppe contraddizioni. Perciò Salvini e Mattarella.