Quello che Salvini ha dimostrato di non sapere su Hezbollah (di B. Cacciola)

Le frasi pronunciate dal ministro dell'Interno italiano Matteo Salvini. Per il filosofo Biagio Cacciola dimostrano impreparazione. Ed hanno messo in pericolo i soldati italiani

Biagio Cacciola

Politologo e Opinionista

Un ministro dell’interno quando va in visita in uno stato ‘difficile‘ come quello d’Israele dovrebbe come minimo informarsi su quello che è successo a causa di quello Stato nei, e con i Paesi, vicini .

A parte la storica , e condannata ripetutamente e invano dall’ONU, occupazione dei territori palestinesi, costretti a vivere come nel Sudafrica dell’apartheid, Matteo Salvini avrebbe dovuto conoscere ciò che è successo nel 2006 quando, dopo l’invasione del sud Libano da parte dei carri armati israeliani, si sviluppò una vera e propria guerra di liberazione di quei territori da parte dell’esercito libanese e della milizia volonataria, appunto, di Hezbollah.

Una struttura che da allora ha costituito un bastione contro ogni forma di terrorismo e aggressione. Infatti gli israeliani furono ricacciati e inseguiti fino al confine proprio dalle milizie di Hezbollah che inflissero una sconfitta pesante a un esercito che si spaccia per uno dei più agguerriti e feroci nel vicino oriente. Hezbollah poteva entrare in Galilea ma si fermò ai confini proprio per la sua caratteristica di milizia difensiva.

Da allora Israele cerca la rivincita contro questo Partito, che fa parte integrante del parlamento e del governo libanese. Lo fa cercando di violare continuamente lo spazio aereo siriano e colpire le zone dove Hezbollah è più impegnato a combattere il terrorismo ISIS e wahbita. Invano, perché Hezbollah sa muoversi in modo intelligente contro i mercenari finanziati e difesi anche da Paesi come Israele nelle alture del Golan.

Un ministro avrebbe dovuto conoscere tutto questo, studiarlo e agire con prudenza, non pronunciare frasi demenziali prese in prestito dai linguaggio israeliano dopo che lo avevano fatto scorazzare su un elicottero da guerra al confine libanese. Un confine dove sono presenti non pochi soldati italiani per conto dell’ONU per poter mantenere una forma di pace possibile tra libanesei e israeliani.

Forma di pace messa in pericolo, come ha rilevato la nostra Difesa, dalle frasi su Hezbollah, pronunciate, in modo incredibile da un ministro  della Repubblica italiana. Che se fosse rimasto a casa a farsi i selfie avrebbe fatto cosa gradita a tutti, in primis ai nostri soldati messi in pericolo da dichiarazioni impastate d’ignoranza storico-politica .