Salvini-Zingaretti: lo strano asse che spinge per le elezioni anticipate

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Il leader leghista ha varato la campagna d’agosto nel Sud perché vuole capitalizzare il picco massimo dei sondaggi favorevoli. Per il leader del Pd l’obiettivo è togliere il controllo dei gruppi parlamentari a Matteo Renzi. Ecco perché si può fare.

Insieme ai suoi fedelissimi e unitamente ai guru della comunicazione (struttura che viene chiamata la Bestia salviniana), il leader della Lega ha messo a punto la campagna d’agosto in tre regioni strategiche del sud: la Sicilia, la Calabria, la Campania. Segnale inequivocabile che pensa alle elezioni anticipate. Avendo chiarissimo lo schema: asse di ferro con i Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

Il leader della Lega, vicepremier e ministro dell’Interno è all’angolo, anche se i sondaggi danno il suo Partito in crescita. Vuole dunque raccoglierne i frutti ora. Intanto però la mozione di sfiducia presentata dal Pd nei suoi confronti per la vicenda dei presunti fondi russi alla Lega non verrà discussa subito. Ma a settembre.

Spiega l’Huffington Post:

“M5S e Lega, con i voti anche di FdI e Forza Italia, hanno respinto la richiesta del Pd di calendarizzare per i primi giorni di agosto, giovedì o venerdì, la mozione di sfiducia nei confronti di Matteo Salvini. La richiesta è stata respinta in quanto serviva l’unanimità per poter modificare il calendario dell’Aula.

Toccherà alla prossima capigruppo, già convocata per giovedì con il compito di stilare il calendario dei lavori del mese di settembre, stabilire – qualora il Pd ripresenti la richiesta – quando inserire la discussione della mozione nell’ordine del giorno dei lavori dell’Assemblea.

Se ne parla dopo l’estate, quindi, e Nicola Zingaretti va su tutte le furie: “Ma non era Luigi Di Maio ad aver detto “se il Parlamento chiama si va”? E non è il presidente della Camera dei 5 Stelle Fico ad aver chiesto a Salvini di andare in aula senza aver ottenuto risposta dal ministro? Parolai”.

Dunque, i Cinque Stelle hanno ancora salvato Matteo Salvini. Il motivo è facile da intuire: i pentastellati temono elezioni anticipate dalle quali sarebbero pesantemente ridimensionati stando ai sondaggi.

Sondaggi che però danno anche stabile il Pd. In fase di stallo. Ma allora perché Nicola Zingaretti spinge per le elezioni anticipate? Perché si accontenta del secondo posto? No. Il motivo è tutto politico: gli attuali gruppi parlamentari fanno riferimento a larghissima maggioranza a Matteo Renzi. E Nicola Zingaretti, da segretario nazionale, si trova con le armi spuntate. Inoltre, il ruolo di presidente della Regione Lazio comincia a pesare non poco nella logica del doppio incarico.

Zingaretti spinge per le elezioni anticipate per i seguenti motivi: 1) prendere il controllo dei gruppi parlamentari, attraverso le candidature; 2) ridimensionare ulteriormente i Cinque Stelle; 3) tornare alla contrapposizione classica tra centrodestra e centrosinistra.

Alla fine l’asse per il voto in autunno o, al più tardi, in primavera, potrebbe nascere tra la Lega e il Partito Democratico.