Un timbro atteso 590 giorni: ma ora Sama è tra le 300 eccellenze in Ue

Dal calvario alla gloria: Sama di Castelliri è tra le 300 imprese europee cresciute di più. Lo certifica l'istituto tedesco al quale si è affidato Affari & Finanza del quotidiano La Repubblica. Tutto grazie ad un timbro. Atteso però 590 giorni.

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Quanti giorni ci vogliono in provincia di Frosinone per trasformare una realtà imprenditoriale medio-piccola, ma ambiziosa, in un’azienda capace di espandersi e diventare un fornitore di multinazionali negli ambiti più disparati? Seicento giorni circa, diciamo 590. Troppi? Sì, decisamente, ma questi sono i tempi della burocrazia in salsa ciociara. Un elefante che sbarra la strada stretta della ripresa, a chi vuole correre per crearsi e creare opportunità.

Ed il numero dei giorni non è inventato. È l’attesa che ha dovuto patire la Sama Marketing e Produzione s.r.l. azienda di Castelliri che si occupa di smaltimento rifiuti. La società delle famiglie Savoriti e Mancini, grazie a quell’autorizzazione chiesta all’amministrazione provinciale di Frosinone nell’agosto 2011 e ricevuta a giugno 2013, ora si è meritata un posto tra i trecento campioni della crescita, nel dossier Affari & Finanza del quotidiano La Repubblica. Una certificazione che arriva dalla Germania, non di certo il primo premio nella pesca di beneficenza. Ottenuto, soprattutto grazie a quel pezzo di carta firmato e controfirmato dopo 590 giorni di attesa.

 

DUE ANNI PER UN TIMBRO

Alla Sama, che dagli anni 80 agli inizi del 2000 si è occupata di ritiro carta e gadget presso le case editrici, nel 2011 venne in mente di allargare il proprio orizzonte. L’ingresso nell’azienda della famiglia Savoriti del figlio Pio portò nuovo slancio, freschezza ed una domanda: “Perché non allarghiamo la nostra attività?”. La domanda era pertinente, l’ambizione anche. E’ in quel momento che l’azienda si scontra con quel muro di gomma rappresentato dalle autorizzazioni ambientali in Ciociaria. Perché il ritiro della carta dei giornali invenduti nelle edicole è classificata come “attività di smaltimento rifiuti non pericolosi”.

Dall’agosto 2011 al giugno 2013 è una via crucis tra uffici comunali, provinciali e regionali. Tranne quelli dell’Unione europea, le carte per poter fare un semplice ampliamento di un’azienda che esiste ed opera da anni sono state chieste in tutti gli sportelli possibili. Perché c’è chi è competente per una cosa, chi per un’altra, poi c’è quello che non serve ma intanto mettiamocelo lo stesso perché te lo chiederanno lo stesso. E una volta fatto tutto ti devi sedere comodo e aspettare che ti mettano un timbro con una firma. Un’attesa di 590 giorni

Durante i quali sono tanti i pensieri passati per la testa della famiglia Savoriti, forse c’è stata anche l’idea di mollare il progetto di ampliamento, di continuare ad andare avanti come prima o di abbandonare il territorio per investire in un’altra regione.

La tenacia però ha vinto su tutto e dopo 590 il timbro arriva sotto l’autorizzazione.

 

L’AMPLIAMENTO

Quel via libera ha dato i risultati sperati. La Sama realizza l’ampliamento, l’intuizione era quella giusta ed i numeri danno ragione alle teste pensanti della famiglia Savoriti: insieme a Pio (presidente dei Giovani di Unindustria) il fratello Corrado ed il papà Ennio che è tra le figure storiche dell’imprenditoria nel Centro Italia. Il fatturato cresce, raddoppiano i dipendenti, arrivano nuovi stakeholders e nuove opportunità, soprattutto dall’estero.

E’ in questo quadro che a novembre 2017 arriva una chiamata dalla Germania. «Abbiamo ricevuto una telefonata – racconta il consigliere delegato Sama, Pio Savoriti – in cui l’istituto tedesco qualità e finanza ci chiedeva conferma del nostro settore di appartenenza e del fatturato annuo. Due semplici domande».

La risposta a quelle domande, qualche settimana dopo, portò ad un’altra telefonata: «A dicembre – spiega Savoriti – siamo stati ricontattati ed in quella telefonata ci hanno confermato che eravamo diventati una azienda d’eccellenza e che a breve saremmo stati inseriti nel dossier che sarebbe stato pubblicato sull’inserto economico di La Repubblica».

 

DAL CALVARIO ALLA GLORIA

Tutto vero, tutto reale, tutto bello. Certo, la fine è fantastica: un fatturato da 5,9 milioni che passa a 10,5 nel 2016 con una crescita media pari al 21% nei tre anni presi in esame. Ma tutto quello che c’è stato nel mezzo? Savoriti lo definisce “Un calvario”. E questo calvario non è un fatto isolato, sono tantissime le aziende che oggi si trovano a lottare con una burocrazia infinita, lenta, che agisce da freno a mano alla macchina produttiva di una provincia che già ha i suoi guai.

«Se le aziende hanno le carte in regola, se hanno tutte le certificazioni al posto giusto e soprattutto se hanno un’idea, perché frenarle?» È questa la domanda che si pone Savoriti e la ripete, quasi incredulo ripercorrendo quanto accaduto all’azienda della sua famiglia.

«Noi siamo una piccola realtà, ma da dieci dipendenti, solo con quella semplice autorizzazione siamo passati a 21, raddoppiando la nostra forza lavoro. Se il tutto si fosse sbloccato prima magari oggi parleremmo di altre cifre».

 

IL RUOLO DI UNINDUSTRIA

Savoriti parla anche da Presidente dei Giovani Industriali di Unindustria Frosinone: «Questo territorio ha bisogno di snellezza, di rapidità nelle procedure. – Spiega Savoriti che prosegue – Quello che il presidente Giovanni Turriziani (Unindustria Frosinone n.d.r.) dice da mesi, su una collaborazione tra istituzioni per una maggiore tutela dell’ambiente ed una velocizzazione nel rilascio delle autorizzazioni ambientali a chi ha i requisiti a posto, deve diventare realtà al più presto».

Per adesso però la situazione in Ciociaria resta sempre la stessa: un territorio che arranca e piange sulle grandi aziende che chiudono; la politica che parla di competitività, ripresa e sburocratizzazione senza far nulla per cambiare le cose; gli imprenditori, quelli con le carte in regola, che aspettano mesi per una firma ed osservano le opportunità galleggiare sul tempo che scorre inesorabile.

Una speranza però c’è e dovevano venire i tedeschi a ricordarcela: c’è una provincia di Frosinone che in Italia cresce e lo fa con i numeri, non con le chiacchiere ed un piccolo pezzo è anche nel nostro territorio. Un risultato che si può replicare? Certamente.

Elefanti permettendo.