Sanità, Anagni ai margini Natalia marcia sulla Pisana

Il sindaco di Anagni prepara una eclatante protesta a Roma. Insieme ai 9 Comuni del Comprensorio. Ed i parlamentari del Centrodestra. Per l'ospedale. Ed avere così un colpevole della mancata attivazione

La tregua è interrotta. Stava in un patto non scritto tra il sindaco di Anagni Daniele Natalia e l’allora Direttore generale della Asl di Frosinone Stefano Lorusso. Fino a quando il Covid non lo ha assalito e costretto ad un lungo isolamento, l’attuale capo della segreteria tecnica del ministro della Salute Roberto Speranza aveva preso in seria considerazione l’ipotesi di riaprire l’ospedale di Anagni. Destinandolo alla fase post acuta dei pazienti Covid. (Leggi qui Coronavirus, la linea calda di Natalia e Lorusso sull’ospedale di Anagni).

L’ospedale di Anagni

Un ruolo che lasciava immutati gli equilibri attuali, potenziava la linea di difesa sanitaria contro il coronavirus in provincia di Frosinone. Una linea che vedeva (e vede) l’ospedale Spaziani di Frosinone trasformato in Covid Hospital dove trattare i casi di pazienti affetti da Sars CoV2; l’ospedale San Benedetto di Alatri pronto a trattare i casi gravi ma non disperati, attraverso le terapie sub intensive e considerato una succursale del Covid Hospital principale. Una sezione Covid per l’ospedale Santa Scolastica di Cassino. E poi tutta la rete delle cliniche e delle Rsa mobilitate per farsi carico dei ricoveri ordinari oppure degli anziani Covid. (Leggi qui Covid, l’ondata è in arrivo: il Lazio alza la linea Maginot).

L’assurdo di Anagni

L’ospedale di Anagni fino ad oggi è rimasto fuori da ogni piano di riordino della Sanità a Sud di Roma. A disporne la chiusura fu il famigerato Decreto con cui in una notte l’allora presidente della Regione Renata Polverini decise la soppressione di oltre la metà della rete ospedaliera ciociara: via il Giorgio Pompeo di Ferentino, via il Comunale di Atina, via il Santa Croce di Arpino, via il Ferrari di Ceprano, via il Civile di Ceccano, via il Pasquale Del Prete di Pontecorvo. E via pure il Civile di Anagni.

Che però fece ricorso. E lo vinse. Non si poteva chiudere perché lì intorno ci sono stabilimenti classificati a rischio ed entro un certo numero di minuti deve esserci un Pronto Soccorso. E poi perché lì intorno c’è una rete d’una decina di Comuni che sommano una popolazione che è senza un punto di riferimento sanitario.

Renata Polverini

Per onestà intellettuale: se a vincere le elezioni non fosse stata Renata Polverini ma fosse rimasto sulla scena Piero Marrazzo ed avesse stravinto (come profetizzavano tutti i sondaggi) il mandato bis, avrebbe dovuto mettere mano alla situazione. Lo aveva già detto. Promettendo: «Dovunque ci sia una Croce Rossa non toccherò nulla. Ma i posti di alta specialistica trasferiamoli lì dove ce n’è più bisogno. Sarebbe uno spreco tenere la cardiologia ad Anagni».

La soluzione che il Governatore Marrazzo aveva in mente era la soppressione dei vecchi ospedali di Colleferro ed Anagni. Questo per crearne uno nuovo a metà strada tra le due città. E posizionandolo in una località facilmente accessibile tanto dagli anagnini quanto dai colleferrini. Specializzato nei traumi stradali, in modo da concentrare lì l’ortopedia e le specialistiche connesse ai traumi.

Invece, nulla.

La via obbligata di Natalia

L’ex direttore generale della Asl di Frosinone Stefano Lorusso. Foto © Giornalisti Indipendenti

Daniele Natalia ora è su una via obbligata. Non c’è più Stefano Lorusso, non c’è più la sua erede Patrizia Magrini. Non c’è più chi può dare forma alla promessa centrale sulla quale si è basata la sua campagna elettorale: restituire ad Anagni una struttura sanitaria efficace ed accessibile.

Allora, fine della tregua. Daniele Natalia non ha un interlocutore in Regione. La lettera con cui richiama tutti i parlamentari del territorio, nazionali e regionali, alle loro responsabilità, è il preludio ad una mossa dirompente. (Leggi qui Da micio a leone: Daniele ruggisce contro tutti).

Perché è certo che i 4 parlamentari del Centrodestra della provincia di Frosinone la firmeranno. Altamente probabile che la firmino anche i 4 del Movimento 5 Stelle. Potrebbero avere le loro buone ragioni per non firmarla i due del Pd: una serie di strategie per la Sanità anagnina sono state tracciate.

La neoDG della Asl di Frosinone Pierpaola D’Alessandro

Ma con quelle firme, accompagnato dai 9 sindaci dell’area nord e dalle associazioni, Daniele Natalia sarebbe in grado di fare ciò che non è stata capace di fare in questi anni l’intera opposizione di centrodestra. E cioè sedersi davanti alla Pisana, sollevando una questione concreta. Che mette insieme un tema paratico ed un problema politico. Capace di coagulare il centrodestra regionale. Non ceto sul suo nome. Ma finalmente intorno ad un tema non strumentale contro Zingaretti.

Con ogni probabilità non risolverà la questione. Ma Daniele Natalia avrà sul piatto d’argento un colpevole per il mancato arrivo dell’ospedale in città.

Il centrosinistra avrebbe un modo per disinnescarlo, magari nel bel mezzo della marcia da Anagni su Roma: tirare fuori il patto non scritto con Lousso e trovare un ruolo per la sanità Anagnina. Mettendoci il cappello.

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright