Il miracolo di Zingaretti: Lazio fuori dal tunnel dei debiti in Sanità

Cala il sipario sul commissariamento della Regione Lazio in materia di Sanità dopo quasi 10 anni di sacrifici

La fine del tunnel ora ha una distanza precisa: 394 giorni. Il 31 dicembre 2018 la Regione Lazio uscirà dal commissariamento della Sanità. L’annuncio lo ha fatto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin al termine del Consiglio dei Ministri.

È il trionfo di Nicola Zingaretti, delle sue scelte, del modello di Sanità che ha introdotto nel Lazio.

 

IL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Il Consiglio dei Ministri ha sancito l’uscita dal commissariamento della Sanità della Regione Lazio a partire dal 31 dicembre 2018. Durante la riunione, a cui ha partecipato il governatore Nicola Zingaretti è stato certificato l’azzeramento sostanziale del disavanzo.

Dopo dieci anni, dunque, si tornerà a una gestione ordinaria: scelte condivise su programmazione, personale e investimenti.

 

ASSUNZIONI E INVESTIMENTI

Per la Sanità del Lazio si apre una nuova era. Ospedali e Asl potranno tornare ad assumere medici ed infermieri e tutto il personale di cui hanno bisogno. Purché rimangano nel solco scavato in questi anni di pianificazione.

Nel 2013 in tutto il Lazio la Regione poté assumere solo 68 persone. Lo sblocco porterà ad un pacchetto di 3500 assunzioni in due anni.

Soprattutto sarà possibile fare investimenti sulla qualità. Sono già stati pianificati: 720 milioni di euro tra infrastrutture e nuovi materiali.

 

L’INCUBO NEL 2007

Appena entrato in Regione Lazio, l’allora presidente Piero Marrazzo si trovò a dover fare i conti con l’immenso buco nei conti della Sanità. Un cratere vasto 10 miliardi di euro, scavato negli anni dai governi di ogni colore. L’ultima furbata con cui evitare che il crack venisse alla luce era stato mettere a punto il bilancio della Regione senza inserirci i bilanci delle Asl. La Regione era tecnicamente fallita.

Il piano di rientro fu siglato il 28 febbraio 2007 dall’ex presidente della Regione Piero Marrazzo, dall’allora ministro della Salute Livia Turco e dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa.

Una riunione del 10 ottobre 2007 però mise la Regione Lazio di fronte alla realtà: non erano stati raggiunti gli obiettivi prefissati dal piano di rientro. Il presidente del Consiglio dei Ministri Silvio Berlusconi allora diffidò la Regione ad adottare “tutti gli atti normativi, amministrativi e gestionali che risultassero produttivi di effetti finanziari nel 2008 e idonei alla correzione strutturale della spesa per gli anni successivi”.

Nemmeno quello però bastò. Il 4 luglio 2008 il Consiglio dei ministri presieduto da Silvio Berlusconi diede il via libera alla procedura di commissariamento. Piero Marrazzo venne investito di poteri  da Commissario per l`intero periodo di vigenza del Piano di Rientro.

I numeri continuavano a galoppare. Il Governo Berlusconi decise di mettere anche un suo uomo nella cabina di regia. Una delibera della Presidenza del Consiglio dei Ministri del 17 ottobre del 2008 aveva così stabilito la nomina del sub commissario per l`attuazione del Piano di Rientro della Regione Lazio e affiancamento al commissario ad acta, Mario Morlacco.

Trascorrono gli anni e ad ereditare il disavanzo è la governatrice di centrodestra Renata Polverini. Ma i risultati non sono migliori.

Successivamente, dal 2013, tocca a Nicola Zingaretti. Già in campagna elettorale aveva messo il risanamento dei conti regionali in materia in testa al programma.

 

ZINGARETTI: DEDICATO A LAVORATORI E MALATI

Nicola Zingaretti è raggiante. Per il traguardo raggiunto, sia dal punto di vista economico e sia sotto il profilo politico. A mettere le briglie ai conti impazziti della Sanità del Lazio non ci erano riusciti né Piero MarrazzoRenata Polverini.

Ma è soprattutto un segnale che dal Lazio viene dato a tutto il Paese: risanare è possibile se si governa con criterio.

«Dedichiamo questo risultato ai lavoratori e alle lavoratrici della sanità pubblica e privata, ai malati che hanno sofferto la tragedia di 10 anni di commissariamento, e anche all’Italia, perché era un problema di carattere nazionale. È il nostro contributo al sistema Paese: ora la Regione Lazio non produce piu’ disavanzo».