E la Asl paga il S.Raffaele: Vicano saltò perché aveva rifiutato

Per quella storia, Mauro Vicano venne fatto saltare. Il posto da Direttore Generale della Asl di Frosinone glielo tolsero tra Natale 2012 e Capodanno 2013 dopo una tumultuosa telefonata con Enrico Bondi. All’epoca era il potentissimo Commissario straordinario per la ‘ spending review‘, incaricato dal premier Mario Monti con pieni poteri di tagliare gli sprechi.

Chi ha assistito a quella conversazione racconta che nel suo ufficio di manager Asl in via Armando Fabi, l’ingovernabile Mauro Vicano disse al telefono, con tono alterato: «Io quella fattura non la pago. Se lei ritiene che si debba fare ha il potere per firmare qualsiasi cosa. Ci metta la firma sua, professore».

Venne rimosso dopo tre giorni. E Bondi mandò un generale in pensione della Guardia di Finanza a sostituirlo. Ma fu costretto ad uscire dalla porta di servizio dopo tre senternze del giudice del Lavoro. Che ripristinò Vicano.

La firma che Mauro Vicano non volle mettere era su un mandato di pagamento. A favore del gruppo sanitario San Raffaele. I lavoratori avevano ricevuto le lettere con cui gli si prospettava il licenziamento, si diceva che non c’erano i soldi né per gli stipendi né per le Tredicesime. Colpa della Regione che non pagava le prestazioni. Un durissimo colpo d’immagine per la Pisana. Soprattutto una spina nel fianco del governo tecnico, guidato dall’ex commissario europeo. Perché il gruppo sanitario era riconducibile alla famiglia del deputato Pdl Antonio Angelucci ed in quel periodo politico non c’era bisogno di altre tensioni.

Nessuno sa se Monti abbia telefonato a Bondi. Ma intorno alle ore 13 del 31 dicembre Bondi chiamò Vicano e dispose il pagamento degli arretrati: sei milioni «da pagare entro cinque minuti».Il manager gli rispose, in sostanza: ‘Firma tu se vuoi fare lo splendido’.

Perché? Quei milioni di euro che la Asl doveva al San Raffaele erano al centro di una controversia giudiziaria. Talmente grossa che l’allora procuratore regionale della magistratura contabile Angelo Raffaele De Dominicis ne parlò pubblicamente in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2012. Segnalò come la Corte dei Conti avesse ottenuto il sequestro di beni per 126,5 milioni del San Raffaele. Lo fece “a garanzia del danno subito dal servizio Sanitario Regionale”. Indagando sui conti delle strutture di Cassino e Velletri era emerso qualche sospetto. Innanzitutto che la società avesse fatto “fittizia e irregolare erogazione di prestazioni di riabilitazione” e la “violazione sistematica delle convenzioni sanitarie ma soprattutto l’omissione di controllo sulla conformità e sulla regolarità delle prestazioni”.

Proprio per questo Mauro Vicano chiedeva che si facesse una verifica prima di pagare quei sei milioni. Sui quali, tra l’altro, era appena intervenuta anche la Procura di Frosinone disponendo il sequestro.

Ora con la delibera 213 del 7 febbraio 2017 la Asl di Frosinone ha disposto la compensazione dei debiti certi del San Raffaele con i crediti che il gruppo vanta dalla Asl. Quali crediti? Quelli ancora in pendenza di giudizio. Sui quali non è definitivo se spettino o meno. Tra loro proprio quelli che 4 anni fa Mauro Vicano non volle pagare.

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