Sara Battisti: «Non basta vincere. Servirà governare»

A tutto campo. Il consigliere regionale del Pd sulle amministrative: «Ricostruire il centrosinistra ma pure alleanze con civiche e 5 Stelle»

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

«L’impostazione del segretario Luca Fantini è giusta oltre che condivisibile: va ricostruita la coalizione». Sara Battisti, consigliere regionale del Partito Democratico, non fa distinzioni tra breve, medio e lungo periodo. «Perché non c’è altra strada», sottolinea. Le Comunali si terranno in una data compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno. Saranno 22 i centri chiamati alle urne. Poi ci saranno le provinciali, un appuntamento da non sottovalutare considerando che la platea elettorale è composta da sindaci e consiglieri comunali.

Argomenta Sara Battisti: «Naturalmente la ricostruzione della coalizione dovrà tenere conto dello schema di governo nazionale e regionale. Va impostato anche un ragionamento in prospettiva e credo che l’apertura alle liste civiche sia imprescindibile e irrinunciabile. Quando dico che bisogna ricostruire la coalizione mi riferisco ad un’alleanza con il Partito Socialista Italiano, Leu (e tutto quello che contiene), Italia Viva, Demos. Poi naturalmente è importante cercare un’alleanza con il Movimento Cinque Stelle. Mi riferisco pure alle amministrative». (Leggi qui I protagonisti del giorno. Top e Flop del 8 gennaio 2021).

Le Comunali ed i 5 Stelle

Luca Frusone © Imagoeconomica / Daniele Scudieri

Qualche giorno fa, proprio a Ciociaria Oggi, il deputato pentastellato Luca Frusone ha detto che questo tipo di valutazione (l’alleanza Pd-Cinque Stelle) andrà fatta caso per caso. Aggiungendo che in alcuni Comuni il punto non è rappresentato da problemi con il Pd, ma da chi rappresenta i Democrat. Sara Battisti taglia corto e afferma: «Mi sembrano problemi superabili, il punto vero è la volontà politica di un’alleanza di questo tipo. Nicola Zingaretti ha ragione quando ricorda che parliamo di forze politiche che, insieme, stanno governando il Paese».

Rileva quindi la Battisti: «Cosa ci aspettiamo dalle elezioni comunali? Di vincere dappertutto naturalmente. Sono 22 i Comuni che andranno al voto e noi abbiamo amministratori bravi e radicati nei territori. Alatri e Sora? Beh, le condizioni di partenza sono diverse. Ad Alatri c’è un’amministrazione uscente, quella guidata dal sindaco Giuseppe Morini, che, avendo svolto due mandati, non può concorrere per il terzo».

«Ma ha guidato un’Amministrazione per dieci anni e penso che noi dobbiamo continuare un percorso virtuoso. Certamente mettendo in campo qualche novità, ma la base di partenza è consolidata. A Sora invece la situazione è più complessa e non dobbiamo nascondere il fatto che in passato c’è stata una contrapposizione interna al Pd. Va fatta una ricostruzione attraverso uno schema politico nitido. È una città importante, nella quale non possiamo non recitare un ruolo di primo piano».

Comunali e anche Provinciali

Giuseppe Morini sindaco di Alatri Foto: © Giornalisti Indipendenti

Oltre alle comunali, però, sono in programma le provinciali per eleggere i dodici consiglieri dell’ente. Afferma Sara Battisti: «La premessa è necessaria: sono tra coloro che non sono mai stati d’accordo con la riforma di questi enti, che a mio giudizio restano fondamentali. Però ormai dobbiamo farcene una ragione. Abbiamo svolto un lavoro importante in questi anni e come partito abbiamo il dovere di proseguire tale percorso. Alle elezioni provinciali ci presenteremo con una nostra lista e naturalmente con il simbolo».

«L’obiettivo resta sempre lo stesso: vincere le elezioni e continuare a governare al meglio il territorio. Dovremo anche ragionare su un punto e cioè se avviare pure in questo campo un rinnovamento della classe dirigente. Intendo degli amministratori, dei consiglieri cioè. Come è avvenuto per esempio per la segreteria provinciale, alla quale è stato chiamato Luca Fantini. Quando parlo di rinnovamento mi riferisco ad uno schema che non è soltanto generazionale. Penso ad un discorso globale, come è stato fatto per la segreteria. Vale a dire ad ogni livello. È una valutazione che andrà fatta nel partito, tutti insieme».

La Direzione di Zingaretti

In sede di direzione nazionale del Pd, ieri il segretario Nicola Zingaretti ha detto: «Alla vigilia del percorso del Recovery fund, che per l’Italia vuole dire ricostruire speranza, tutto però è tornato a oscillare pericolosamente, con fibrillazioni che rischiano di mandare in frantumi il lavoro di un anno. Dentro una pandemia tragica, provocare elezioni anticipate sarebbe un errore imperdonabile. Ritengo giusto condividere tra noi la scelta in un passaggio fondamentale per il futuro non solo del governo che sosteniamo con la massima lealtà, ma del Paese alle prese con un’emergenza sanitaria, economica e sociale che non tollera rinvii».

Nicola Zingaretti

Zingaretti ha fatto «appello alla responsabilità, che non è immobilismo o subalternità, ma protagonismo e sforzo unitario per risolvere i problemi». Sottolineando: «Abbiamo davanti un’occasione storica per l’Italia. Torniamo a dare la priorità al bene comune del Paese. Non è il tempo delle barricate ma, come ha indicato il presidente Mattarella, quello dei costruttori, della collaborazione e della coesione. Per indicare e costruire la strada per un futuro migliore da lasciare alle generazioni che verranno».

Battisti: Zingaretti ha ragione

Impossibile in un quadro politico come quello attuale, non ragionare in termini “globali”. Nel senso che i livelli nazionali e regionali finiscono con l’influenzare quelli provinciali e locali. Sara Battisti spiega: «Zingaretti ha ragione su tutta la linea. Siamo ad un punto di non ritorno e l’Italia non può permettersi improvvisazioni. Non in un momento come questo. Insomma, serve davvero ricordare che stiamo affrontando una pandemia senza precedenti? Mi riferisco naturalmente all’emergenza sanitaria ma anche alla tenuta economica del Paese».

«E quando sarà terminata, il tema principale sarà quello della ricostruzione. Il tema è enorme: come si intende ricostruire l’Italia dopo il Covid? Il virus ha già cambiato tutto e continuerà a farlo. Anche e soprattutto sul piano sociale, economico, finanziario. E lavorativo. Oltre all’aspetto sanitario. Si resta allibiti a sentir parlare di crisi di governo in una condizione del genere. Dobbiamo invece concentrarci sui progetti per intercettare le risorse del Recovery fund».

«Un’occasione che non ricapiterà più per l’Italia. Poi, sempre per rimanere all’aspetto sanitario del Covid, abbiamo visto differenti risposte da parte dei diversi sistemi regionali. Allora mi chiedo: non è il caso di prendere anche le risorse del Mes per migliorare e potenziare la sanità nazionale? Non dovrebbero esserci dubbi francamente».

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