Sardellitti: «Addio caserma del Pd, mi hai deluso»

L'amazzone di Base Riformista lascia il Partito Democratico. E scatena un terremoto interno. Le accuse alla Segreteria. E la delusione. Sia amministrativa che politica. Continuerà l'attività in Comune ed in Provincia. «Da indipendente, per ora»

Il terremoto scuote il Partito Democratico di Frosinone, apre crepe profonde, provoca macerie ed innesca riflessioni: il consigliere comunale e provinciale di Frosinone Alessandra Sardellitti se ne va. Lo fa con un addio breve, netto come un colpo d’ascia: «Lascio il Partito Democratico. Una scelta difficile, sofferta, a lungo meditata per provare a capire se esistessero ragioni e margini per poter continuare questa esperienza. Ma le ragioni e i margini, per quello che mi riguarda, non ci sono più».

Se ne va e non lascia la politica. Se ne va e non lascia né il Comune né la Provincia. Va avanti. Non crede più nel progetto, non si sente più a casa sua in quel recinto ampio che doveva essere il Partito Democratico. Nemmeno tra le file di Base Riformista, la minoranza post renziana rimasta nel Pd.

Grazie a Pompeo

Alessandra Sardellitti e Antonio Pompeo

Il primo al quale lascia i saluti uscendo dal Pd è proprio il capo della corrente: Antonio Pompeo. Eppure in questi mesi proprio lui aveva fatto l’impossibile per marcare le distanze dalla maggioranza di Pensare Democratico. Aveva creato un’associazione con la quale aggregare quel mondo che è a ridosso del Pd e nel Partito non si sente a casa. L’uscita di Alessandra Sardellitti, in questo senso per lui è un gran brutto colpo.

Perché lei è stata la sua amazzone politica, l’elemento di punta. Alla quale aveva affidato i compiuti più delicati ed in vista. Come la gestione della delega alla Pubblica Istruzione in Provincia. Lei lo riconosce e ringrazia: «In lui ho sempre trovato una persona corretta, leale e preparata. È stato il solo motivo che mi ha trattenuto nel non prendere prima questa decisione. Continuerò a sostenerlo in questi ultimi mesi di mandato da consigliere provinciale, augurandomi di poterlo nuovamente incrociare nel mio percorso politico. E con lui tutta la meravigliosa squadra che lo affianca politicamente ed amministrativamente».

La delusione politica di Sardellitti

Alessandra Sardellitti viene dal mono delle imprese. Ha deciso di aderire al Pd prima delle Comunali di Frosinone del 2017. Lo fece «perché convinta che fosse quello il baluardo del riformismo in Italia. Nonostante divisioni e disorganizzazioni che sono apparse subito evidenti. L’elezione a consigliere comunale di Frosinone resta un momento indimenticabile. Poi però qualcosa è cambiato, inesorabilmente».

Cosa è cambiato? La politica ha i suoi riti, le sue liturgie, i suoi linguaggi. È fatta di trappole, imboscate, giochi di sponda. L’esercizio della politica è un’arte a metà tra la diplomazia e la strategia militare. Non a tutti si addice, Alessandra Sardellitti è sopravvissuta oltre ogni immaginazione in un mondo che non le appartiene.

Fantini esalta in Direzione il lavoro della Sardellitti

Per lei l’elemento centrali è l’amministrazione, il fare, rispondere alle esigenze dei cittadini. «In consiglio provinciale abbiamo fatto un lavoro enorme su un tema delicato come la scuola, peraltro nei diciassette mesi di pandemia. Con investimenti e riqualificazioni. Abbiamo permesso a tutti gli studenti di rientrare in classe il 14 settembre. Mai abbiamo avuto il piacere di sentire il Partito al nostro fianco».

Lo aveva già detto nei mesi scorsi scatenando una prima onda sisimica, attaccando il segretario provinciale Luca Fantini. Che allora nell’ultima riunione della Direzione aveva rimediato esaltando proprio quel lavoro, portato avanti dalla Provincia e dalla responsabile alla Scuola. (Leggi qui l’attacco al Pd: Preavviso di rottura: Pompeo invia la notifica al Pd e qui la Direzione: Il Pd di Fantini: cacciavite, ulivo e radeca)

La nodo del Comune

I rapporti più difficili sono stati in Comune. In particolare con il capogruppo Angelo Pizzutelli eppure erano stati un tandem elettorale micidiale. In poco tempo dire che i loro rapporti politici erano gelidi non rende l’idea. «In consiglio comunale il Pd ha il gruppo più numeroso. Dovrebbe rappresentare il fulcro di alleanze e di proposte, ma anche dimostrare di essere già forza di governo» rimprovera ora Alessandra Sardellitti. Cosa intende dire? La lettera d’addio spiega anche questo.

«Non tutto ciò che viene dalla maggioranza è sbagliato. Ed esiste pure un principio di continuità amministrativa. Se però si prova a dire questo (come ha fatto la sottoscritta), allora si viene tacciati di “collaborazionismo”. È inaccettabile. E questo modo di pensare dimostra perché il Pd nel capoluogo non è attrattivo. Pure in questo caso la logica è quella della caserma e del non disturbare il guidatore. Peccato che alla guida non ci sia nessuno però». Cosa intende? Che più di una volta Alessandra Sardellitti si è trovata in disaccordo con il Partito: le iniziative della maggioranza di centrodestra guidata da Nicola Ottaviani qualche volta le ha condivise. Come quella che riguardava l’edilizia scolastica. Alla quale proprio lei aveva lavorato a lungo.

La bomba di Allumiere

Gruppo Pd
Il gruppo Pd al Comune di Frosinone: da sinistra Angelo Pizzutelli, Alessandra Sardellitti, Norberto Venturi e Fabrizio Cristofari (Foto: Giornalisti Indipendenti)

Il disagio è diventato soffocante, insopportabile: in un momento preciso. Quando in Regione viene sollevata la questione delle assunzioni fatte attingendo dalla graduatoria elaborata dal Comune di Allumiere.

Davanti al solo sospetto Mauro Buschini rimette il mandato di Presidente del Consiglio Regionale del Lazio e propone l’istituzione di una Commissione con il compito di verificare ogni adempimento compiuto dall’ente.

Ma in quei giorni ad Alessandra Sardellitti non basta. È lei a rompere il silenzio. Nel modo più fragoroso, dirompente e meno cameratesco che fosse possibile. «Nei mesi scorsi, davanti alla vicenda dei concorsi di Allumiere e non solo ho ritenuto di dire la mia per sollecitare una discussione. Non volevo certo mettere alla gogna nessuno né maramaldeggiare. Non fa parte del mio modo di essere e di pensare, soprattutto in quanto avvocato. Ma davanti all’invito ad una riflessione sono stata ricoperta da critiche ed insulti. La logica da caserma. Oggi questo Pd non è il Partito al quale avevo aderito con entusiasmo e passione. D’altronde anche Nicola Zingaretti ha detto di vergognarsi!». (Leggi qui La “pazza idea” di Ottaviani: arruolare Marini).

L’inutile cacciavite di Letta

Enrico Letta

Eppure c’è stato il traumatico cambio di Segreteria nazionale: Nicola Zingaretti (al quale fa riferimento Pensare Democratico) ha ceduto il passo ad Enrico Letta. Ma per Alessandra Sardellitti «Con l’arrivo di Enrico Letta nulla è cambiato. Anzi. Il PD ha continuato a concentrarsi unicamente su temi che, seppure importanti, non toccano le corde degli italiani, concentrati a superare un momento economico e sociale critico. Dispiace l’assenza di una vera politica economica. Dispiace che i Partiti siano stati mandati fuori in giardino a giocare a pallone, mentre i “grandi” decidono del futuro del nostro Paese. Dispiace che su questo indebolimento del Partito nessuno apra una discussione seria e proficua».

Dove va allora Alessandra Sardellitti? «Volevo far parte di una grande famiglia riformista e dialogante, capace di trasformare in forza le diversità e di avanzare costantemente proposte politiche. Non è andata così. Ne prendo atto. Aggiungo che non riesco a ricordare l’ultima volta che si è riunito il circolo frusinate del Partito, politicamente paralizzato da mesi».

Indipendente, per il momento

Alessandra Sardellitti

«Aggiungo che avrei gradito sentire la vicinanza politica della segreteria provinciale. Ma detto tutto questo, è ora di guardare avanti. Augurando al Pd le migliori fortune politiche. Per quello che mi riguarda continuerò a fare politica. Da indipendente. Per il momento».

È quel ‘per il momento’ a tracciare la rotta. Impossibile pensare che non si ricandidi alle Comunali di Frosinone. Certamente non con il Partito Democratico. Sicuramente con una sua lista civica che Alessandra Sardellitti ha la forza e la struttura politica per creare e governare.

Per sostenere chi? Dipenderà da chi sarà il candidato sindaco e da quale sarà il suo progetto politico. Se il centrosinistra verrà rappresentato da Mauro Vicano e scenderà in campo con un simbolo civico sarà molto probabile trovarla posizionata in quello schieramento. Se il nome sarà diverso, sarà molto probabile trovarla nello schieramento che le darà maggiori garanzie riformatrici. E non sia quella caserma nella quale in questi anni Alessandra Sardellitti ha avuto l’impressione di vivere.